• Dagospia

    POSTA! -  CHISSA’ PERCHE’ ORA NESSUNO PARLA PIU’ DI IUS SOLI - QUANTO È CHIC PARLARE DI MIGRANTI DAL PALCO DI SANREMO! PARLARE DEI DIECI MILIONI DI POVERI ITALIANI NON E’ COSI’ COOL - IL M5S HA TANTA DIFFICOLTÀ GIÀ NELLA SCELTA DEI CANDIDATI: COSA SUCCEDERÀ QUALORA DOVESSE AFFRONTARE SCELTE IMPORTANTI DI GOVERNO?


     
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    Riceviamo e pubblichiamo:

     

    Lettera 1

    baglioni pausini baglioni pausini

    Caro Dago, Baglioni di nuovo alla guida di Sanremo nel 2019? Non con una fotocopia, serve un "lifting"...

    Sergio Tafi

     

    Lettera 2

    Caro Dago, anche per Di Maio arriva la resa dei rendiconti.

    BarbaPeru

     

    Lettera 3

    Caro Dago, Renzi dice che bisogna scendere almeno al 20% di disoccupazione giovanile. Con lui segretario è più facile che a scendere al 20% sia il Pd!

    U.Delmal

     

    Lettera 4

    SANREMO 2018 BAGLIONI FAVINO HUNZIKER SANREMO 2018 BAGLIONI FAVINO HUNZIKER

    Caro Dago, 20 giorni alle elezioni e non si è visto ancora alcun manifesto elettorale sui muri. Che sta succedendo?

    Orfeo Galitelli

     

    Lettera 5

    Caro Dago, quanto è chic e democratico parlare di migranti dal palco di Sanremo!

    Parlare di disoccupati o dei dieci milioni di poveri che si trovano in Italia non sarebbe così bello e politicamente corretto, meglio andare sul sicuro e puntare sui migranti, fa sempre la sua porca figura!

    FB

     

    Lettera 6

    LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO - LUCKY AWELIMA LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO - LUCKY AWELIMA

    Dago, solo chi frequenta hotel a 4 stelle come Awelima e Favino può capire il dramma dei richiedenti asilo(?), e non chi con meno di mille euro al mese deve subirli per strada, nei parcheggi. Roberto

     

    Lettera 7

    Caro Dago, "stranieri, non lasciateci sole con i fascisti", recita un cartello esibito da una biondina intruppata nel corteo "antifascista" di Macerata. Pregasi girare la richiesta al caposcorta Innocent Oseghale. 

    Giorgio Colomba

     

    Lettera 8

    Caro Dago, se fissiamo a "100" l'ostilità che ha avuto Berlusconi da magustrati, sindacati e media e aggiungiamo il Quantitative Easing della Bce, l'euro debole  e la congiuntura favorevole, in proporzione Renzi sta a "0". Quindi se finisce al 20% è solo per sua incapacità!

    Jonas Pardi

     

    favino a che tempo che fa favino a che tempo che fa

    Lettera 9

    Caro Dago, chi paga un affitto irrisorio, chi non ha versato i soldi dovuti, chi era già consigliere del Pd e ora pure il candidato massone. M5S come "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie: alla fine non rimarrà nessuno!

    Bug

     

    Lettera 10

    Dagovski,

    Perche’ a Sanremo si puo’ votare piu’ volte; mentre alle politiche solo una?

    Aigor

     

    Lettera 11

    favino 15 favino 15

    Caro Dago, ma se il M5S ha tanta difficoltà già nella scelta dei candidat,i che rivelano poi di non possedere le caratteristiche promesse, cosa succederà qualora dovessero affrontare scelte importanti di governo?

    Edy Pucci

     

    Lettera 12

    Favino in risposta a Salvini: "Quel testo (il monologo sanremese") non parla di emigrazione ma di emarginazione". E allora perché mai lo recita in egizianastro all' amatriciana? Perché il migrante tira sempre, perché semo tutti "de sinistra", o perché er zor Bajoni l'ha ritenuto acchiapposo? Tra l'altro recitato alla buona per i telemorenti che, notoriamente, sono di bocca buona. Favino Favino la sai lunga ma non la sai raccontare.

