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    LONDON BURNING! LA TORRE BRUCIATA DI LONDRA SIMBOLO DEL DECLINO DELLA "COOL BRITANNIA"- IL TERRORISMO, L’ECONOMIA CHE RALLENTA, LA CRISI DI GOVERNO, "L’OBSERVER" ATTACCA: “L'EUROPA RIDE DI NOI. CI CONSIDERAVA LA NAZIONE PIÙ PRAGMATICA DEL CONTINENTE E ORA SEMBRIAMO LA BANDA CHE NON NE COMBINA UNA GIUSTA”


     
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    GRENFELL TOWER GRENFELL TOWER

    Enrico Franceschini per la Repubblica

     

    «A volte ci vuole un' immagine per svegliare una nazione ». L' immagine è quella della Grenfell Tower, il grattacielo di Londra bruciato a metà giugno, fra le cui fiamme sono morte almeno 78 persone, forse molte di più. Adesso, nero come un fiammifero spento in mezzo alle residenze milionarie di Notting Hill, funge da monito su tutto quello che non va in questo Paese. La frase che lo elegge a simbolo è un verso di Ben Okri, poeta nigeriano.

     

    quel che resta di grenfell tower quel che resta di grenfell tower

     Sabato il Financial Times ha pubblicato una sua poesia, "Grenfell Tower, June, 2017", scritta subito dopo la tragedia, accanto a un articolo sulle sventure di questa "estate calda londinese": l' attacco terroristico sul London Bridge, il successivo atto di terrorismo anti-islamico davanti alla moschea di Finsbury Park e appunto l' incendio della torre dei poveri, degli immigrati, della gente comune. Uno spettro che non accenna ad andarsene dalla coscienza della Gran Bretagna.

    palestra grenfell tower palestra grenfell tower

     

    «Se volete vedere come muoiono i poveri, guardate la Grenfell Tower», recita il ritornello della poesia. «In quest' era di austerità, i poveri muoiono per l' altrui prosperità», continua. E ancora: «Sono morti affinché si potessero risparmiare soldi». Sappiamo esattamente quanti: 2 sterline, circa 2 euro e mezzo, al metro quadro. Tanto hanno risparmiato le autorità scegliendo come rivestimento esterno, nel restauro di due anni or sono, un tipo di pannelli altamente infiammabili, messi al bando nel resto d' Europa. I responsabili potranno essere incriminati per omicidio colposo. Sulla vicenda indaga, oltre alla polizia, una commissione pubblica, nominata per fare piena luce sulla sciagura e trarne le opportune lezioni.

    interni grenfell tower interni grenfell tower

     

     

    La prima è stata ordinare urgenti ispezioni di altri edifici dello stesso genere: le Council Houses, come qui si chiamano gli alloggi popolari, sovvenzionati dallo stato ai meno abbienti. Per ora, sessanta palazzi risultano avvolti dal medesimo modello di rivestimenti. Il conto finale potrebbe essere più alto: secondo i giornali sono 600 le torri a rischio. Così nel fine settimana è iniziato un precipitoso sgombero di migliaia di inquilini. «Non ci hanno lasciato neanche il tempo di raccogliere le nostre cose », si lamenta una donna.

    TORRE GRENFELL TORRE GRENFELL

     

    Un centinaio di persone, nella zona di Camden Town, si sono rifiutate di lasciare le abitazioni. «Parlano di quattro settimane, ma nessuno è in grado di dirci quanto dureranno i lavori», protesta uno degli sfollati. Per adesso li hanno sistemati in scuole e centri sportivi, a dormire su materassini gonfiabili, per terra. La fretta è comprensibile: il governo non vuole rischiare altri incendi. Ma l' operazione è precipitata nel caos e a farne le spese, di nuovo, sono i poveri. Sempre loro.

     

    Come se non bastasse, un gruppo di sopravvissuti della Grenfell Tower, provvisoriamente alloggiati in un Holiday Inn, all' improvviso hanno ricevuto l' ordine di traslocare da un' altra parte, perché le stanze dell' hotel sono «prenotate per altri clienti». Dopo il danno, per alcuni fatale, la beffa. Quasi un accanimento della sorte. O di chi ha in mano le leve del comando per orientarla.

     

    corbyn corbyn

    Il grattacielo che svetta «come una zona di guerra in un quartiere alla moda», per citare un altro verso di Okri, diventa così davvero il simbolo di tutto quello che va storto. Il terrorismo, di qualunque colore. La premier Theresa May, che non riesce a formare la maggioranza di governo e potrebbe dimettersi da un giorno all' altro. L' economia che rallenta fra le ansie sulla Brexit, il cui negoziato, appena cominciato, suscita a Londra ripensamenti e apprensioni. «L' Europa ride di noi», scrive l' Observer. «Ci considerava la nazione più pragmatica del continente e ora sembriamo la banda che non ne combina una giusta».

    cucina nella grenfell tower cucina nella grenfell tower

     

    La battuta di un inglese, sentita nel week-end a un party amaramente dedicato all' anniversario del referendum sull' Unione Europea, riassume l' umore dominante: «Da Cool Britannia degli anni del blairismo siamo diventati un brand gravemente danneggiato ». Il malessere si avverte ovunque, perfino nello sfogo del principe Harry, che rivela di avere desiderato di scomparire, di uscire dalla famiglia reale, e ammette: «La mia generazione dovrà modernizzare la monarchia, non può andare avanti così ».

     

    corbyn a glastonbury 2017 54 corbyn a glastonbury 2017 54

    L' unico messaggio positivo, in questo crocicchio di sciagure, rabbia e pessimismo, viene da Jeremy Corbyn. Destinato a una sconfitta epocale, secondo avversari, giornalisti, sondaggisti, il leader laburista, con il suo programma di eguaglianza e giustizia sociale, è emerso dalle elezioni dell' 8 giugno come il vincitore morale, ora supera nei sondaggi Theresa May e, se si rivotasse, potrebbe anche diventare primo ministro. Ma soprattutto promette e suscita speranza.

     

    BEN OKRI BEN OKRI

    Come ha fatto sabato, accolto da star al festival rock di Glastonbury, citando i versi di Percy Shelley: «Levatevi come leoni dopo il torpore in numero invincibile, fate cadere le vostre catene a terra come rugiada che nel sonno sia scesa su di voi. Voi siete molti, essi son pochi».

     

    Li ha ripetuti per tutta la campagna elettorale, il cui slogan, " for the many, not the few" (per i tanti, non per pochi) arrivava proprio da lì.  “Oh Jeremy Corbyn", ha risposto in coro, sulla melodia di "Seven Nation Army" dei White Stripes, il popolo del festival. Di questo sembra avere bisogno la Gran Bretagna per rimettersi in piedi. Di speranza. E di poesia.

     

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