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    AMERICA FATTA A MAGLIE - IL NUOVO SCANDALO SI CHIAMA TRANSGENDER E MILITARI, MA TRUMP HA SOLO ACCONSENTITO A UNA RICHIESTA DEI VERTICI DELLA DIFESA - IL RUSSIAGATE IN FASE CALANTE DOPO LE AUDIZIONI DI KUSHNER E MANAFORT - L’ERRORE DI COLPIRE SESSIONS, UNO DEI POCHI REPUBBLICANI CHE È STATO AL SUO FIANCO - SCARAMUCCI PROMETTE DI LICENZIARE CHI DÀ I ‘LEAK’ ALLA STAMPA - L’ATTACCO DEL DEM SCHUMER: BASTA RUSSI E COMEY, SE ABBIAMO PERSO È COLPA NOSTRA E DELLA CLINTON


     
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    Maria Giovanna Maglie per Dagospia

     

    trans in fila per il servizio militare trans in fila per il servizio militare

    Appena lanciato dal New York Times, il nuovo scandalo si chiama transgender e militari. Donald Trump ha infatti acconsentito alla richiesta dei vertici dell’esercito e abolito la concessione di Obama a persone transgender di arruolarsi, spiegando che lo sforzo psicologico di cambiare sesso e identità è in contrasto con la necessità di disciplina e concentrazione che a un militare si richiede , e che i costi sono troppo alti. Vi sembra scandaloso? Aspettate e vedrete.

     

    Ci sono le chiacchiere, ci sono i numeri, e l'indice Dow Jones aumenta di 115 punti, un nuovo record, mentre la la Coca-Cola e la Ford annunciano risultati trimestrali più forti e lusinghieri del previsto.

     

    Paul Manafort Paul Manafort

     Più basse le quotazioni del Russiagate, anche se nessuno ve lo scriverà o racconterà, tanto è vero che lo strombazzato mandato di comparizione davanti alla Commissione Giustizia del Senato per Jared Kushner, genero di Trump, il figlio Donald Junior, l'ex manager della campagna elettorale, Paul Manafort, è finito in una bolla di sapone, essenzialmente perché i tre,soprattutto Kushner e Manafort che erano quelli nel mirino, si sono messi a disposizione con dichiarazioni e documenti e hanno per ora soddisfatto le domande e i dubbi sugli incontri con esponenti russi durante la campagna, stando a quanto hanno dichiarato non solo il presidente repubblicano della commissione, ma anche il più agguerrito dei democratici, Adam Schiff.

     

    Donald Trump morde il freno chiaramente e continua ad attaccare il suo Attorney General, Jeff Sessions, ma sbaglia per varie ragioni. Se è vero che sulla Russia Session se l'è veramente e rapidamente fatta sotto, ricusandosi dall'indagine senza neanche avvisare il presidente, e quindi lasciando campo libero al vice Rod Rosenstein, è anche vero che si tratta di un repubblicano leale è di un trumpiano della prima ora.

    TRUMP DONALD JR JARED KUSHNER TRUMP DONALD JR JARED KUSHNER

     

    Non a caso i più influenti commentatori amici di Trump, da Buchanan a Limbaugh, ricordano al presidente che il suo ministro della Giustizia è una persona che ha sopportato per più di un anno il peso del dileggio nel partito stesso per essersi messo dalla parte del candidato scomodo, tanto che National Review, il giornale conservatore legato a dei fessi snob come Bill Kristol, ebbe a definirlo una prostituta.

     

    rush limbaugh rush limbaugh

    Gli ricordano anche che il vero serpente è il vice Attorney General Rod Rosenstein, passato ambiguo bipartisan, che ha messo tutto il potere in mano al procuratore speciale Mueller, che è un clintoniano, e che non si è preso nessuna responsabilità per aver consigliato il presidente di licenziare il direttore dell'FBI James Comey.

     

    Nel clima pesante di scontro che già c'è al Senato tra Partito Repubblicano e Casa Bianca, un licenziamento di Sessions verrebbe visto come una provocazione; infatti Trump per ora ha rinunciato a licenziarlo, ma non a stuzzicarlo, bombardandolo di tweets, come ha fatto anche oggi ricordando che c'è Andrew Cabe, facente funzioni dell' FBI, finché non sarà confermato quello che lui ha nominato, la cui moglie ha preso soldi da un governatore democratico per una candidatura a deputato del Partito Democratico. Drain the swamp, prosciugare la palude, continua ad essere il punto dolente.

     

    SESSIONS SESSIONS

     Sessions però sembra aver capito almeno questo,e siccome il posto non lo vuole mollare e pensa che il tempo sia gentiluomo, fa due cose: ricordare quel che sta facendo per rispettare pur nel caos e nella bufera l'agenda politica che ha portato Trump alla Casa Bianca, avviare per la serie meglio tardi che mai una indagine sui leaks, le spiate che in continuazione arrivano dall'interno dell'Amministrazione e dei suoi dipartimenti, ma anche dalle agenzie di intelligence, ai giornali. Grande Purga in arrivo?

     

    Sul fronte dell'iniziativa del Ministero della Giustizia, Sessions ha lavorato egregiamente per il suo presidente, solo che di normale amministrazione non si parla mai. Qualche esempio.

     

    Ha difeso a spada tratta l'ordine esecutivo di bando temporaneo per i provenienti da 6 paesi musulmani sospetti di terrorismo; ha combattuto una battaglia legale contro le cosiddette Sanctuary cities, le città santuario che si rifiutano di obbedire alle leggi federali in materia di sicurezza e immigrazione, avviando anche i procedimenti legali per togliere loro i fondi federali.

    la notte in cui hillary perse contro trump la notte in cui hillary perse contro trump

     

    Sessions ha anche rafforzato i controlli ai confini di terra, sostituito giudici troppo indulgenti, assunto nuovi giudici per evitare attese e stalli nei processi agli illegali, eliminato gli uomini di Barack Obama dagli uffici chiave, fatto fuori senza tanti complimenti il fondo che consentiva di concludere con transazioni monetarie una serie di liti su questione di diritti civili proposte da movimenti progressisti come il National Council of la Raza.

