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    RINNEGA IL PADRE – LE CONDIZIONI DELL’ARABIA SAUDITA PER SALVARE IL QATAR: ESILIO PER HAMAD (PADRE DELL’EMIRO), CHIUSURA DI AL JAZEERA, FUORI I TURCHI DAL PAESE – AL MOMENTO, DOHA RISPONDE PICCHE: LA TV NON CHIUDE ED ERDOGAN NON CI PENSA A SLOGGIARE. ANZI, SONO SALITI DA 300 A 3000 I MILITARI TURCHI NEL PAESE


     
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    1. NON CI SPENGONO

    gli studi di al jazeera gli studi di al jazeera

    Da Ansa

     

    L'ad del servizio in lingua inglese di al Jazeera, Giles Trendle, ha rigettato la richiesta inviata da quattro Paesi del Golfo al Qatar di chiudere l'emittente satellitare e l'ha definita un "tentativo di sopprimere la libertà di espressione". Trendle ha detto che al Jazeera rimane impegnata a trasmettere e rimane ferma nel fornire "notizie dal mondo in modo comprensivo ed imparziale".

     

     

    2. ANKARA, NON CE NE ANDIAMO

    Giordano Stabile per La Stampa

     

    Hamad bin Khalifa Al Thani Hamad bin Khalifa Al Thani

    Arabia Saudita, Emirati, Egitto e Bahrein hanno presentato al Qatar una lista con 13 richieste specifiche che l’emirato dovrà esaudire per porre fine alla crisi fra i Paesi del Golfo. La lista è più dettagliata rispetto all’ultimatum in dieci punti presentato due settimane fa. La nuova posizione è stata assunta anche su pressione degli Stati Uniti, che vogliono una base più precisa per poter mediare fra gli ex alleati ora sul bordo di una guerra.

     

     

    IL MEGAFONO DELLA FRATELLANZA 

    Qatar - Emiro Tamim Bin Hamad Al Thani 3 Qatar - Emiro Tamim Bin Hamad Al Thani 3

    Oltre a chiedere, come dall’inizio della crisi, la fine di ogni finanziamento ai gruppi terroristici, i quattro vogliono che l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani chiuda la tv internazionale panaraba Al-Jazeera, il principale strumento mediatico dell’emirato, fondata dal padre dell’attuale sovrano, Hamad, nel novembre del 1996. Al-Jazeera è considerata, in particolare dall’Egitto, il megafono dei Fratelli musulmani in tutto il mondo arabo. Il Cairo e Riad hanno già chiuso le sue sedi locali e proibito le trasmissioni. Ora vogliono che sia smantellata «entro dieci giorni».

     

    PONTE AEREO TURCO 

    Ed “entro 10 giorni” il Qatar dovrà chiudere anche l’altro grande asset internazionale, vale a dire la base turca situata a una trentina di chilometri dalla capitale Doha. La base è stata aperta l’anno scorso dopo l’accordo del 2014 fra l’emiro e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Fino a prima della crisi ospitava soltanto 300 soldati ma adesso è in corso un ponte aereo, questa volta militare, per portare il numero delle truppe a 3000 in tempi brevi, con l’appoggio anche di aerei e navi da guerra. Nelle foto diffuse da media turchi e qatarini si vedono grandi aerei da trasporto scaricare mezzi blindati e materiale bellico.

     

    FINANZIAMENTI AI TERRORISTI 

    ERDOGAN TAMIM AL THANI EMIRO QATAR ERDOGAN TAMIM AL THANI EMIRO QATAR

    I quattro insistono anche sulle relazioni fra Qatar e Iran, che l’emirato dovrà tagliare per allinearsi alle posizioni dei suoi ex alleati arabo-sunniti. E infine c’è la questione dei finanziamenti del Qatar al terrorismo. Per i quattro si tratta di aiuti sia a gruppi armati sunniti che hanno come riferimento ideologico i Fratelli musulmani, che ad altri sciiti legati all’Iran.

     

    Secondo fonti diplomatiche occidentali, l’Egitto ha fornito all’Arabia Saudita alcune “pistole fumanti” sui finanziamenti a formazioni vicine ad Al-Qaeda, cioè Hayat al-Tahrir al-Sham in Siria, e a gruppi di insorti sciiti nel Bahrein. Queste prove avrebbero indotto il principe ereditario Mohammed bin Salman, l’uomo che oggi governa di fatto l’Arabia Saudita, ad un’azione immediata.

     

    IL PADRE DELL’EMIRO 

    IL VECCHIO EMIRO DEL QATAR CON MOHAMMED MORSI IL VECCHIO EMIRO DEL QATAR CON MOHAMMED MORSI

    Secondo le fonti, la crisi finirà solo con la chiusura di Al-Jazeera e l’esilio del padre dell’attuale emiro, Hamad, fondatore della tv e granitico nel sostegno alla Fratellanza. La questione dei finanziamenti ai gruppi terroristici, soprattutto in Siria, è però ambigua. Se è vero che il Qatar è stato probabilmente il principale finanziatore prima di Al-Nusra e ora di Hayat al-Tahrir al-Sham, aiuti a gruppi islamisti, come Jaysh al-Islam e Ashrar al-Sham, sono arrivati da tutti i Paesi del Golfo, compresa l’Arabia Saudita. Nel periodo 2014-2015, negli hotel di Gaziantep venivano depositati sacchi pieni di dollari, da trasferire ai ribelli oltre il confine turco-siriano. 

     

    LA REAZIONE TURCA 

    ERDOGAN QATAR ERDOGAN QATAR

    Ankara ha subito risposto alle richieste saudite e ha detto che non ha alcuna intenzione di chiudere la propria base militare in Qatar, affermando che si tratta di una garanzia per la sicurezza del Golfo. Il ministro della Difesa turco Fikri Isik ha precisato che la base in Qatar è «sia una base turca, sia una struttura per la sicurezza del Qatar e della regione» e che appena finito il Ramadan, dopo la festa del Eid al-Fitr, si svolgeranno esercitazioni congiunte Turchia-Qatar. Il duello nel Golfo è ormai apertamente un duello Turchia-Arabia Saudita. 

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