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    RITRATTO DI MAURIZIO LANDINI BY GIANCARLO PERNA: “TIENE PIÙ ALL'IMMAGINE DI INCORROTTO TRIBUNO OPERAISTA CHE AL RISULTATO DI UNA TRATTATIVA - È UN TIPO IRRUENTO ALLA VITTORIO SGARBI, SENZA PERÒ I SUOI GHIRIGORI CULTURALI. IN LUI PREVALE LA FRASE GRASSA E SODA COME UNO GNOCCO FRITTO - DETTO “L'URLATORE”, È DOTATO DI UN VOCIONE DA LEGGENDA” - LO SCONTRO CON MARCHIONNE E LE CLAMOROSE BATOSTA


     
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    Giancarlo Perna per “la Verità”

     

    giancarlo perna giancarlo perna

    Fedele al suo stile smargiasso, il neosegretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha subito sfidato il governo gialloblù. Appena insediato, 20 giorni fa, ha dichiarato, conciliante come un pugno tra i denti: «Matteo Salvini e Luigi Di Maio non hanno mai lavorato in vita loro». Poi, è andato al Cara di Bari, il centro raccolta zeppo di immigrati, per lanciare un segnale a Salvini tipo: «Non farai di testa tua. Io vigilo». Subito dopo, ha partecipato a un' assemblea dell' Anpi, l' associazione dei partigiani comunisti, con l' intento di avvertire i sovranisti che la vetusta ideologia, sebbene morta, è viva in lui e nel sindacato che rappresenta.

     

    MAURIZIO LANDINI OSPITE DI ALLA LAVAGNA MAURIZIO LANDINI OSPITE DI ALLA LAVAGNA

    Tornato in Corso d' Italia, nella sede Cgil di fronte a Villa Borghese, ha telefonato al premier Giuseppe Conte chiedendogli un incontro. «Ho visto i sindacati una settimana fa e non ho buchi in agenda per farlo di nuovo», ha risposto Conte con la solita flemma cortese. «Ma c'era il mio predecessore, Susanna Camusso. Con me, in Cgil comincia una nuova era», ha insistito l' altro.

     

    «Non ora», ribadì Conte, tenendo il punto. Landini dava per scontato il rifiuto ma nondimeno ha voluto forzare la mano. Un modo imperioso di fare capire al governo che il sonno sindacale, durato 6 anni, era finito. Maurizio è un avversario di tutto rispetto poiché è un combattente. Di lui, ce ne sono due. C' è il sindacalista della Fiom, cioè dei metalmeccanici, con la sua storia trentennale e c' è il personaggio tv. Cominciamo da questo che è il suo lato più gigione e popolare.

    maurizio landini coalizione sociale maurizio landini coalizione sociale

     

    LO CHIAMANO L' URLATORE

    Landini è un tipo irruento alla Vittorio Sgarbi, senza però i suoi ghirigori culturali. In lui prevale la frase grassa e soda come uno gnocco fritto del suo natio reggiano. L' oratoria non è ciceroniana ma asiana, secondo la classificazione di Cornelio Nepote, ossia parossistica come nei retori persiani all' epoca di Artaserse. Non conta tanto l' argomentazione, quanto il gesto, il sussulto, il rotear d' occhi, il digrignar di denti.

    MAURIZIO LANDINI operai delle acciaierie terni in corteo a roma, feriti in scontri con polizia 31 MAURIZIO LANDINI operai delle acciaierie terni in corteo a roma, feriti in scontri con polizia 31

     

    Landini, detto «l' urlatore», è dotato di un vocione da leggenda come ne produce solo la sua terra, da Luciano Pavarotti a Don Camillo. Si racconta che un giorno durante un comizio a Ferrara andò in tilt l' altoparlante. Landini si trasferì allora sotto il portico per sfruttarne l' acustica e continuò il discorso a voce nuda. Il suono si diffondeva magnificamente sotto gli archi e negli anfratti, tanto che un barista, ingannato dalla potenza, pregò di abbassare l'amplificatore poiché i bicchieri nel suo locale tintinnavano pericolosamente.

     

    Matteo Renzi Maurizio Landini Matteo Renzi Maurizio Landini

    La parte che Landini recita in tv è sempre quella dell'operaio tra gli operai, del tutore della loro dignità, dell' uomo che vive senza ghiribizzi e di duro lavoro. La frase preferita è: «Io non ho tempo per il cinema, non vedo la tv, faccio le ferie a Gabicce (Pesaro, ndr) perché amo nuotare».

     

    Anche oggi, che è il principe dei sindacalisti a capo del maggiore sindacato italiano, civetta da apprendista saldatore quale fu ai suoi esordi. Ha prestigio sociale, privilegi a iosa, molto potere ma si presenta come umile difensore del lavoratore sfruttato. La reincarnazione di Caio Gracco.

