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    SE IL PORNOGRAFO ACCUSA TRUMP, SMETTE DI ESSERE UN MAIALE E DIVENTA UN’ICONA DEL PENSIERO LIBERAL - LARRY FLINT OFFRE 10 MILIONI SUL ‘WASHINGTON POST’ A CHI INCASTRA IL PRESIDENTE. E TUTTI DI COLPO DIMENTICANO LE ACCUSE DELLA FIGLIA (‘MIO PADRE È UN PAPPONE CHE ABUSA I BAMBINI’), O LA SUA DIFESA DI WEINER QUANDO INVIAVA FOTO DEL SUO MEMBRO A RAGAZZINE 15ENNI. L’IMPORTANTE È CHE ABBATTA IL PUZZONE


     
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    larry flynt e le sue ragazze larry flynt e le sue ragazze

    Francesco Borgonovo per ‘La Verità

     

    Lo vogliono a tutti i costi, vivo o morto. Lo vogliono al punto di mettere una taglia sulla sua testa, mossa da vecchio West che stona un po' con i salotti vellutati dei liberal incattiviti con Donald Trump. Eppure siamo a questo punto: il Washington Post ha pubblicato, a tutta pagina, un annuncio a pagamento di Larry Flynt, il fondatore della rivista Hustler, che offre 10 milioni di dollari di ricompensa a chiunque fornisca informazioni che possano condurre «all' impeachment e alla rimozione dall' incarico» dell' attuale presidente degli Stati Uniti.

    LARRY FLYNT TAGLIA SU DONALD TRUMP PUBBLICATA SUL WASHINGTON POST LARRY FLYNT TAGLIA SU DONALD TRUMP PUBBLICATA SUL WASHINGTON POST

     

    Gran parte della notorietà di Flynt si deve a un film del 1996 diretto da Milo Forman e intitolato The People vs. Larry Flynt. Fu un successone: prodotto da Oliver Stone, con Woody Harrelson nella parte di Larry e Courtney Love a fare da comprimaria sopra le righe. Vinse due Golden Globe e l' Orso d' oro a Berlino, ottenne 2 nomination all' Oscar.

     

    E, soprattutto, trasformò Flynt in un' icona della ribellione, un combattente per la libertà di espressione, nobilitando oltremisura la carriera di un uomo che, per sua stessa ammissione, ha fatto fortuna lavorando come «pornografo».

    Flynt, infatti, ha costruito un piccolo impero grazie a Hustler, il tipo di pubblicazione che i maleducati di periferia chiamerebbero «pornazzo».

     

    Mentre Playboy offriva un erotismo patinato e intellettuale, Hustler ci andava più pesante, spiattellando la carne che il pubblico desiderava, senza troppi fronzoli d' accademia.

    donald trump palpatore donald trump palpatore

    Grazie al film, e probabilmente all' apprezzamento di numerosi esponenti dello star system per le sue produzioni, Larry Flynt è potuto assurgere al ruolo di maestro di pensiero, ammantando così di velleità politiche la sua carriera di onesto sporcaccione.

     

    Ha tutto il diritto di farlo, ovviamente. Colpisce, però, il modo in cui le sue battaglie sono recepite dalle élite statunitensi. Uno dei principali quotidiani progressisti d' America (e del mondo), cioè il Washington Post, gli consente di comprare una pagina intera per dare del razzista e dell' idiota all' inquilino della Casa bianca. Chiaro, la dirigenza del giornale adduce le solite motivazioni pelose: «Generalmente», ha spiegato la portavoce del Post Krist Coratti, «se gli annunci non sono illegali né invitano ad azioni illegali, cerchiamo di non mettere limiti alla libertà di espressione».

    larry flynt offriva un milione a chi portava prove di trump maialone larry flynt offriva un milione a chi portava prove di trump maialone

     

    Ma certo. Se un magnate del porno avesse pubblicato una pagina analoga su Hillary Clinton, come minimo si sarebbero scatenate proteste di piazza. E invece, siccome Flynt sta dalla parte giusta, guai a toccare la sua «libertà d' espressione». Tra l' altro - giusto per aggiungere assurdità ad assurdità - non è nemmeno la prima volta che l' amico pornografo promette denaro a chi fosse in grado di incastrare Trump.

     

    Circa un anno fa offrì un milione di dollari a chiunque potesse procurargli materiale compromettente su The Donald riguardante i suoi rapporti con le donne. Erano i giorni in cui circolava il famigerato video rubato in cui il futuro presidente spiegava che certe donne, quando incontrano una celebrità, sono disposte a qualunque cosa: «Quando sei un vip alle donne puoi fare tutto, puoi anche afferrarle per la fica», diceva Trump, ignaro di essere registrato.

     

    trump trump

    Inutile ricordare il putiferio che scoppiò, del resto gli strascichi li vediamo ancora oggi attraverso la denuncia di Summer Zevros, ex concorrente di The Apprentice. Ha accusato Donald di molestie sessuali e, grazie all' onda lunga del caso Weinstein, tutti i media si sono ributtati a pesce sulla sua storia. Perché tutti gli uomini sono porci uguali, ma se il porco è un destrorso populista c' è più gusto. Se il «molestatore» è Trump, persino il pornografo Larry Flynt può dare lezioni.

     

    «Ho sempre celebrato le donne», dichiarò il patron di Hustler nel 2016. «Donne in tutte le forme e dimensioni. Trattare una donna come ha fatto Trump è sconcertante e incredibile, soprattutto da parte di qualcuno che vuole essere il nostro presidente».

     

    larry flynt larry flynt

    Forse l' intellighenzia statunitense ha dimenticato che cosa accadde quando uscì il film su Flynt. La femminista Gloria Steinem - classe 1934, oggi indomita contestatrice di The Donald - disse questo della pellicola di Forman: «Non si può raccontare la storia di Hitler senza mostrare quello che è accaduto agli ebrei, ed è oltraggioso raccontare la storia di Larry Flynt senza parlare dei danni che ha provocato».

     

    Mentre il film usciva al cinema, fuori dalle sale il clima era simile a quello che oggi circonda Harvey Weinstein. «Mio padre è un pornografo, un ruffiano e un molestatore di bambini. Ha abusato di me sessualmente», dichiarò alla stampa Tonya Flynt, figlia di Larry.

    Oggi, però, queste polemiche sono cancellate. Courtney Love, che allora si godeva la luce dei riflettori, oggi fa la vittima.

     

    Dice di essere stata «bandita in eterno» dal giro che conta a Hollywood perché, nel 2005, invitò le giovani attrici a disertare le feste di Weinstein. Curiosi, questi ricorsi storici.

    larry flynt larry flynt

    Ora che in giro ci sono maiali più appetibili, tutti dimenticano che Flynt prese le parti di Bill Clinton all' epoca dello scandalo Lewinsky, passando per maschilista porcello. Tutti fingono di non ricordare che difese il politico democratico newyorkese Anthony Weiner, uno che è stato riconosciuto colpevole di mandare foto oscene via cellulare a una ragazzina di 15 anni (tra le altre).

     

    Distribuisca tutti i soldi che vuole, Larry il furbastro, e si goda la rivincita: il mondo ha finalmente trovato qualcuno più suino di lui.

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