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    POVERO KIM JONG UN: A DIFENDERLO IN OCCIDENTE CI SONO LO SVALVOLATO DENNIS RODMAN E ANTONIO RAZZI - IL SENATORE DI “FARSA ITALIA”: “NON È UN DITTATORE, È UN MODERATO”


     
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    1 - L'EX STAR DEL BASKET RODMAN: «VOGLIO BENE A KIM JONG-UN»
    Dal "Corriere della Sera"

    Difende la scelta della «diplomazia del basket» in Corea del Nord, che definisce un'idea magnifica. E la difende in modo talmente forte da alzare la voce e puntare il dito contro le telecamere. L'ex star del basket americano, Dennis Rodman, perde le staffe in diretta tv con la Cnn, che lo ha intervistato in vista della partita da lui organizzata a Pyongyang con altri campioni dell'Nba in occasione del compleanno del leader della Nord Corea, Kim Jong-un, oggi, 8 gennaio.

    KIM JONG UN E LA EX FIDANZATA HYON SONG WOLKIM JONG UN E LA EX FIDANZATA HYON SONG WOL

    «Voglio bene al mio amico», ha detto il giocatore, arrivato lunedì a Pyongyang. Rodman ha perso le staffe quando il conduttore della Cnn , Chris Cuomo, gli ha chiesto se avesse intenzione di sollevare il caso di Kenneth Bae, l'americano condannato a 15 anni di lavori forzati con l'accusa di aver tramato contro il regime. Bae - ha detto Rodman - ha fatto «qualcosa di sbagliato».

    Rodman ha già scatenato polemiche per le sue precedenti visite in Corea del Nord, durante le quali - affermano i critici - non avrebbe parlato di diritti umani in un Paese in cui il governo uccide o punisce indiscriminatamente tutti i presunti oppositori. Ieri la Casa Bianca ha fatto sapere di non approvare il viaggio del campione di basket ma di non avere alcuna voce in capitolo: «È una scelta privata».

    KIM JONG UN A CAVALLOKIM JONG UN A CAVALLO

    2 - RAZZI: «KIM JONG UN? È UN MODERATO»
    Dal "Corriere della Sera"

    «Kim Jong Un non è un dittatore è un moderato». Parola di Antonio Razzi., il senatore di Forza Italia che non smette di stupire con le su dichiarazioni. Le ultime le ha rilasciata in un'intervista a "La zanzara" su Radio24 . Tema (tra gli altri) il regime nordcoreano. Perché un po' di competenza dovrebbe averla, visto che fa parte della Commissione Esteri del Senato.

    «AMA L'ITALIA» - «Kim Jong Un non è un dittatore è un moderato -ha detto Razzi - . Sta cercando di portare un po' di democrazia in quel paese. Lo zio stava organizzando un complotto per far fuori il nipote. E il nipote, siccome è più intelligente, se n'è accorto e l'ha fregato all'ultima curva».

    E la condanna a morte? E se, come qualcuno sostiene, lo zio fosse stato fatto sbranare dai cani? «Kim Jong Un ama moltissimo l'Italia. Io non lo vedo come un dittatore. Sembra un vecchio democratico cristiano. L'atomica? Io non l'ho mai vista. La pena di morte? C'è anche in America».

    IL LEADER NORDCOREANO KIM JONG UN INSIEME AL GIOCATORE DENNIS RODMAN ASSISTE A UNA PARTITAIL LEADER NORDCOREANO KIM JONG UN INSIEME AL GIOCATORE DENNIS RODMAN ASSISTE A UNA PARTITA

    3 - LA DIPLOMAZIA DEL BASKET FESTEGGIA IL PAFFUTO TIRANNO DI PYONGYANG
    Giulia Pompili per "il Foglio"

    La Corea del nord è un paese difficile da raccontare per i giornalisti, perché, come fu per l'Unione sovietica, la notizia non è mai dove la cercano tutti. Mentre i media internazionali si agitavano morbosamente per verificare le modalità dell'esecuzione dello zio traditore di Kim Jong-un, forse fatto sbranare da una muta di centoventi cani - i media italiani, quelli no, davano la notizia per certa - il paffuto dittatore stava organizzando la sua festa di compleanno che si celebra domani.

