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    PARRUCCONI CONTRO PARRUCCHINO – ALLARME DELLA BCE CONTRO LA RIFORMA FISCALE DI TRUMP: L’ABBASSAMENTO DELLE TASSE NEGLI USA PUO’ INNESCARE SVALUTAZIONI COMPETITIVE E SUPER EURO – I BUROCRATI UE SONO TERRORIZZATI. MA A NESSUNO VIENE L’IDEA DI SEGUIRLO? 


     
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    R.E. per la Stampa

     

    i capelli di donald trump al vento i capelli di donald trump al vento

    La riforma fiscale voluta dal presidente Usa Donald Trump per attrarre investimenti e capitali «rischia di intensificare la competizione fiscale a livello globale, comportando una possibile erosione delle basi imponibili nei Paesi dell' Ue», con l' eurozona che potrebbe risentire dei «cambiamenti nel panorama fiscale internazionale, le cui conseguenze sono altamente incerte e complesse».

     

    Lancia l' allarme la Banca centrale europea, puntando un faro contro le svalutazioni competitive all' origine della «recente volatilità del tasso di cambio che rappresenta una fonte di incertezza da tenere sotto osservazione per le sue possibili implicazioni sulle prospettive a medio termine della stabilità dei prezzi».

     

    TRUMP A WALL STREET TRUMP A WALL STREET

    Ma vede anche il bicchiere mezzo pieno: «L' economia - scrive Francoforte - ha continuato a espandersi a un ritmo sostenuto, con un accelerazione superiore alle attese nella seconda metà del 20171». E «i rischi per le prospettive di crescita nell' area dell' euro sono sostanzialmente bilanciati». «Da un lato - spiega la Bce - il forte slancio congiunturale potrebbe dar luogo a ulteriori sviluppi positivi per la crescita nel trimestre a venire. Dall' altro» esistono «rischi al ribasso» che «rimangono principalmente riconducibili a fattori di carattere globale e agli andamenti dei mercati valutari».

     

    DRAGHI GIORNALISTI DRAGHI GIORNALISTI

    Tra luci e ombre, quello che emerge è il bisogno di continuità: «Sulla base dei risultati dell' analisi economica e dei segnali provenienti dall' analisi monetaria - si legge nel bollettino - il Consiglio direttivo ha confermato che è necessario continuare a fornire un grado elevato di accomodamento monetario per assicurare un ritorno durevole dei tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento».

     

    il palazzo della commissione europea a bruxelles il palazzo della commissione europea a bruxelles

    Insomma avanti così fino a settembre, con gli acquisti di 30 miliardi di euro al mese. Poi però servirà un tagliando, dice la Bundesbank che come al solito preme per contenere la politica ultraespansiva di Mario Draghi: se l' eurozona continuerà a crescere secondo le aspettative «un' estensione sostanziale degli acquisti oltre il termine annunciato non sembra essere necessaria», sottolinea Jens Weidmann, il presidente della banca centrale tedesca.

     

    Anche perché, se dalla metà di dicembre l' euro si è apprezzato del 4% sul dollaro e dell' 1% sullo yen, secondo Weidmann questo «rappresenta, almeno in parte, una reazione alle prospettive di crescita più favorevoli dell' area euro». Ma, al di là della consueta analisi ma croeconomica, questa volta la Bce focalizza l' attenzione anche sul fenomeno dei migranti, che alimenta spinte populiste e rischia di minare il disegno politico dell' euro.

     

    BCE FRANCOFORTE BCE FRANCOFORTE

    La Bce chiarisce che «l' impatto sulla forza lavoro finora è rimasto limitato», spiegando che «gli immigrati hanno un' età media inferiore e un livello di istruzione medio lievemente inferiore rispetto ai cittadini dei paesi ospiti». Per di più, «senza i recenti flussi migratori l' aumento dei lavoratori più anziani sarebbe ancor più pronunciato», considerando quanto sta aumentando la quota di occupati over 55 per effetto delle riforme previdenziali .

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