    Ciemme

     

    Lettera 13

    Ma quanti rosiconi! Certo, il successo “senza se e senza ma” di Baglioni nella guida del Festival ha destabilizzato molti detrattori, in primis un certo Ricci (quello che faceva vanto di essere il più seguito, con ringraziamenti untuosi al pubblico, finora a quando non apparve un certo Papi Enrico...), ma stiano cheti, ora per un annetto possono ricominciare a cantarsela tra di loro.

    baglioni hunziker favino baglioni hunziker favino

    Giuseppe Tubi

     

    Lettera 14

    Caro Dago, tutti a parlare del conflitto d'interessi di Claudio Baglioni che fa cantare le sue canzoni al Festival e incassa royalties, ma perché allora nessuno ha avuto da ridire che la Hunziker sul palco ha indossato la griffe del marito? Non me ne vogliano i Trussardi, ma il loro marchio non è nemmeno vagamente noto o quotato come quello di Armani o Moschino (due degli altri brand indossati dalla conduttrice). Tra l'altro gli abiti di Trussardi erano bruttissimi. Più che una pubblicità a favore sembrava un mega spot contro la casa di moda del marito...

    Saluti griffati, Lisa

    PAMELA MASTROPIETRO PAMELA MASTROPIETRO

     

    Lettera 15

    Dago darling, circa mezzo secolo fa, c'era il film "Le vacanze di monsieur Hulot" di Jacques Tati. Ora ci sono "Le molestie di monsieur Hulot", per il momento solo presunte, ovviamente. Infatti  Nicolas Hulot, ministro francese della transizione ecologica e solidale (quando si dice lo spirito del tempo e del Co2!) é accusato (anche dalla nipote di Mitterand!) di molestie sessuali. Ed é il secondo ministro, dopo Gerald Darmanin, dell'attuale governo francese (blindatissimo in quanto neoimperiale) che riceve accuse del genere. Meno male che chez noantri queste cose non succedono! Ossequi 

    Natalie Paav

     

    Lettera 16

    Caro Dago, Pamela Mastropietro. Chiediamo all'Egitto verità sulla morte di Regeni e poi lasciamo che in Italia circolino figuri simili a quelli che hanno massacrato il povero Giulio? Nel nostro Paese stanno arrivando persone di gran lunga peggiori di Erich Priebke!

    Raniero Ricci

     

    Lettera 17

    giorgia meloni famiglia tradizionale giorgia meloni famiglia tradizionale

    In un momento di crisi economico, la Meloni non trova niente di meglio da fare che criticare uno dei migliori manager dei musei italiani. Ha proprio fatto un autogoal! Avrebbe fatto meglio di dire a questo Direttore: "Dottore Greco, non sono d'accordo con certe sue iniziative, ma il suo museo funziona, abbiamo tanti musei in Italia da fare funzionare, per favore ci faccia da consulente, anzi accetta il posto di Ministro ai beni culturali..." Questo era la cosa da dire, essere costruttivo, sfruttare le opportunità e le competenze. Evidentemente, quando l'incapacità si somma all'ignoranza.... Steve

     

    Lettera 18

    IUS SOLI SPORT IUS SOLI SPORT

    Come mai non si sente parlare più di ius soli? Nessuno va in televisione a dire che nel loro programma al primo post c'è lo ius soli. Nemmeno la presidenta si sente....

    MC

     

    Lettera 19

    Caro Dago, Renzi teme di scendere al 20%. Succede, quando ti preoccupi di salvare gli africani e te ne freghi degli italiani.

    Ugo Pinzani

     

    Lettera 20

    Gentile Dagospia, vediamo se potete contribuire a porre fine a una questione che la lettura mattutina dei quotidiami on line di oggi porta ancora alla ribalta. La faccenda dello sconto sul biglietto d'antrata al Museo Egizio di Torino concesso agli arabi dal direttore pro tempore attuale.  Mi chiedo cosa centrano gli arabi con gli antichi egizi? Nulla!

    Quando 4000 guerrieri arabi islamizzati nel 640 dopo Cristo si affacciarono ai confini dell'allora provincia dell'impero romano d'oriente, quello bizantino, per la conquista, oramai da quasi mille anni l'Egitto non era più l'Antico Egitto, perché era stato prima ellenizzato, poi romanizzato e infine cristianizzato.

     

    museo egizio torino museo egizio torino

    Se gli antichi egizi hanno degli eredi questi sono gli attuali cristiani copti d'Egitto. Qundi come minimo hanno diritto allo sconto tutti gli egiziani, i greci, Cleopatra fu l'ultima dei Tolomei, i romani, grazie a Ottaviano Augusto, i mussulmani tutti e infine i turchi che lo dominarono, l'Egitto, fino all'arrivo degli inglesi. Per cui anche questi ultimi hanno diritto allo sconto.