    E mentre Trevor Powell, ingegnere di Chicago con il pallino per i new media, scopriva che ad aver originato le fantasie canine sull'esecuzione dello zio di Kim Jong-un era stato un tweet satirico (rivelazione che meriterebbe qualche riflessione in più da parte di chi usa il web come fonte esclusiva d'informazione), Dennis Rodman, ex campione del basket americano, prendeva un volo per Pyongyang.

    Non è la prima volta che il tatuato cestista dell'Nba va in Corea del nord. I suoi viaggi sono sponsorizzati dalla società di scommesse irlandese Paddy Power. Lo scopo principale dei soggiorni di Rodman, famoso come una rockstar per i suoi successi sportivi ma soprattutto per i suoi eccessi privati, doveva essere all'inizio un documentario sulla "diplomazia del basket" prodotto dal magazine newyorchese Vice e trasmesso dall'emittente Hbo (a questo link è possibile vedere un episodio del documentario www.youtube.com/watch?v=BoeSl- Deb3NY).

    IL LEADER COREANO KIM JONG UN E DENNIS RODMANIL LEADER COREANO KIM JONG UN E DENNIS RODMAN

    Nel febbraio del 2013, però, l'ex campione dell'Nba e Kim Jong-un si sono incontrati, si sono piaciuti, hanno assistito a un incontro misto tra veterani del basket seduti fianco a fianco - Kim è un grande tifoso dei Chicago Bulls. Mentre i generali dell'Armata popolare nordcoreana rispondevano alle esercitazioni militari tra Stati Uniti e Corea del sud minacciando la guerra atomica contro i nemici occidentali, Rodman prometteva al giovane ed entusiasta dittatore che lui stesso avrebbe allenato la Nazionale nordcoreana, o comunque gli avrebbe dato una mano per le prossime Olimpiadi.

    Nel frattempo, avrebbe organizzato una partitella tra amici, chiamando qualche suo collega in pensione, in occasione del trentunesimo compleanno di Kim Jong-un. Ieri Rodman ha mantenuto la promessa ed è atterrato all'aeroporto di Pyongyang con sette ex stelle della Nba, tra cui Kenny Anderson, Cliff Robinson, e Vin Baker. Alloggeranno al Koryo Hotel, nel centro della capitale.

    "E' solo per il suo compleanno che siamo qui", ha detto Rodman, ma la Paddy Power non ha gradito questo improvviso amore - un po' oltre le attività commerciali - per un paese che non è esattamente un esempio di amicizia tra i popoli, e si è sfilata dalla campagna pubblicitaria, mentre il tour operator inglese Koryo Tours sta vendendo i biglietti per la partita a 8.500 dollari l'uno.

    Il tribunale di Pyongyang emette la sentenza di morte per JangIl tribunale di Pyongyang emette la sentenza di morte per Jang

    L'uomo che sta aiutando Dennis Rodman a coltivare la sua nuova passione per la Repubblica democratica nordcoreana si chiama Michael Spavor, un canadese di 38 anni che frequenta la Corea del nord dal 1990.

    Spavor è uno dei pochi occidentali a essere riuscito a conquistare la fiducia dell'apparato nordcoreano, vive a Yanji, nella zona di confine tra Cina e Corea del nord, parla fluentemente il dialetto del nord e di mestiere organizza viaggi e intrattiene relazioni con Pyongyang.

    Antonio RazziAntonio Razzi

    Per questo, quando ieri la delegazione di atleti afroamericani alti più di due metri è arrivata nella capitale, Spavor fotografava e twittava con naturalezza le panoramiche scattate dal suo iPhone. Andrei Lankov, docente all'università Kookmin di Seul e uno dei massimi esperti di Corea del nord al mondo, conosce bene Spavor. In un'intervista al settimanale canadese Maclean's ha detto: "Se si invia un diplomatico tradizionale è molto difficile trattare con la Corea del nord". E' per questo, forse, che Washington lascia il campione dei Chicago Bulls andare e venire indisturbato da Pyongyang.

     

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