Tommaso Fregatti e Marco Grasso per “la Stampa”
QUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVA
Da una parte una nuova indagine della Finanza su alcuni recenti distacchi di cemento dal Morandi per capire se avrebbero potuto essere interpretati come avvisaglie del collasso del viadotto, dall' altra i dubbi dei pm se proseguire o meno con gli interrogatori degli indagati alla luce di silenzi, omissioni e poca voglia di collaborare.
Metà 2016, stabilimento di Ansaldo. Dal ponte Morandi si staccano due pezzi di pietra di grandi dimensione. Finiscono su alcune auto parcheggiate.
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L' azienda contatta Autostrade che avvia una pratica di sinistro con l' assicurazione e rimborsa chi ha subito danni. Dell' accaduto non viene informato praticamente nessuno. Né i vigili del fuoco né la polizia municipale. Come invece, sarebbe da prassi, quantomeno a livello di segnalazione.
Nell' inchiesta sul crollo del viadotto che lo scorso 14 agosto ha provocato la morte di 43 persone c' è un filone di indagine avviato in queste ore dai militari del primo gruppo della guardia di Finanza che per i pm riveste una certa importanza investigativa. E che riguarda crolli o distaccamenti dal ponte avvenuti in questi ultimi due anni dal Morandi.
il ponte di genova e le case sottostanti
I militari del nucleo operativo diretti dai colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco hanno sequestrato in queste ore documentazione relativa proprio ai crolli "minori". I magistrati vogliono capire se i distacchi possano essere stati avvisaglie del crollo e se Autostrade abbia fatto il possibile per approfondire questa situazione.
In queste ore i detective della Finanza hanno svolto decine di sopralluoghi e sentito diversi lavoratori e residenti della zona, come testimoni, per ricostruire questo aspetto. Molti hanno confermato come i distaccamenti nell' ultimo periodo fossero aumentati in maniera significativa. Sono state acquisite fotografie e filmati che nelle prossime ore saranno consegnati ai due periti della Procura, Pier Giorgio Malerba e Renato Buratti.
il crollo del ponte morandi a genova
Gli esperti li analizzeranno per capire se si sia trattato di normali distacchi di cemento o se fossero segnali importanti che avrebbero potuto preannunciare un cedimento della struttura stessa.
Sotto la lente dei pm Massimo Terrile e Walter Cotugno ci sono una decina di episodi definiti interessanti e due di questi «significativi». Durante i quali dal «Morandi» sono precipitati «pezzi grandi come un cornicione», viene sottolineato in una relazione preliminare.
Ma non solo, sotto accusa c' è la condotta tenuta da Autostrade che - è emerso in più di una circostanza - si limitava a stipulare polizze assicurative pagando i danni senza avvisare nessuno di quanto accaduto.
il crollo del ponte morandi a genova
Intanto in Procura ad un mese dalla tragedia si sta decidendo se sospendere o meno gli interrogatori degli indagati. In queste prime settimane nonostante ci si trovi di fronte alla morte di 43 persone ci sono stati silenzi, omissioni, poca voglia di collaborare, scene mute.
Una sorta di omertà che ai pm che indagano non piace. E che potrebbe portare alla decisione di fermare gli interrogatori anche e soprattutto per non perdere tempo ed energie e concentrarsi su altri aspetti di un' indagine lunga e complicata. Una decisione in questo senso sarà presa questa settimana.
antonio BRENCICH
Dal momento che lunedì 24 settembre, il giorno prima dell' incidente probatorio, sono fissati due interrogatori al momento giudicati importanti. E cioè quello dell' amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci e quello del direttore del primo tronco Stefano Marigliani.
Nei giorni scorsi in Procura erano stati sentiti i quattro membri del comitato del ministero che avevano firmato il parere sull' intervento di retrofitting del Morandi. Ma nessuno tra Salvatore Buonaccorso, Antonio Brencich, Mario Servetto e Giuseppe Sisca aveva voluto chiarire la propria posizione.
GIOVANNI CASTELLUCCI
Tutti e quattro si erano «avvalsi della facoltà di non rispondere». Poco collaborativo era stato anche Antonino Galatà, ad di Spea, società formalmente indagata. Non dovrebbero fermarsi, invece, gli interrogatori previsti di tecnici e funzionari di Autostrade e Spea non indagati e sentiti come persone informate dei fatti. Questa settimana la Finanza ne dovrebbe sentire una decina.
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