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    IL ROSATELLUM SA DI INCIUCIO - ROBERTO D’ALIMONTE: “I NUMERI NON CI SONO PER ALCUN PARTITO CANDIDATO A GOVERNARE. RENZI E BERLUSCONI HANNO VOLUTO UNA LEGGE ELETTORALE CHE DESSE A LORO IL POTERE, A METÀ MA PUR SEMPRE POTERE” - ''SE IN LOMBARDIA E VENETO L'AFFLUENZA AL REFERENDUM SARÀ DEL 40%, ROMA DOVRÀ TENERNE CONTO''


     
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    Alessandro Feroldi per “la Verità”

     

    «Se in Lombardia e Veneto l' affluenza al referendum sarà del 40%, Roma dovrà tenerne conto». Così si esprime il politologo Roberto D' Alimonte, professore ordinario di sistema politico italiano e direttore del dipartimento di scienze politiche della Luiss di Roma.

     

    ROBERTO DALIMONTE ROBERTO DALIMONTE

    Berlusconi dice che tutte le Regioni, non solo Lombardia e Veneto, dovrebbero fare un referendum per l'autonomia, come interpreta questa dichiarazione?

    «Berlusconi "deve" sponsorizzare tutte le Regioni, soprattutto al Sud. Lui è leader di una destra moderata, deve barcamenarsi con la concorrenza della Lega al Nord e del M5s al Sud. Deve mostrare di stare con tutti, promessa elettorale come quella assolutamente effimera che non farà mai un governo con il Pd».

     

    E invece?

    berlusconi renzi berlusconi renzi

    «E invece è impossibile che non si allei con Renzi, perché i numeri lo obbligheranno a farlo. Tra proporzionale e maggioritario per avere la maggioranza di 316 seggi alla Camera occorrono percentuali troppo alte: il minimo è 40% di voti con il proporzionale e 70% con il maggioritario. Percentuali impossibili per qualunque partito».

     

    Quindi come finirà?

    «Finirà con due scenari da fantapolitica, scriva proprio così, "fantapolitica". Ipotesi uno: Renzi-Pd e Berlusconi-Forza Italia insieme raggiungono la maggioranza. Ipotesi due: non la raggiungono, e Berlusconi porta la sua coalizione (che starebbe al 35%) con Salvini, Meloni, animalisti. Il che significherebbe che Berlusconi deve convincere Salvini a entrare al governo delle larghe intese con il Pd!».

     

    Due galli in un pollaio?

    GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

    «Improbabile che siano solo Renzi e Berlusconi ad avere la maggioranza. Per cui, se e ammesso se, Berlusconi portasse il 35% con la sua coalizione, non ci sarà competizione Renzi-Berlusconi, perché Berlusconi portando Salvini otterrà di nominare l'uomo per Palazzo Chigi, per esempio Tajani. Ma è fantapolitica pensare a Salvini al governo con il Pd».

     

    Maliziosamente possiamo dire che il Rosatellum è stato pensato per obbligare le larghe intese?

    Indubbiamente, perché la matematica non è un' opinione e i numeri non ci sono per alcun partito candidato a governare. Renzi e Berlusconi hanno voluto una legge elettorale (aspettiamo il voto al Senato, ma ci sarà probabilmente) che desse a loro il potere, a metà ma pur sempre potere».

     

    RENZI BERLUSCONI RENZI BERLUSCONI

    L'Italia ha un continuo cambio di leggi elettorali come nessuno al mondo. Come si spiega?

    «Assistiamo al cambio radicale di un' era politica. Fino a un certo periodo in qualche modo, anche se parziale, gli elettori potevano scegliere chi li rappresentasse in Parlamento. Poi con Porcellum, Italicum e Consultellum è finito il potere dell' elettore di esprimere un' effettiva preferenza, siamo da anni nel regno dei nominati dai partiti».

     

    Hanno un senso i due referendum per l'autonomia lombarda e veneta?

    «Non conosco la situazione amministrativa-burocratica delle due Regioni, ma so per esempio che in entrambe la sanità è un primato di eccellenza. Dal punto di vista giuridico, per avere effetto concreto, il Sì che molto probabilmente vincerà potrà concretizzarsi solo con una successiva legge di riforma costituzionale.

    berlusconi renzi berlusconi renzi

     

    Quindi i referendum in Lombardia e Veneto hanno un senso, comprensibile, per gli abitanti delle due Regioni, ne hanno meno per il resto d' Italia dove l' istituzione regionale è vista con sfiducia, la stessa sfiducia che nel Centro Sud si nutre verso la politica e lo Stato centrale».

     

    Referendum in Catalogna, in Lombardia e in Veneto. Sono legali?

    «In Catalogna no e in Italia sì. In Catalogna no perché la Costituzione dello Stato spagnolo vieta espressamente l' indipendenza di una regione senza una legge a monte, quindi senza una modifica costituzionale. I catalani vogliono una vera autonomia subito. Invece in Lombardia e in Veneto sono referendum consultivi, cioè si chiede agli elettori di quella parte della nazione se vogliano maggiore autonomia, soprattutto nei settori di spesa, di fisco e di risorse tra Stato centrale e Regione. Ripeto, indispensabile sarà una riforma costituzionale per attuare le scelte referendarie».

    BERLUSCONI RENZI BERLUSCONI RENZI

     

    Attenzione allora a non confondere la Catalogna con Lombardia e Veneto?

    «Esattamente. Fra l' altro in Lombardia domenica prossima non sarà necessaria la maggioranza degli elettori, mentre in Veneto occorrerà il 50% più uno perché il referendum sia valido.

    RENZI BERLUSCONI RENZI BERLUSCONI

     

    Noi abbiamo l' esempio che attira delle Regioni a statuto speciale, ben cinque (Val d' Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Sicilia, Sardegna), dove mediamente la spesa pro capite è doppia che nelle Regioni ordinarie. La Lombardia e il Veneto insieme rappresentano il 30% del Pil italiano e hanno 16 milioni di abitanti.

    Per ora la stima di affluenza ai referendum è del 40/45%.

     

    Se sarà inferiore sarà meno influente il peso politico dei Sì, se sarà superiore l' azione non si fermerà alla consultazione e diventerà una richiesta stabile e istituzionale allo Stato centrale. Come per le prossime elezioni politiche: conteranno i voti ma conterà molto anche l' affluenza. Il cui trend negli ultimi anni è costantemente in calo».

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