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    ROTONDI E GLI SCHERZI DA PRETE AL CAV – GLI FA CREDERE DI POTER TORNARE A PALAZZO CHIGI: “IL NUOVO PARLAMENTO FA UNA LEGGINA PER ABOLIRE LA ‘SEVERINO’ E SILVIO TORNA A CAPO DEL GOVERNO” – E BERLUSCONI, RINGALUZZITO DALLA DIETA, LANCIA LA SUA “ULTIMA SFIDA ELETTORALE” (E SOTTO SOTTO CI CREDE)  


     
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    Carmelo Lopapa per la Repubblica

     

    PAOLA SEVERINO GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI PAOLA SEVERINO GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI

    «Io sono pronto. Sarà la mia ultima sfida elettorale e ho capito che non posso delegarla, la dovrò giocare io, come sempre ». È la vera svolta di questi ultimi giorni, al rientro dalla beauty farm di Merano, racconta chi lo ha sentito. Silvio Berlusconi, ringalluzzito da cure e diete, ha smesso di chiedere a fedelissimi, parlamentari e dirigenti di Forza Italia che ne pensano di Mario Draghi premier, di Paolo Del Debbio leader, di Antonio Tajani a Palazzo Chigi o di Giovanni Toti o Mara Carfagna a trainare il partito. Su Sergio Marchionne aveva smesso di sondare da un pezzo, da quando l' Ad di Fiat Chrysler gli ha recapitato un cortese e pubblico «no grazie, non sono interessato ».

     

    BERLUSCONI MANETTE BERLUSCONI MANETTE

    Più Matteo Salvini lo sfida, rivendica la successione (ancora ieri da Scandicci: «I numeri dicono che la Lega è il primo movimento nel centrodestra e questo mi riempie di orgoglio »), più il Cavaliere si incaponisce. Tocca a lui accettare il duello e vincerlo. Si presenterà cioè agli elettori di Forza Italia non solo come capo partito, ma anche come potenziale candidato premier. Sebbene al momento molto potenziale, dato che la condanna definitiva e la legge Severino lo rendono ineleggibile.

    salvini salvini

     

    Il fatto è che l' ex presidente del Consiglio si è convinto - e chi lo circonda lo aiuta a crederlo -che la Corte di Giustizia di Strasburgo riuscirà a pronunciarsi e a riabilitarlo già nei prossimi mesi, magari a fine anno, comunque prima delle Politiche. L' ordine perentorio da Arcore è infatti quello di premere sulla riforma elettorale, prendere tempo in commissione e poi eventualmente in aula per trovare una mediazione sul sistema tedesco, qualunque cosa consenta di evitare che la legislatura venga chiusa con l' approvazione della legge di stabilità. «Dobbiamo arrivare al voto non prima di marzo-aprile», è l' input-auspicio di Berlusconi.

     

    gianfranco rotondi gianfranco rotondi

    Ma responso della Corte a parte, il leader pensa di spuntarla e ambire alla premiership anche per altre vie, sempre che il centrodestra vinca. «Quel che pochi hanno preso in considerazione è che alla nuova maggioranza basterà a inizio legislatura approvare una leggina di tre righe per cancellare la Severino e spianare la strada a Berlusconi, anche in pieno stallo e trattativa per la formazione di un governo», è l' azzardo raccontato da Gianfranco Rotondi, uno dei pochi dc ancora ascoltati dal leader. Roba da far brillare le pupille all' anatra zoppa Berlusconi.

     

    tajani merkel tajani merkel

    Sempre che la maggioranza sia talmente ampia da confezionargli un regalo del genere, ovvio. «La quarta gamba del centrodestra che noi, con Cesa e altri cattolici stiamo provando a costruire, gli darà una mano: poi saranno tutte le forze del centrodestra a dare indicazione per il premier, non solo Lega e Fi», conclude il ragionamento il fondatore di Rivoluzione cristiana. «Ma è chiaro che in corsa per noi c' è solo lui», taglia corto Maurizio Gasparri.

    maurizio lupi maurizio lupi

     

    «Adesso Fi e Lega sono vicine, ma a fine campagna il sorpasso sarà almeno di 4 punti, finirà in surplace almeno 18 a 14 per noi. E Berlusconi darà ancora una volta le carte. Tajani è un ottimo nome ma non si dimetterà mai dal Parlamento europeo per affrontare una campagna elettorale, a Bruxelles la prenderebbero malissimo. Altra cosa se dopo la vittoria il presidente glielo chiedesse».

     

    stefano parisi stefano parisi

    Di certo il centrodestra torna a essere attrattivo. C' è tutta l' ala lombarda di Ncd pronta a lasciare Alfano, dopo l' accordo in Sicilia col Pd. Oggi vertice decisivo a Milano con consiglieri e assessori della giunta Maroni e parlamentari in rotta. Maurizio Lupi in bilico, Gabriele Albertini abbraccia già il progetto di Stefano Parisi: «Sarà una nuova aggregazione del centro, speriamo con Quagliariello, Fitto e altri».

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