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    SAPETE QUANDO È COMINCIATO IL DECLINO DELL' UMANITÀ? QUANDO ABBIAMO INIZIATO A VERGOGNARCI DEI NOSTRI RUTTI - LO SOSTIENE UNO DEI PIÙ RAFFINATI INTELLETTUALI FRANCESI FABRICE HADJADJI, È LA SUA L'ARGOMENTAZIONE È IMPECCABILE: LE PICCOLE IMPERFEZIONI DELL'APPARATO BIOLOGICO VANNO RICONOSCIUTE COME SEGNO DELLA COMUNIONE DELLA NOSTRA SPECIE CON IL CREATO...


     
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    Francesco Borgonovo per “la Verità”

     

    Sapete quando è cominciato il declino dell' umanità? Quando abbiamo iniziato a vergognarci dei nostri rutti. Detta così sembra una follia, ma a sostenerlo è uno dei più raffinati intellettuali francesi Fabrice Hadjadji, è la sua l' argomentazione è impeccabile.

     

    Prima Della Parola

    Fabrice Hadjadji - Ultime notizie dall uomo e dalla donna Fabrice Hadjadji - Ultime notizie dall uomo e dalla donna

    Il rutto, spiega, è una manifestazione dello spirito prima della parola, è una espressione di beatitudine del ventre che sta nel campo delle lodi per il creato.

     

    Il ruttino, inoltre, è il suono leggero che la madre attende mentre culla il bimbo, tenendolo stretto e appoggiato alla spalla: è un suono che riempie di gioia e che oggi sentiamo sempre più raramente (leggi calo demografico). La nascita, dice Hadjadji, oggi è soppiantata all'innovazione: non veniamo al mondo, ci integriamo in un circuito. Siamo ingranaggi, segmenti di algoritmo. Singolarità che possono essere analizzate solo attraverso statistiche, non gruppi o popoli che possano venire descritti tramite la propria anima.

     

    Il piccolo sbuffo che emettiamo a fine pasto, poi, è una curiosa imperfezione. È una sorta di difettuccio, ovvero è ciò che rende gli uomini e le donne quello che sono: esseri viventi, non robot. Infatti i guru del transumanesimo - per esempio Ray Kurzweil, scienziato pazzoide al servizio di Google contro cui Hadjadji si scaglia a ripetizione- hanno in mente di correggere il difetto, possibilmente ibridandoci con i robot.

     

    Fabrice Hadjadj Fabrice Hadjadj

    Infine, il rutto ha una funzione fondamentale. Ci svela che la digestione è possibile esclusivamente perché accogliamo nel nostro corpo organismi più piccoli (batteri) che creano un ecosistema direttamente nel nostro ventre, aiutandoci ad assorbire il cibo.

     

    Accordo Con Il Cosmo

    Insomma, il processo digestivo ci dimostra che, per sopravvivere, è indispensabile la comunione con il creato. Dipendiamo dalla natura che ci circonda, dipendiamo gli uni dagli altri e pure da un mistero che va oltre la nostra comprensione.

     

    È questa comunione a renderci umani. «Il rutto ci rimette a una riconoscenza che rammenta al sedicente soggetto autonomo che egli è invece un essere dipendente e che la sua libertà si inserisce in un ordine provvidenziale e generoso». Se recidiamo le radici che ci connettono alla Terra, se smantelliamo questo ordine provvidenziale diventiamo particelle elementari, individui isolati. Insomma, non siamo altro che macchine, e questa purtroppo è la direzione in cui la nostra società si è incamminata.

     

    Restiamo Umani

    Fabrice Hadjadj Fabrice Hadjadj

    Per questo è importante leggere Ultime notizie dall' uomo & dalla donna (Ares), una raccolta dei migliori articoli di Hadjadji. Perché è un vero e proprio manuale di sopravvivenza.

    Ci insegna come possiamo davvero «restare umani», ma non nel senso banalotto e melenso che intendono tanti intellettuali di sinistra. Il libro di Hadjadji - intellettuale cattolico dei più affilati - è una critica serrata del progressismo, un distributore automatico di perle di saggezza per l' umanità stordita e confusa di oggi.

     

    «La mia resistenza al progressismo», spiega l' autore, «procede dal mio accogliere il mondo così com' è dato, con tutto il suo dramma». La prima regola per sopravvivere consiste, appunto, nella comunione.

     

    RUTTO RUTTO

    Declinata in tutti gli ambiti della vita, a partire dalla tavola. La famiglia Sedersi con la propria famiglia a pranzo o a cena è diventato quasi impossibile: «Ciascuno ha il suo orario capriccioso, ciascuno sta davanti al suo schermo tattile, e non gli resta altro da fare che mangiare in fretta, per conto proprio, cibo già pronto nell' anta del frigorifero, seguendo i consigli dietetici» di un sito Web. La resistenza a questa modernità che ci disumanizza comincia, dunque, a tavola. Sedersi assieme, allo stesso orario. Mangiare alimenti sani e, nel mentre, guardarsi in faccia e parlare. Spezzare il pane: comunione di corpi e spiriti.

     

    E non è un caso che il cibo ritorni costantemente nei ragionamenti di Hadjadji, del resto quel che chiamiamo food è una sorta di nuova religione dei nostri tempi tristi.

    cibo globaleIl cibo, spiega l' autore, è divenuto globale e fluido come la finanza. Ha perso la sua tradizionale solidità, non è più un mattone su cui costruire una casa. Già, perché la casa - oikos in greco -ruota attorno a questo: a una famiglia seduta a tavola all' interno di un luogo sicuro. L' economia (parola che deriva anch' essa da oikos) è in origine la scienza della amministrazione domestica. Una casa, un campo, un bue, altro non serve: gli elementi per la comunione con il creato, questa natura divina, ci sono tutti.

     

    RUTTO RUTTO

    Hadjadji non propone di tornare alla vita pastorale dei tempi antichi. Egli stigmatizza il progresso tecnico scientifico perché distrugge le fondamenta del nostro abitare nel mondo.

    E spiega che l' unico modo per sopravvivere è stabilire gerarchie: una chitarra e un libro valgono più di uno smartphone; un uomo vale più di una macchina; una famiglia vale più di una falsa amicizia online; la comunione vera vale più della comunità virtuale. Per resistere si inizia cosi: sedendosi a tavola e mangiando insieme. E magari digerendo alla fine con qualche rumorino. Solo un rutto ci può salvare, un rutto seppellirà i profeti della rivoluzione digitale senza controllo e senza Dio.

     

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