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    MORIRE MENTRE SI BEVE UN CAFFE’ AL BAR – A BRESCIA UNA DONNA E’ STATA INVESTITA E UCCISA DA UN'AUTO: ERA SEDUTA AL TAVOLINO DI UN LOCALE - “DOPO L' IMPATTO È VOLATA FINO ALL'INGRESSO DEL BAR”


     
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    Mara Rodella per il “Corriere della Sera”

     

    Una questione di attimi. Giusto il tempo di mettersi le mani tra i capelli e trattenere il fiato. Ma c' è stato qualcuno che dopo il botto, pochi metri più in là, passeggiando sul marciapiede ha temuto davvero si potesse trattare di un «attentato». Un' auto che piomba sui tavolini di un bar in pieno giorno, in una trafficata strada che porta al centro storico di Brescia e una donna che resta ferita. E appare subito gravissima.

     

    Questione di attimi e il panico rientra quasi subito, cedendo il passo alla pur drammatica ricostruzione di una sequenza quasi surreale. È circa l' una del pomeriggio quando in via Milano - di fronte al cimitero monumentale Vantiniano e a pochi passi dal palazzo della Provincia - una Chevrolet Spark piomba sui tavolini del bar «Leo Gaio» e travolge in pieno una signora che se ne sta seduta lì da sola.

     

    «Dopo l' impatto è volata fino all' ingresso del locale» dirà un testimone che stava passando in auto e si è fermato per prestare soccorso. Le tracce di sangue, in effetti, portano dritte all' entrata.

     

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    Lina Gorni, 55 anni, abitava soltanto un paio di civici oltre quella vetrata. «E qui ci veniva praticamente tutti i giorni» dicono al bar. Certo non immaginava che ieri sarebbe stata l' ultima volta. Rianimata e trasferita all' ospedale Civile in condizioni già critiche, è morta un paio d' ore dopo a causa delle lesioni riportare durante l' impatto tremendo.

     

    Stando alla ricostruzione della Polizia Locale, che ha raccolto la testimonianza della signora sulla sessantina alla guida della piccola utilitaria (sotto choc, ma sostanzialmente illesa), la sua Chevrolet avrebbe urtato lateralmente un' Alfa Mito che si trovava alla sua destra, pronta per svoltare a sinistra, cioè sul lato del bar, ed entrare in un cancello.

     

    A quel punto, forse a causa di una sterzata d' istinto per evitare uno scontro più pesante, la conducente ha perso il controllo della sua auto che ha invaso la corsia opposta di marcia per poi finire sui tavolini del bar. Senza lasciare scampo alla signora Lina.

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    Lì, sul marciapiede, restano le fettucce bianche e rosse posizionate dalle forze dell' ordine a delimitare i pochi metri nei quali si è consumato il dramma. L' alone delle macchie di sangue e la tristezza. Qualcuno se la prende con il destino. E fissa lo sguardo sulle tovaglie colorate spiegazzate e ancora in bilico tra i tavolini e l' asfalto, sui frammenti di carrozzeria scaraventati tra il posacenere pieno e i tovagliolini bianchi di carta sparpagliati ovunque. Tra le sedie grigie di ferro ce n' è una che balza all' occhio, accartocciata su se stessa: lì c' era seduta Lina, da sola, a sorseggiare un caffè dopo aver mangiato.

     

    Non ha nemmeno avuto il tempo di rendersi conto e provare a scappare da quell' automobile giallo limone che le stava piombando addosso: un grido sordo, accennato, e quel botto tremendo.

     

    Al comando dei vigili sono stati accompagnati sia la conducente della Chevrolet che quello dell' Alfa, per mettere nero su bianco a verbale la ricostruzione dell' incidente.

     

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    Nessun attentato, nulla del genere. Ma la morte assurda di una signora che come ogni giorno era scesa nel bar sotto casa. Ed è stata travolta da un' auto fuori controllo.

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