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    ALL’ATTACCO DELL’EUROPA - SCONFITTO IN SIRIA E IRAQ, AL BAGHDADI VUOLE USARE LA LIBIA PER GLI ATTACCHI ALL'OCCIDENTE - I TRANSFUGHI DEL CALIFFATO ENTRANO NEL PAESE DAL SUDAN E IN VOLO DA ISTANBUL: LA NUOVA "CAPITALE" DEI JIHADISTI È UBARI - I TERORRISTI IN SONNO CHE ASPETTANO ORDINI AD ATENE


     
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    ABU BAKR AL BAGHDADI ABU BAKR AL BAGHDADI

    Francesco Semprini per “la Stampa”

     

    Riposizionatevi in Libia, attaccate l'Europa. Questo il comando che Abu Bakr al-Baghdadi ha impartito ai suoi jihadisti dinanzi alle sconfitte sul campo inferte dalle forze anti-Isis tra Siria e Iraq. Il Paese maghrebino, dove le bandiere nere hanno prosperato per anni instaurando a Sirte la terza capitale del califfato (dopo Raqqa e Mosul), è il «paradiso» degli jihadisti in fuga, riferiscono rapporti di intelligence e funzionari per la Sicurezza europei.

     

    BANDIERA ITALIANA BRUCIATA IN LIBIA BANDIERA ITALIANA BRUCIATA IN LIBIA

    A renderlo tale sono l' inaccessibilità dell' entroterra, la presenza di importanti depositi di armi trafugate dagli arsenali del regime gheddafiano, e l' instabilità politica. «E il fatto che sia la principale porta di accesso all' Europa», spiega al Wall Street Journal Abu Baara al-Ansari, disertore un tempo impiegato nell'«ufficio visitatori» di Raqqa, il bureau che spiava chiunque si recasse nei «territori neri».

     

    DESERTO LIBIA 2 DESERTO LIBIA 2

    Il Vecchio continente è del resto il nuovo terreno di scontro del califfo (o di chi ne fa le veci), impegnato nella guerra «asimmetrica» che si combatte direttamente nella «terra degli infedeli». L'ingresso in Libia dei transfughi del califfato avviene attraverso il «passaggio sudanese», dove gli jihadisti arrivano con voli da Istanbul. L' intelligence europea sta monitorando micro aggregazioni sempre più frequenti di reduci dell' Isis, gruppi di 50 terroristi composti anche dai reduci di Sirte.

    LIBIA LIBIA

     

    Sono quelli scappati dall' offensiva condotta da al-Bunyan al-Marsus, le forze di Misurata che hanno riconquistato la città natale di Gheddafi pagando costi elevati in termini di caduti. Alcuni hanno trovato rifugio a Bani Walid, nell' entroterra a metà strada tra Sirte e Tripoli, altri si sono diretti a Ghat vicino al confine algerino per poi concentrarsi nell' oasi di Ubari.

     

    È una sorta di porto franco dove i miliziani si muovono liberamente a ridosso del più grande compound petrolifero della Libia, organizzano periodicamente riunioni. E dove conducono le attività di finanziamento: sequestri di camion, contrabbando, estorsione e taglieggiamenti degli stessi trafficanti di esseri umani.

    Isis - libia Isis - libia

     

    Secondo Africom, il comando militare Usa che lo scorso gennaio ha condotto raid su campi Isis nei pressi di Bani Walid, gli jihadisti in Libia sono almeno 500. «Sono di più ma ovviamente incensibili», spiegano da Misurata alcuni leader di al-Marsus che denunciano come la poca attenzione di Tripoli nei loro confronti indebolisca le difese anti-Isis sulla costa. Secondo le disposizioni di Al-Baghdadi in Libia occorre rimanere in attesa di far rotta verso l' Europa.

     

    Isis - libia Isis - libia

    Le rotte utilizzate passano sempre attraverso la Turchia: «A maggio elementi di gruppi affini al califfo sono stati distaccati da Bengasi a Istanbul, quindi ad Atene, in attesa di ricevere ordini», spiega al Wsj un altro defezionista. Già due anni fa l' Isis voleva utilizzare la Libia come porta di accesso per l' Europa e Salman Abedi, l' autore dell' attentato di Manchester, sembra fosse appena tornato dalla Libia, dopo un periodo di addestramento con esplosivi. Con le stesse tecniche insegnate nel «Weapons lab» di Raqqa, la scuola per foreign fighter dove tra i frequentatori più operosi spiccavano i libici.

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