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    NESSUNO HA FATTO BINGO - NEL 2000 LO STATO AVEVA PROGRAMMATO L’APERTURA DI 800 SALE BINGO, OGGI SONO 208 - MOLTE NON HANNO APERTO, ALTRE SONO FALLITE, STRANGOLATE DALLA CONCORRENZA DELLE SCOMMESSE E DEL POKER ONLINE - IL VERO AFFARE? L’HANNO FATTO SOLO I COSTRUTTORI DELLE SALE


     
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    1 - IN CRISI IL BINGO, GIOCO POVERO DIMEZZATE LE SALE ITALIANE

    Lodovico Poletto per la Stampa

     

    sale bingo italiane sale bingo italiane

    E dire che tutto era iniziato in pompa magna, con numeri che farebbero girare la testa anche oggi che la lira non c' è più. Perché il Bingo, nel 2000, era la novità assoluta nel mondo dei giochi, pronto a sbarcare in Italia di lì a poco (nel 2001) dopo un successo senza pari in Spagna e nel Regno Unito. E nell'immaginario dei giocatori potenziali c'erano locali mitici dove andare in visita per scoprire in anteprima cosa sarebbe accaduto di lì a poco a casa nostra.

     

    E il Flamingo di Barcellona era una tappa obbligata: code all'ingresso, luci blu, viola, gialle. E poi tavoli strapieni e camerieri che portavano ai vincitori di cinquine e Bingo vassoi carichi di pesetas. Qui dai noi, invece, c' erano investitori pronti a mettere mano al portafoglio favoleggiando incassi corposi che, di conseguenza, avrebbero fatto benissimo anche alle casse dello Stato.

     

    sala bingo sala bingo

    Diciassette anni dopo - ma qui la superstizione non c'entra nulla - il Bingo tira le somme. E se non si può dire che ha fatto flop, perché sarebbe una menzogna smascherabile con quattro numeri, si può attestate senza tema di smentita che la tombola istantanea in Italia è in coma. Due cifre bastano per capire cos'è accaduto. Nel 2000 lo Stato programmò l'apertura di 800 sale: dalla Valle d' Aosta alla Sicilia. Un' enormità.

     

    Oggi, e se i numeri non sono cambiati nell' ultimo mese - e in peggio - ne restano attive 208. Le altre 600 o poco meno sono svanite. Molte non hanno mai nemmeno aperto. Le altre sono evaporate poco alla volta, tra fallimenti, chiusure decise a tavolino per inestinguibili buchi nei bilanci. Ad ascoltare le parole di Italo Marcotti, presidente di Federbingo, associazione di categoria vicina a Confindustria: «La crisi dei Bingo è mondiale. C'è stata una decrescita che ha interessato tutti. Non soltanto l'Italia, anche se qui la situazione è complicata».

     

    sala bingo sala bingo

    Da cosa? Facile: dai costi. Per aprire una sala, nel 2000 servivano miliardi, in lire eh, ma sempre miliardi. Bisognava sottoscrivere una fidejussione da circa un miliardo e costruire le sale secondo regole fissate da Roma. I tavoli da 8 giocatori, gli arredi e tutto il resto costavano l'iradiddio. Un altro miliardo almeno se la sala era di media grandezza.

     

    Un milione e rotti di euro, tradotto nella moneta di oggi. Che detta così non sembrano molti, ma nel 2000 il potere d'acquisto era diverso e due miliardi avevano un peso anche nelle tasche di investitori solidi. Speranze di rifarsi? Tante. ma soltanto sulla carta. A conti fatti, la storia è andata in un altro modo. «Perché il Bingo è un gioco povero, e il nostro target di frequentatori delle sale è basso» insiste Marcotti che in quel mondo è un' autorità assoluta.

     

    Diciassette anni dopo, il Bingo incassa in totale, ogni anno, un miliardo e 400 milioni: da cui bisogna togliere i soldi che vanno all'Erario, quelli delle vincite e i costi. Tra tutti anche 5 mila euro al mese per i diritti di concessione. Un ennesimo balzello.

    Jackpot sala bingo Jackpot sala bingo

     

    A un euro a cartella di gioco, di estrazioni bisogna farne un bel po'. E le sale non è che siano particolarmente piene, anche perché ai tavoli non si parla. Si gioca, si fuma, e al massimo si mangia. «Il cibo è la nuova tendenza: le sale si stanno reinventando per cercare di sopravvivere ed essere più attrattive. Food a costi contenuti e gioco, possono essere una strada di salvezza» dicono ancora gli esperti del settore.