     

    E poi gli antichi egizi erano africani africani e non arabi. Avevano una civiltà e una economia stanziale e non nomade come quella degli arabi, i quali con l'Africa c'entrano come noi, perché sembra che tutti noi moderni arriviamo da lì. La mia conclusione è che il direttore del Museo Egizio di Torino è arrivato finalmente nella sua carriera a raggiungere l'obiettivo finale, cioè al suo " massimo livello di incompetenza".

    Complimenti a lui e a chi lo ha messo lì a dirigere cose che non conosce.

    Cordiali saluti.

    Francesco.

     

    Lettera 21

    macerata macerata

    Caro Dago, povero Renzi! Dopo i fatti di Macerata, il suo Pd si trova sotto un fuoco incrociato: da un lato centrodestra e 5Stelle lo incalzano sul tema della sicurezza, dall'altro viene attaccato da chi ritiene che non faccia abbastanza contro il razzismo.

     

    E' da questa parte che vengono le critiche più dolorose: Ezio Mauro lo accusa di essere "subalterno al senso comune" (il che, per l'elitista ex-direttore di Repubblica, sarebbe un insulto) ed Emma Bonino dice che i democratici avrebbero dovuto partecipare alla manifestazione "antifascista" - le virgolette sono d'obbligo - di Macerata: se un nero avesse sparato a sei italiani, tuona la leader radicale, le istituzioni ci sarebbero state tutte.

     

    macerata corteo antirazzismo macerata corteo antirazzismo

    E' vero il contrario, naturalmente: quando un nero ha ucciso degli italiani, dalle picconate mortali di Kabobo all'orrendo squartamento operato dai nigeriani di Macerata passando per gli anziani uccisi in casa da un ospite del Cara di Mineo, le istituzioni a guida Pd hanno brillato pe r la loro assenza; ma tant'è, Bonino fa il suo mestiere e cerca di rubare un po' di voti all'alleato in difficoltà.

     

    Ormai al Bomba, per uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciato, occorrerebbe, appunto, una bomba: e cioè una di quelle sparate mediaticamente geniali alle quali il primo Renzi ci aveva abituato, con la quale giocarsi tutto, alla o la va o la spacca. Ma il Renzi attuale, ingrassato, imbolsito e reso insicuro dalle continue sconfitte, non ne appare più capace, e continuerà ad affidarsi ai mezzi toni, e alle mezze figure Gentiloni e Minniti, nella speranza sempre più tenue di limitare i danni.

    Federico Barbarossa

     

    Lettera 22

    barbara durso alessandro di battista barbara durso alessandro di battista

    Caro Dago, prendi ad esempio le ultime “comparsate politiche” in tv; dal maimortoperdavvero, al Matteo da Firenze, e via dicendo. Fai la tara e pensa all’intervista di Alessandro Di Battista. Ieri sera, per questo abbiamo assistito ad un doppio evento televisivo. Da una parte Alessandro Di Battista, non candidato nel M5S (con grandissimo rammarico di molti), e dall’altra Fazio, solitamente più democristiano ed ecumenico dei democristiani e religiosi, in grandissima difficoltà.

     

    L’esponente grillino, ha dato la prova di quanto la coerenza politica sia, in Italia, una merce talmente rara, da affascinarti. Abbiamo ascoltato pensieri e concetti che condividiamo tutti e che, se fossero leggermente più vischiosi e collosi da rimanerci addosso, ci regalerebbero una nazione diversa.

    alessandro di battista a domenica live da barbara d urso con foto familiari alessandro di battista a domenica live da barbara d urso con foto familiari

     

    Ricordo pochissimi esponenti politici coraggiosamente coerenti in tv, in prima serata, ed anche in seconda o terza, a dire il vero. Scavalcare il populismo per parlare di fatti e sentenze, ha talmente messo in difficoltà il conduttore, che l’arrivo della pubblicità è stato visto come un’oasi al disperso nel deserto.

