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    QUEL MASTINO DI CALENDA – NON MOLLA L’OSSO SU TIM: DOPO LA PRESA (SI FA PER DIRE) DI SPARKLE ORA PUNTA ALLA RETE – IL MINISTRO HA IN MENTE LO SCORPORO DELLA ANTENNE SUL MODELLO INGLESE: LA SOCIETARIZZAZIONE DEI TRALICCI. MA VUOLE FARSELO DIRE DALL’AGCOM. E ALESSIO VINCI (EX CNN, EX CANALE5  ED EX ALITALIA) VA ALLE RELAZIONI ISTITUZIONALI DI TIM


     
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    Roberta Amoruso per il Messaggero

     

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    Ora tocca ai paletti sulla rete Tim. A confermare che sarà proprio la rete di accesso del gruppo telefonico la prossima tappa del golden power del governo su Tim sono le parole del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. «L'importante è avere una rete molto aperta, con la possibilità di investire molti soldi», ha detto il ministro a margine della cabina di regia per l'Italia internazionale.

     

    Un modo per sottolineare almeno due aspetti. Il primo è che, al di là delle strade ancora da scegliere, l'obiettivo di Calenda è fare ancora un passo avanti rispetto a quel modello Open Acces potenziata dall'equality of input che assicurerebbe parità di trattamento agli altri operatori telefonici e che soltanto a gennaio ha avuto la benedizione dell'Agcom. Quest'estate poi si è sbloccato anche il nodo della manutenzione lasciando liberi gli altri operatori di scegliere a chi far fare le riparazioni.

     

    DE PUYFONTAINE BOLLORE DE PUYFONTAINE BOLLORE

    Il prossimo passaggio per cancellare ogni spettro di «discriminazione» sarebbe quello di adottare il modello inglese, e cioè procedere alla societarizzazione della rete. Ma toccherà all'Agcom già sollecitata da Calenda, dire se il modello utilizzato finora funziona. Del resto, era già prevista una verifica puntuale «in corso d'opera dell'Autorità con il supporto dell'Organismo di Vigilanza», è scritto nella delibera Agcom del gennaio scorso.

     

    BOLLORE CANAL BOLLORE CANAL

    Da allora, poi, si è consolidato il controllo di Vivendi su Tim. Dettaglio non ininfluente per Calenda, che ci tiene, come detto «che siano investiti molti soldi». «Non è solo una rete di telecomunicazioni ma anche un grande abilitatore di tecnologie», ha spiegato ieri il ministro. Quindi, ha aggiunto, «ora vedremo, intanto ho scritto all'Agcom chiedendo un'analisi per capire dove è l'interesse nazionale».

     

    LE TAPPE

    BOLLORE' VIVENDI BOLLORE' VIVENDI

    Nel caso della rete di accesso è presto per parlare di «prescrizioni», all'indomani dei paletti dettati a Tim sugli asset sicurezza del gruppo (tra rete internazionale e apparati criptati). Ma domani si parlerà soprattutto di questo nel corso del faccia a faccia tra il nuovo ad di Telecom, Amos Genish, con lo stesso ministro Calenda. Sempre domani si riunirà il consiglio Agcom nel quale Angelo Cardani farà un'informativa sulla lettera ricevuta dal ministro. Mentre venerdì è in calendario il cda straordinario di Tim per definire la joint venture tra Timvision (la piattafroma di distribuzione del gruppo) e Canal+.

     

    alessio vinci alessio vinci

    La società del gruppo Vivendi l'anno scorso ha perso 498 mila abbonati in Francia, ma è pronta a distribuire in Italia le produzioni di Studio Canal (25 ogni anno) e andare anche alla conquista del mercato dei diritti dello sport. L'obiettivo è creare la Netflix europea tanto cara al presidente di Telecom e ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine. Si tratta di far decollare una piattaforma digitale di distribuzione che faccia arrivare il Italia anche i film e le fiction francesi. E non solo. Un'operazione che, in quanto operazione infragruppo, non richiede il via libera dell'Agcom. E che sicuramente avrà un posto importante del nuovo piano industriale in tema di investimenti. 

     

    Intanto ieri si è insediato Alessio Vinci, ex responsabile della comunicazione di Alitalia fino al commissariamento, alla direzione relazioni istituzionali di Tim. A Ivan Dompè, che finora ha svolto con efficacia questo ruolo, verrebbe assegnato un nuovo incarico a diretto riporto dell'ad Genish. 

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