     

    Infine il Dipartimento di Giustizia ha rimesso in vigore con il cosiddetto Sessions memo il vecchio Ashcroft memo, dal nome dell’attorney general di Bush, che di fatto consente all'accusa di richiedere il massimo della pena se si sente in grado di ottenere una condanna e solo in casi eccezionali e motivati di ricorrere a richieste di pene più lievi.

     

    Ma è l'altra parte quella che sembra premere di più alla Casa Bianca. L'indagine sui leaks potrebbe portare a licenziamenti eccellenti e placare l'ira di Trump, ma soprattutto mettere fine a un comportamento mai accaduto nella storia e politica del paese, e che ha una doppia origine.

     

    chuck schumer con rifugiati chuck schumer con rifugiati

    La prima è la più importante sta nella ribellione generale dell'establishment di Washington, al 90% composto da democratici e simpatizzanti democratici, per l'elezione inattesa del candidato repubblicano; la seconda sta nella inesperienza del presidente e della cerchia dei suoi fedelissimi, a lungo isolati durante la campagna del partito repubblicano che li riteneva un corpo estraneo, e che ha portato un difficile ricambio di classe dirigente, a una tardiva e parziale realizzazione dello spoil system che regola il sistema americano. Se nell'ufficio che ora occupi tu nei gradi intermedi restano avversari, l'effetto non può che essere negativo.

    anthony scaramucci anthony scaramucci

     

    A questo l'amministrazione Trump sta ponendo rimedio, e per esempio la nomina del direttore delle comunicazioni di Anthony Scaramucci e’ una scelta precisa in questo senso. Dice Scaramucci col suo sorriso a 48 denti, in netta contrapposizione col ghigno schifato del suo predecessore, Sean Spicer, che è pronto a licenziare chiunque in ottemperanza a quanto richiesto dal Presidente per fermare I leaks e qualunque informazione non autorizzata proveniente dall'ufficio stampa.

     

    Non basta a Donald Trump, che ancora poco fa tuonava su Twitter perché Sessions non mette rapidamente sotto accusa le attività della candidata Hillary Clinton da quando era segretario di Stato fino alla campagna del 2016 per scoprire gli affari loschi della Fondazione che porta il suo nome assieme a quello del marito, e verificare chi abbia fatto imbrogli con la Russia.

     

     

    Attaccare invece di difendersi può sembrare una follia, tanto più quando ci sono vistose difficoltà come quella che l'amministrazione sta incontrando sulla vexata quaestio della riforma sanitaria nella quale il Partito Repubblicano sembra un muro di gomma diviso com'è tra estremisti e moderati, tutti ugualmente preoccupati delle elezioni di midterm il prossimo anno, ma soprattutto non schierati ne’ leali col presidente.

    terzo di battito tra hillary clinton e donald trump 2 terzo di battito tra hillary clinton e donald trump 2

     

    Ci sono però anche elementi di realismo nell'atteggiamento di Trump, che è un pazzo molto padrone della sua follia. Intanto della Clinton e delle sue recriminazioni sono stanchi anche democratici che contano, in testa Chuck Schumer, l'altro senatore democratico dello stato di New York, sempre leale alla Clinton, che ora si è veramente stufato e rilascia al Washington Post una lunga e crudele intervista che naturalmente non avete letto sui giornali italiani, nella quale dice che è ora di farla finita col dare la colpa alla Russia o a Comey o agli hackers, perché la colpa è solo e soltanto del candidato sbagliato e del partito mal gestito, e se le elezioni le ha vinte uno che ha il 40% di consenso nel Paese, per il Partito Democratico è ancora più grave, non una giustificazione come tenta di far passare Hillary Clinton.

     

    IN FILA PER IL RALLY DI TRUMP A YOUNGSTOWN IN FILA PER IL RALLY DI TRUMP A YOUNGSTOWN

     

    Ma se di 40% solamente si tratta, come pur sostiene la Gallup, nei rally trionfali del presidente si vede che si radunano tutti da tutto il Paese, come è accaduto l'altro giorno in Ohio, a Youngstown e questo è l'altro elemento che dà forza a Trump. Tenete conto che si tratta di un'area tradizionalmente e solidamente democratica, eppure già all'una del pomeriggio non c'era un solo posto libero, 20000 persone in attesa di entrare per 6000 posti a sedere in tutto e quindi si montava in gran fretta uno schermo gigante all'ingresso della zona centrale.

     

     

    Cappelletti bianchi e rossi e blu bandiere magliette le targhe delle macchine mostravano un viaggio lungo dal Michigan, dall’indiana, dalla Pennsylvania, per vedere il presidente e sentirlo parlare direttamente a loro nella città della Rust Belt.

     

    DONALD E MELANIA TRUMP RALLY A YOUNGSTOWN DONALD E MELANIA TRUMP RALLY A YOUNGSTOWN

    CNN e le altre tv avversarie non sono riusciti a nascondere che Trump, e la ormai onnipresente e fondamentale Melania, ha ricevuto un'accoglienza da eroe in contrasto diretto e stridente con le cronache di indagini, sospetti, minacce di impeachment che vengono dalla capitale. A 6 mesi dall'insediamento e nonostante tutto, il paese profondo e dimenticato che lo ha votato è contento del suo presidente e speranzoso nel futuro. Chi la spunterà?

     

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