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    STATE IN CAMPANA (MICAELA) – 17 PERSONE RINVIATE A GIUDIZIO PER AVER DICHIARATO IL FALSO NEL PROCESSO DI “MAFIA CAPITALE”. CI SONO ANCHE LA DEPUTATA DEL PD E ANTONIO LUCARELLI, EX BRACCIO DESTRO DI ALEMANNO – LA CAMPANA AVEVA NEGATO “NUMEROSE CIRCOSTANZE DELLA SUA VITA PROFESSIONALE”, MENTRE L’EX COLLABORATORE DELL’EX SINDACO AVEVA AFFERMATO DI NON CONOSCERE CARMINATI


     
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    Da www.ilfattoquotidiano.it

    MICAELA CAMPANA MICAELA CAMPANA

     

    Sono accusati di aver dichiarato il falso durante il processo di primo grado a Mafia Capitale. Per questo motivo la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 17 persone. L’udienza preliminare è stata fissata al prossimo 18 dicembre davanti al gup Costantino De Robbio.

     

    Tra le persone che il giudice dovrà decidere se mandare a processo, come chiesto dal pm Luca Tescaroli, ci sono anche Micaela Campana, deputata del Pd, e Antonio Lucarelli, stretto collaboratore dell’allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno. I pm hanno chiesto l’archiviazione per l’ex sottosegretario degli Interni, Filippo Bubbico.

     

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    In base all’impianto accusatorio, Lucarelli, sentito il 20 marzo del 2017 nell’aula bunker di Rebibbia, “ha affermato, contrariamente al vero, di non conoscere Massimo Carminati, di non essere mai stato contattato dallo stesso nel periodo in cui ha svolto le mansioni di capo segreteria di Alemanno, di non aver subito da Carminati alcuna intimidazione e di aver avuto rapporti conflittuali con Salvatore Buzzi che, poi, ridimensionava nella rilevanza”.

    ANTONIO LUCARELLI GIANNI ALEMANNO ANTONIO LUCARELLI GIANNI ALEMANNO

     

    Alla Campana, invece, viene contestato di avere “negato reiteratamente numerose circostanze della sua vita politica e personale”, fra le quali “la richiesta rivolta a Buzzi di curare il trasloco per il cognato Nicolò Corrado“.

     

    Diversi i passaggi contestati alla deputata nel corso della sua audizione del 17 ottobre del 2016. Tanto che la presidente del collegio giudicante, Rosanna Iannello, l’aveva esortata più volte a dire la verità. “Lei non può rispondere dicendo: ‘Probabilmente sì’.

     

    buzzi buzzi

    Lei è una componente della commissione Giustizia e dovrebbe sapere che il testimone risponde sui fatti di cui è a conoscenza. E qui non facciamo giudizi sulla base di probabilità”, diceva la giudice. “Lei è anche una persona giovane – aggiungeva – quindi questo “non ricordo” continuo come ce lo spiega?“. “Faccio anche altre cose“, era la risposta lapidaria della parlamentare Pd.

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