Naomi Leach per “Mail On Line”
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Napoli ospita una serie di misteriosi tunnel scavati nel sedicesimo secolo, 30 metri sottoterra. A renderli più intriganti è il fatto che siano stati costruiti da un re, divenuti discarica per vecchie macchine e motociclette, residuati della Seconda Guerra Mondiale, e poi completamente dimenticati.
La riscoperta è avvenuta nel 2000, e ora la Galleria Borbonica è attrazione turistica, con accesso tramite scalinata non lontano da Piazza Plebiscito, percorribile per oltre 500 metri.
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Il tunnel principale fu costruito da Re Ferdinando II di Borbone. Nel 1853 incaricò l’architetto Errico Alvino di progettare un viadotto sotterraneo che, passando sotto Monte Echia, congiungesse il Palazzo Reale con piazza Vittoria, prossima al mare e alle caserme. Doveva essere via di fuga per gli stessi monarchi, nel caso di rivolta.
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Tuttavia il re morì prima che la costruzione dei tunnel fosse terminata, quindi i sotterranei servirono ad altro, offrirono rifugio come ospedale militare, fu ricovero bellico durante la II Guerra Mondiale, poi diventò magazzino per veicoli sotto sequestro. I visitatori possono ancora vederli, durante il tragitto.
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Gli itinerari sotterranei sono tre: passeggiata standard tra cisterne e tunnel, percorso avventura, con tanto di zattera che naviga sulla falda acquifera sotterranea, e percorso speleologico, dotati di elmetto e imbracatura per esplorare i cunicoli dell'antico acquedotto sotterraneo fino a raggiungere le cisterne, ancora parzialmente riempite d'acqua e decorate con simboli misteriosi.
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