     

    Sarà. Ma per ora vale ancora la considerazione di Marcotti: «Molto spesso il Bingo è stato un business solo per chi ha costruito le sale». Non per gli investitori. E tantomeno per i giocatori che se sono molto fortunati se ne vanno con una vincita di poche centinaia di euro. Ma è raro.

     

    2 - LA PAROLA D’ORDINE TRA GLI ADEPTI: RESISTERE

    Giuseppe Culicchia per la Stampa

     

    BINGO BINGO

    E allora: le sale Bingo, complici forse le slot che si trovano presso bar e tabaccai, ma anche lo stesso bingo on-line, sono in crisi ormai da anni, e qua e là chiudono i battenti su e giù e in lungo e in largo lungo e attraverso lo Stivale. E però non mollano. La parola d'ordine, tra gli adepti del Bingo, è «Resistere, resistere, resistere».

     

    Di recente, era lo scorso mese di dicembre, ne è stata chiusa una a Borgaro, comune della cintura torinese. Ma solo per dieci giorni, e si trattava di una disposizione del giudice dovuta al fatto che due minorenni - peraltro accompagnate dalle madri - erano state sorprese dalla polizia a giocare alle slot: ai titolari della sala, detto per inciso, oltre alla chiusura forzata è stato anche ingiunto il pagamento di una multa di 73 mila euro, mica poco.

     

    L'ARRIVO IN ITALIA

    SALA BINGO SALA BINGO

    Era il 2001 quando in Italia, sull'onda del successo registrato dal gioco in Spagna, vennero aperte le prime sale Bingo. Lì per lì sembrava che il settore dovesse avere margini di crescita elevatissimi: i più ottimisti sostenevano che nel Belpaese ci fosse spazio addirittura per 800 sale. In realtà non si è mai arrivati a 300.

     

    Ma nel frattempo la febbre del gioco in generale - che troppo spesso diventa vera e propria malattia - veniva alimentata da non pochi concorrenti, tra cui il poker e le agenzie di scommesse on-line. E un po' ovunque, complici anche le violenze di una parte della clientela, vedi a titolo di esempio quanto accaduto anni fa a Mestre, ordinanze comunali hanno via via limitato gli orari di apertura dei posti dove si danno appuntamento i fanatici del Bingo.

    SALA BINGO SALA BINGO

     

    Tuttavia, malgrado la crisi che ha indubbiamente investito il settore come si è detto le sale Bingo resistono, resistono, resistono. E forse ci vorrebbe uno studio sociologico per mettere in luce come tale resistenza sia molto probabilmente una cosa legata a più fattori. Chessò: da un lato l'invecchiamento medio della popolazione italiana, e dall' altro la contestuale chiusura di luoghi dove un tempo gli anziani socializzavano, come le bocciofile.

     

    Per tacere della scomparsa dei circoli di partito: a Torino, per esempio, se nei quartieri già operai dove un tempo si votava Pci oggi il Pd perde forse è anche perché la progressiva riduzione dei suddetti circoli ha visto in parallelo il proliferare delle sale Bingo. Dove, per l'appunto, ben o male si socializza.

     

    PUNTI DI RITROVO

    SALA BINGO SALA BINGO

    Non c'è bisogno (anche se sarebbe bene farlo, specie prima di iniziare a giocare) di leggere «Il giocatore» di Dostoevskij per sapere fino a che punto il gioco può rovinare - non solo economicamente - un uomo o una donna. Basta avere in casa un soggetto vittima di tale patologia: che come sappiamo nel nostro Paese è sempre più diffusa.

     

    Ma il gioco on-line, come quello che si pratica nelle slot nascoste nel retro di bar e tabaccherie, comporta innanzitutto isolamento e solitudine. Nelle sale Bingo invece c' è comunque una qualche forma di socializzazione. E dev'essere proprio per questo che, a dispetto di tutto, le sale Bingo resistono. Un tempo in famiglia ci si riuniva per giocare a tombola nelle festività natalizie. Oggi che alla pari dei circoli del Pd e delle bocciofile anche la famiglia è a rischio di estinzione, resta accesa almeno la luce al neon delle sale Bingo

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