DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Hayley MacMillen per “Esquire”
Le radici del porno risalgono al periodo del Rinascimento, con l’esplosione della letteratura erotica. C’è poi stata l’era video, che ha reso i contenuti molto più espliciti, e l’era digitale, che li ha resi accessibili a tutti e gratuitamente, basta avere un telefono e una connessione. Come è cambiata l’industria per adulti?
Innanzitutto le produzioni di alta qualità non funzionano più. Dimenticate film alla ‘Gola profonda’. Il 95% delle attuali produzioni sono ‘gonzo porn’, set al minimo, niente costumi e trama, atmosfera amatoriale. Costa poco realizzarle e si girano velocemente.
Finiti i tempi del noleggio di videocassette hard e anche dell’abbonamento on line. Il porno si vede sempre e ovunque, soprattutto dai computer dell’ufficio e dallo smartphone.
Sempre più donne consumano il porno, nel 2016 hanno costituito il 26% dell’utenza mondiale, cresciuta del 3% rispetto all’anno precedente. Le coppie guardano il porno insieme, ma resta principalmente una attività solitaria.
L’uso del profilattico è cambiato totalmente. Negli anni ’80, a parte qualche tutela per via della crisi dell’AIDS, il condom non era obbligatorio, in pratica non veniva mai usato nelle scene eterosessuali. Negli anni ’90 solo la ‘Wicked Pictures’ faceva eccezione e imponeva protezione agli attori. Nel 2012 è diventata la regola in California. Risultato: gli studi si sono spostati in Nevada e Arizona.
il porno si guarda sempre piu in pubblico
Le pornostar non firmano più contratti per più film insieme. Vengono generalmente pagate a scena o ad atto sessuale. I budget sono bassissimi rispetto al passato, a causa della pirateria. Fino a qualche tempo fa una pornostar incassava di media 100.000 dollari l’anno, oggi 50.000. E li guadagna non solo con i film, deve mantenersi popolare sui siti, con il webcamming, il merchandising. Le star del settore sono quelle che durano dai 4 ai 6 mesi. La pirateria è costata all’industria del porno oltre due miliardi di dollari l’anno.
Parte della nuova utenza si deve alla nascita del porno indie e femminista. Il lavoro di questi registi e produttori attira un pubblico che prima non si sentiva stimolato dai contenuti. Esiste il porno per le lesbiche, per i queer, per i trans, diventato categoria agli Oscar del settore.
La percezione della pornostar è cambiata. Negli anni ’90 era una fantasia irraggiungibile, una donna idealizzata, ora è la ragazza della porta accanto. Se la incontri per strada, non capisci nemmeno che lavoro fa. Il tipo maistream resta comunque la donna magra e con la vita stretta. Negli anni ’90, nella top ten delle performer, solo una ammetteva di essersi rifatta il seno, nel 2000 erano cinque, ultimamente vanno i corpi meno curvilineei, come quello di Stoya. Di contro, la domanda per ‘le plus size’ è in crescita.
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