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    IL PARTITO DEL PIANO B – DOPO LE DICHIARAZIONI DI TRIA, COMINCIANO A MANIFESTARSI LE DIVERGENZE NEL GOVERNO SUL PIANO DELLA POLITICA ECONOMICA – I LEGHISTI BORGHI E BAGNAI SONO PRONTI A DARE BATTAGLIA E LA DELEGA DI PAOLO SAVONA È PIÙ FORTE DI QUELLO CHE SEMBRA. TANTO CHE ALL’ECOFIN POTREBBE ACCOMPAGNARE TRIA AL POSTO DEL DIRETTORE GENERALE (CHE NON C’È), GIUSTO PER SPAVENTARE I TEDESCHI


     
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    Estratto dell’articolo di Roberto Petrini per “la Repubblica

     

    PAOLO SAVONA PAOLO SAVONA

    C' è attesa per il primo vertice di Palazzo Chigi tra il premier Conte e i ministri economici di oggi. Un test sulle intenzioni del governo sulle misure, dalle pensioni d' oro, all' Iva, al Def.

     

    Ma soprattutto sarà il terreno di confronto tra la linea del ministro del Tesoro Giovanni Tria, tutto teso a rassicurare i mercati e a frenare su spese e condono e la frangia oltranzista, il cosiddetto partito del Piano B, capeggiato dal ministro degli Affari europei Paolo Savona.

     

    Al summit governativo si arriva dopo la reazione positiva della Borsa e dello spread all' impegno di Tria a far scendere il debito e a non provocare condizioni di uscita dall' euro. (…)

    giovanni tria e claudio borghi giovanni tria e claudio borghi

     

    Quello che è certo che sul piano della politica economica le divergenze nell' esecutivo cominciano a manifestarsi: ad esempio con le parole del leghista Armando Siri che ha detto a Repubblica che il tetto del 3 per cento del deficit-Pil «non è un tabù».

     

    Come pure non sono sfuggite le dichiarazioni, post intervista di Tria, di Luigi Di Maio in tivù: «Non stanno bene i parametri come stanno oggi - ha detto - , per contrastarli abbiamo messo su una squadra che conosce quegli ambienti, sa dove andare a mettere le mani e iniziare a contrattare».

     

    enzo moavero milanesi, paolo savona enzo moavero milanesi, paolo savona

    Il partito del Piano B, che identifica ormai le posizioni più dure sull' Europa, non ha ancora tirato i remi in barca e promette, nonostante Tria, di continuare la battaglia dietro i due leghisti radicali Borghi e Bagnai.

     

    Così gli occhi sono puntati su Paolo Savona, grande vecchio degli euroscettici governativi, al quale non sono state spuntate tutte le unghie destinandolo al ministero degli Affari europei.

     

    La sua delega resta quella "forte" prevista dalla cosiddetta legge Moavero (la 234 del 2012): all' alto funzionario europeo, oggi ministro degli Esteri, Monti diede un ampio mandato che Savona mantiene integralmente.

    paolo savona paolo savona

     

    Non dovrà solo amministrare «intra urbe» il recepimento delle direttive comunitarie come avveniva in passato, ma Savona parteciperà alle riunioni dei ministri per gli "Affari generali" che preparano il Consiglio europeo, alle riunioni dei ministri dello Sviluppo economico, potrà proporre le candidature italiane per le agenzie e le istituzioni europee, inoltre coordinerà il Ciae, il comitato interministeriale che definisce la posizione italiana in vista degli atti dell' Unione.

     

    (…) Cruciale anche la direzione del Tesoro: favorito sarebbe Antonio Guglielmi, analista Mediobanca autore del celebre piano (…) sulla ristrutturazione controllata del debito pubblico italiano. (…) Nelle more c' è chi suggerisce a Savona di accelerare i tempi e di partecipare al posto del direttore generale al prossimo Ecofin del 21-22 giugno accanto a Tria. Tanto per spaventare i tedeschi.

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