• Dagospia

    COSA AVRA' DETTO LUCA LOTTI (PER UN’ORA) AI MAGISTRATI? - IL MINISTRO DELLO SPORT INTERROGATO DAI PM DI ROMA PER IL CASO CONSIP – E’ INDAGATO PER RIVELAZIONE DI SEGRETO D’UFFICIO: AVREBBE INFORMATO MARRONI DELL’INCHIESTA CHE HA PORTATO IN GALERA ALFREDO ROMEO – IL 27 DICEMBRE IL BRACCIO DESTRO DI RENZI NEGO’ OGNI COINVOLGIMENTO...


     
    Guarda la fotogallery

     

    Dal Fatto Quotidiano

     

    tiziano renzi luca lotti tiziano renzi luca lotti

    È terminato l’interrogatorio del ministro dello Sport Luca Lotti, indagato per rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento nell’indagine sulla fuga di notizie relative al caso Consip. Il braccio destro di Matteo Renzi doveva rispondere alle domande del pm Mario Palazzi, responsabile del fascicolo, alla presenza del procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e dell’aggiunto Paolo Ielo, lontano dalle stanze di piazzale Clodio. L’incontro tra indagato e inquirenti è durato poco più di un’ora. L’atto istruttorio si è svolto negli uffici dei carabinieri di via in Selci.

     

    ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

    Secondo l’ipotesi degli inquirenti l’allora Sottosegretario alla presidenza del Consiglio – la cui iscrizione è stata rivelata dal Fatto Quotidiano il 23 dicembre con un articolo di Marco Lillo – avrebbe rivelato all’allora amministratore delegato della centrale acquisti per la pubblica amministrazione, Luigi Marroni, l’esistenza dell’inchiesta che poi ha portato in carcere il funzionario Marco Gasparri e l’imprenditore Salvatore Romeo per una tangente da 100mila euro.

     

    EMANUELE SALTALAMACCHIA EMANUELE SALTALAMACCHIA

    Con Lotti sono stati iscritti, in questo filone dell’inchiesta, il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell’Arma Emanuele Saltalamacchia e il presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni. Questo è il secondo interrogatorio per Lotti che il 27 dicembre si era presentato dai pm per negare tutto. A far finire nei guai il ministro sono state le dichiarazioni proprio di Marroni che ha raccontato agli inquirenti come fu avvertito delle indagini in corso. Il top manager, che ha confermato tutto successivamente, è stato poi di fatto silurato dal governo cui spetta la nomina dei vertici di Consip.

     

     

    WOODCOCK SCIARELLI WOODCOCK SCIARELLI

    Esiste anche un altro fascicolo per una fuga di notizie sulla vicenda Consip – di cui la stampa italiana ha cominciato a parlare solo dopo gli arresti – e riguarda gli atti istruttori coperti da segreto di cui sono venuti a conoscenza organi di stampa. Per questa vicenda il Noe venne sollevato dalle indagini che furono affidate al Nucleo investigativo di Roma, e nel fascicolo sono finiti i nomi del pm di Napoli Henry John Woodcock, e la conduttrice di Chi l’ha visto Federica Sciarelli.

     

    IELO IELO

     Inoltre risponde di falso il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, che secondo gli inquirenti avrebbe alterato in più punti l’informativa sulla quale si basavano buona parte delle accuse a Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze; e il vice comandante del Nucleo operativo ecologico, Alessandro Sessa, è accusato di depistaggio per aver mentito nel corso di un’audizione testimoniale con i pm. E nell’ambito di questo filone che il vicedirettore del Fatto Quotidiano e le persone a lui vicine, compreso il padre 96enne, sono stati perquisiti.

     

    scafarto scafarto

    Due giorni fa nel primo filone è stato sentito come persona informata sui fatti (leggi) il capitano del Nucleo tributario della guardia di Finanza di Napoli, Sebastiano Di Giovanni. Completamente estraneo alle indagini, Di Giovanni è uno dei tre firmatari di un’informativa depositata il 9 gennaio scorso. Con lui hanno firmato l’atto il maggiore Roberto Costanzo (mai sfiorato dall’inchiesta) e il capitano Gianpaolo Scafarto del Noe.

     

    Per la procura di Roma solo i passaggi dell’informativa redatti da Scafarto sarebbero stati falsificati tanto che il capitano del Noe è indagato per falso. Non solo, i pm gli contestano anche la rivelazione di segreto d’ufficio per alcune mail (con i contenuti dell’inchiesta) inviate ad ex colleghi poi andati all’Aise, il servizio segreto estero. Sul contenuto dell’audizione di Di Giovanni c’è il massimo riserbo.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport