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    LOBBY CONTINUA - I FRONDISTI GRILLINI ANTI-DI MAIO LO ATTACCANO ANCHE PER IL SUO CIAMBELLANO VINCENZO SPADAFORA, CHE LO INTRODUCE NEI PALAZZI, NELLE AZIENDE E LO PORTA A CONOSCERE I POTERI CHE CONTANO - UN BOIARDO IN ASCESA, DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON RUTELLI FINO ALL'UNICEF E ALL'AUTHORITY PER L'INFANZIA


     
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    Jacopo Iacoboni per la Stampa

     

    vincenzo spadafora (2) vincenzo spadafora (2)

    Il 28 aprile scorso, appena prescelto da Luigi Di Maio per il cruciale ruolo di responsabile per le relazioni istituzionali, Vincenzo Spadafora scrisse di credere istintivamente alla sfida cinque stelle per un paese migliore: «Amo le sfide e il coraggio di chi le compie! Anche per questo ho accettato di curare le Relazioni istituzionali del Vice Presidente della Camera dei deputati, Luigi Di Maio, persona che ho apprezzato per il sostegno che ha dato alle mie iniziative da Garante e di cui condivido l' impegno per un Paese migliore».

     

    Una sintonia politica sorprendente, per quell' uomo capace, colto e non privo di raffinatezze, che era cresciuto politicamente con Francesco Rutelli e poi Pecoraro Scanio, era maturato all' Unicef, era stato infine nominato garante per l' Infanzia dagli allora presidenti berlusconiani delle due camere di centrodestra, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Un uomo perfetto per aiutare Di Maio nella sua navigazione romana.

     

    Tuttavia un episodio, che ci viene raccontato da fonti interne al Movimento Cinque stelle, dipinge il quadro della sintonia di Spadafora con Di Maio come qualcosa di simile a una conversione sulla via di Damasco.

    VINCENZO SPADAFORA VINCENZO SPADAFORA

     

    Fino a pochissimo tempo prima, questione di mesi, non di anni, Spadafora lambiva ambienti totalmente diversi: ormai prossimo alla fine del suo mandato, si era palesato al cospetto della ministra Maria Elena Boschi, architrave del governo Renzi non esattamente amata dai cinque stelle, e le aveva parlato di quanto lo avesse appassionato il lavoro per l' infanzia, di quanto gli sarebbe piaciuto insomma continuare. Che ci fa, in quel contesto iper renziano, un grand commis di cui scopriremo a breve la piena sintonia con l' aspirante leader cinque stelle?

     

    Paola Saluzzi e Vincenzo Spadafora Paola Saluzzi e Vincenzo Spadafora

    Nell' occasione della scadenza del mandato da Garante, nessun sostegno politico è formalmente possibile dal governo. La durata del mandato è di quattro anni. Spadafora aveva cominciato nel 2011 e dunque l' aveva completato, ma un eventuale rinnovo era di competenza dei presidenti delle camere, non dell' esecutivo.

     

    Raccontano che Spadafora fosse stimato dal presidente del Senato Grasso, ma qualcosa col governo si era rotto. Boschi però non aveva titolo formale per entrare in quella vicenda, né direttamente né sostenendo la sua causa a Renzi: e infatti si guardò dall' intervenire sul caso. Non si può dire che Spadafora abbia preso bene la cosa; tutto si venne a sapere anche nei giri dei cinque stelle, aumentando i malumori contro Di Maio.

    GRASSO SPADAFORA GRASSO SPADAFORA

     

    È il normalissimo sistema di relazioni di cui è fatta la politica, naturalmente; ma la parte del gruppo parlamentare M5S che in questa fase ha animato la rivolta contro il vicepresidente della Camera lo attacca anche per questa spregiudicatezza di relazioni, che in parte significativa gli sta tessendo Spadafora: dai gesuiti di padre Spadaro agli incontri con le lobby, dalle ambasciate ai direttori delle relazioni istituzionali di grandi aziende italiane, da sempre decisive negli assetti e nella configurazione del potere.

     

    «Non siamo un partito non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta», cantava la canzoncina allo Tsunami tour; ne è passata di acqua sotto i ponti.

     

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