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    OGNI DIETETICA È ANCHE UN'ETICA - MARINO NIOLA: “IL SUCCESSO DEL CIBO CRUELTY FREE È DOVUTO A UNA MORATORIA IN NOME DEI DIRITTI DEL VIVENTE. È UN'OBIEZIONE DI COSCIENZA ALIMENTARE. COME PITAGORA CHE PROVAVA ORRORE PER LO SPARGIMENTO DI SANGUE ANIMALE MA SOLO DELLE CREATURE AMICHE DELL'UOMO: BUOI, PECORE, ASINI E CAVALLI…” 


     
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    MARINO NIOLA 2 MARINO NIOLA 2

    Marino Niola per “la Repubblica”

     

    La tribù vegetariana diventa sempre più numerosa. Secondo l'ultima stima Eurispes, l'8% dei nostri connazionali ha scelto di rinunciare alla carne. E, nonostante il recentissimo altolà delle tre più importanti associazioni pediatriche nazionali che - con il documento "Position Paper Sipps-Finp-Simp sulle diete vegetariane in gravidanza ed età evolutiva" - hanno denunciato i pericoli della scelta veggie per i bambini e decisamente condannato l'opzione vegana, la proteina green continua a far proseliti. Circa cinque italiani su cento sono vegetariani.

    marino niola miti d oggi marino niola miti d oggi

     

    Mentre il numero dei vegani è triplicato nel 2017, superando il 3% della popolazione. Un vero boom le cui ragioni sono più ambientaliste che salutiste. Più filosofiche che fisiologiche. Il successo del cibo cruelty free, infatti, è dovuto soprattutto ad una moratoria alimentare in nome dei diritti del vivente. La maggior parte di noi rinuncia a bistecche e salsicce per amore dei nostri fratelli a quattro zampe.

    PITAGORA PITAGORA

     

    E, a ben vedere, è sempre stato così fin dalle origini del vegetarianesimo. Che è a tutti gli effetti un' obiezione di coscienza alimentare. E le sue spiegazioni sono troppo complesse e nobili per essere solo nutrizionali. Le attuali preoccupazioni per la salute, l'idea che la carne faccia male, s'incrociano con motivazioni molto più alte che risalgono ai fondatori del pensiero occidentale. Come Pitagora, padre nobile di tutte le diete verdi, che provava orrore per lo spargimento di sangue animale.

     

    OVIDIO OVIDIO

    Al punto da rifiutare di toccare i macellai, che considerava impuri. Portatori di una contaminazione fatale. D'altra parte che la carne abbia in sé qualcosa di cruento, lo dice la parola stessa, che si forma dalla radice indoeuropea Kr, da cui derivano, in molte lingue occidentali, parole come crudo, crudele, duro, sanguinoso e perfino cadavere. Un'etimologia che mette d'accordo tutte le fedi veg, antiche e moderne.

     

    Il racconto più commovente dell'afflato pitagorico verso gli animali lo ha fatto duemila anni fa Ovidio, nel quindicesimo libro delle Metamorfosi. A rileggere quelle pagine con la sensibilità di adesso si rischia di convertirsi tutti alla non violenza alimentare. Anche se, ad onor del vero, l'inventore delle tabelline non vietava ogni tipo di carne, ma solo quelle degli animali amici dell'uomo. Buoi, pecore, asini e cavalli.

     

    Mentre alzava disco verde sul maiale selvatico, colpevole di rovinare le coltivazioni e di contaminare l'habitat. E anche sul caprone, reo di distruggere i vigneti. Insomma, la sua era una forma di filosofia ecologista ante litteram.

    bistecca cruda bistecca cruda

     

    Ereditata in pieno dalla parte più spirituale del cristianesimo che accentua la spinta verso l'astinenza dal cibo di origine animale. Come San Francesco e il suo Cantico delle creature. Da qui ai grandi rinuncianti moderni come Gandhi, e ai nuovi influencer del credo erbivoro come Lisa Simpson, il passo è breve. E sempre di ordine morale. Perché in realtà ogni dietetica è anche un'etica.

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