     

    Direi che ieri sera, dopo settimane di comiche apparizioni negli studi televisivi abbiamo, finalmente, assistito al primo intervento, realmente politico di questa campagna elettorale. Dopo esserci sorbiti Silvio da Arcore, senza contradditori, anzi con lingue sparse a profusione e Matteo da Firenze, con la solita prosopopea, pontificante dalla presunta altezza nella quale crede di essere.

    alessandro di battista a domenica live da barbara d urso alessandro di battista a domenica live da barbara d urso

     

    Tutti figli di una politica vecchia e defunta, che poteva andare bene in altri tempi ed in altri contesti sociali e politici; perché li senti, comunque, lontani. Sono stati una quindicina di minuti corroboranti che hanno dato la scossa, a chi crede ancora a queste cose, a chi si sente, fortunatamente, coinvolto. Naturalmente tutte queste parole avranno peso solo dopo il 4 marzo, lì vedremo quanto, di questo “momento”, avrà avuto modo di attecchire. In attesa, incrociamo le dita. Benvenuti in Italia, terra di santi, poeti e speranze politiche all’orizzonte. Saluti

    Pegaso Nero

     

    Lettera 23

    NADIA TOFFA NADIA TOFFA

    Non si riesce a capire -  naturalmente da parte mia, povero cristo limitato in toto, essendo cattolico e moralista, bigotto e conservatore (ipse dixit homo carthaginensis, o punico, che dir si voglia,  ma ne sono fiero, l'importante è esserne poi  coerenti coi fatti più che con le parole), non si riesce a capire, dicevo, o sommo porseo Dagospino, perchè tale Nadia Toffa (ma può essere solo un esempio tra questi miti tv), una volta superata la crisi, la malattia brutta, invade tv e giornali per farsi protagonista e dire a tutti quello che lei ritiene sia di vitale importanza.  Ecco, non capisco proprio questo protagonismo, questo voler prendersi la scena  ad ogni costo, grazie naturalmente alla personale confidenza con stampa e tv..

     

    nadia toffa nadia toffa

    Il primo botolo che capita a tiro obietterà subito: "Ma cosa dici? Lei lo fa per dire al mondo che bisogna avere le palle (anche se donna!, oggi va di moda così), non bisogna abbattersi mai,  bisogna avere fiducia cieca nella medicina con la M maiuscola, mica quella dei ciarlatani e dei pirla che credono agli intrugli e alle pozioni dei vari maghetti da quattro soldi. Questa è l'unica donna da seguire, ammirare, compatire mai. Va imitata, insegna a vivere, ha i fans dietro che la osannano. E' una jena, prima, ora, domani."

     

    Il secondo botolo dice:" Ma chi credi di essere per criticare la Toffa, una jenona che ha mostrato virilità e sprezzo del pericolo. Il suo esempio getta luce su tutte le donne malate di cancro che devono diventare anch'esse jene.." Non vado avanti con i botoli ulteriori che latrano, ma mi fermo qui per fare il punto. Nessuno critica questa Toffa in quanto tale, anzi. Siamo e sono felice che la signora Toffa sia guarita dal brutto male che - si apprende ora - aveva scoperto in seguito al malore (mi pare) a suo tempo registrato.

     

    NADIA TOFFA NADIA TOFFA

    Felici al punto d ringraziare Dio per lei. Già perchè la signora Toffa, nel bene e nel male, è stata per così dire fortunata, ossia evidentemente ha preso in tempo il decorso cancerogeno e la medicina l'ha salvata. In questi casi un ritardo di qualche settimana potrebbe essere fatale. Meno male per lei.

     

    Di guerriero non c'è niente in questa vicenda perchè in Italia e nel mondo ci sono milioni di persone che vivono o hanno vissuto questa tragedia (chi l'ha superata e chi no), e magari non sono state fortunate come la Toffa. Vuoi perchè hanno scoperto tardi la malattia, vuoi perchè era di tipo particolarmente invasivo, vuoi perchè era destino così. Ognuno poi, di fronte ad una simile prova, si comporta come può e crede.

     

    nadia toffa nadia toffa

    C'è chi non essendo guerriero, magari prega e si affida alla Provvidenza e arriva pure la guarigione, con l'aiuto o meno della Medicina; c'è chi combatte alla grande ma non ce la fa, nonostante la volontà ferrea ed encomiabile. C'è insomma di tutto in questo triste ambito, per cui sparare sentenze, farsi forti davanti alla telecamere può essere giovevole per sè stessi, forse anche per alcuni altri. Ma può non esserlo per chi non ce la fà. E allora, Toffa, un pò di moderazione non guasta.

     

    Un pò di pudica continenza sarebbe auspicabile, così da coniugare insieme con la propria sedicente bellicosità  l'importanza della prevenzione da adottare pure quando si sta bene - facendo visite periodiche, e facendosi visitare alla prima distonia. percepita -,  la preghiera per i tanti credenti, e la consapevolezza di averla scampata bella anche anche grazie alla sorte benigna. Non volevo rattristarti con questo discorso moralista-triste o porseo Dagostino: adesso torna al tuo truogolo e non ci pensare.

    Luciano

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