     

    TENACE MA TESTARDO

    Una volta si scontrò in tv con Daniela Santanché. Due belle lingue a confronto. «Lei, Landini», disse la valchiria di Fdi, «è un privilegiato della casta sindacale che difende privilegi anacronistici». «Cara signora», replicò il Nostro, «visto che con 10 stipendi dei miei si compra una borsetta delle sue, sono contento che mi consideri della casta dei lavoratori».

    Landini Maurizio Landini Maurizio

     

    Come sindacalista, Landini ha fama contraddittoria. È tenace ma testardo e tira la corda fino a spezzarla. Tiene più all' immagine di incorrotto tribuno operaista che al risultato di una trattativa. Considera l' imprenditore un padrone e l' operaio un abusato.

     

    Stranoti i suoi fiaschi in storiche sfide sindacali e non si comprende come la Cgil lo abbia posto al comando. A meno che, dopo l' opaca gestione Camusso, non conti sull' esuberanza barricadiera di Maurizio per riprendersi la scena. Al momento, Landini è solo un fallito di successo. Se mi passate il paragone, un Giuseppe Mazzini del sindacato che diverse ne ha sbagliate ma riposa sugli allori.

     

    LE CLAMOROSE BATOSTE

    Batosta clamorosa prese nel 2009 per il contratto integrativo della Piaggio. L'azienda motociclistica di Roberto Colaninno aveva da poco acquisito Guzzi e Aprilia, cambiando pelle. La trattativa serviva ad accompagnare la metamorfosi. I metalmeccanici di Cisl, Uil e Ugl, dopo i dovuti confronti, si accordarono con l'azienda. Landini invece, che guidava la delegazione Fiom-Cgil (diventerà segretario generale di Fiom l'anno dopo) neanche provava a trovare un punto d' incontro. O si stava alle sue condizioni o niet.

     

    Fu allora deciso di indire referendum tra gli operai. Costoro, a larga maggioranza (compresi i seguaci di Landini) dissero sì all' accordo con Colaninno. Maurizio fu sconfitto ma ebbe il buon senso di adeguarsi al voto, riacciuffando la base per il rotto della cuffia. Non fece gran figura, né gli servì di lezione.

    Corrado Formigli e Maurizio Landini Corrado Formigli e Maurizio Landini

     

    LO SCONTRO CON MARCHIONNE

    L' anno dopo, infatti, ci ricascò col rinnovo del contratto nella Fiat di Sergio Marchionne che aveva già il piede in Usa. Gli altri si accordarono, Landini manco pa' capa. I due proprio non si prendevano. Nei rari incontri, il manager in col roulé diceva all' altro: «Signor Landini, lei non è spiegabile in Usa. Impossibile fare capire il suo comportamento al mondo anglosassone».

     

    Lassù, dove il sindacato partecipa all' impresa condividendone rischi e prosperità, lo scontro classista del nostro Maurizio pareva patetico. Di nuovo un referendum punì Landini, ormai capo Fiom, e ne scaturì un clima di lotta tra i sindacati avversi. Ci furono violenze e disordini. La sede romana della Cisl fu occupata e imbrattata. Seguì una rottura personale tra Landini e Marchionne.

    Maurizio Landini Maurizio Landini

    Tanto che quando questi morì, nel luglio 2018, il sindacalista, a mia memoria, non proferì verbo, preferendo il silenzio al cordoglio.

     

    Ispido come sindacalista ma politico duttile, Landini negli 8 anni alla guida della Fiom (2010-2017), ebbe amichevoli incontri con i grillini in crescita. Ci andò a braccetto per il No alla Tav. Vedremo ora, che è a capo della Cgil, se dovrà contraddirsi. Il sindacato, infatti, si è schierato nei mesi scorsi per il Sì. Famiglia modesta e boschiva quella del Nostro, nato a Castelnuovo ne' Monti nell' Appennino reggiano 58 anni fa. Il papà, partigiano in gioventù, toglieva i tronchi dalle strade. La mamma badava ai 5 figli.

     

    A 15 anni, Maurizio lasciò la scuola per la tuta da metallurgico. Presto fu attirato dal sindacato di settore, quello comunista ovviamente, partito che ha sempre votato in ogni sua muta: Pci-Pds-Ds. Dal Pd in poi, non rinnovò la tessera. Il suo mondo è stato la Fiom. A 30 anni, era già segretario generale di Reggio Emilia, sotto l' ala dei due capi dei metalmeccanici che lo hanno preceduto al vertice, Claudio Sabattini (1994-2002) e Gianni Rinaldini (2002-2010). Furono ribattezzati i 3 «ini» dalle finali dei cognomi.

     

    MAURIZIO LANDINI MAURIZIO LANDINI

    POETA CONFUSO

    Della moglie di Maurizio, impiegata comunale, neppure si sa il nome di battesimo tanto è riservata.«Un patto tra noi», ha spiegato il marito. Vivono dalle parti di Canossa con un cane e vanno per boschi. Dei quali Landini ha detto: «Luoghi incantati, il Buddismo, il vivere slow». È il poeta confuso che è in lui.

    BACIO LANDINI CAMUSSO BACIO LANDINI CAMUSSO

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