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    SE PISCI PER STRADA, TI SPUTTANO SU YOUTUBE! POLEMICHE PER LA DECISIONE DEL COMUNE DI GENOVA - CARTELLI SEGNALETICI AVVISERANNO DELLA PRESENZA DI TELECAMERE DI SORVEGLIANZA: I FILMATI POI VERRANNO PUBBLICATI SU UN APPOSITO CANALE - VOGLIONO DAVVERO IN LIGURIA FABBRICARE ZIMBELLI CON LE PISCIATINE NOTTURNE DEI VENTENNI?


     
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    PIPI' PER STRADA PIPI' PER STRADA

    Giordano Tedoldi per Libero Quotidiano

     

    Nelle nostre città belle e antiche si possono ancora vedere, passeggiando, settecentesche lapidi scolpite che «espressamente», ancorché oggi vanamente, proibiscono di «gettare immondizia di sorta alcuna» sotto pena di «scudi dieci» e anche «altre pene corporali».

     

    La secolare usanza della lapide ammonitrice contro i lordatori sta per essere riesumata, con opportuni aggiornamenti tecnologici, a Genova, dov' è appena cambiata l' amministrazione comunale, con l' insediamento di un sindaco di centro-destra, Marco Bucci, al posto dell' abituale sindaco comunista o postcomunista (o, a sentire un mio amico scrittore genovese, addirittura «stalinista», essendo Genova, come forma mentis, l' ultima città stalinista d' Italia, sempre a suo dire).

     

    Non essendo Genova uguale a Roma, il problema però non è l' immondizia, ma l' orina, o pipì che dir si voglia. C' è infatti nella città detta «la superba» un assessore alla sicurezza e al centro storico, si chiama Stefano Garissino, che si è assai sdegnato del fatto che, negli ultimi mesi, i vigili hanno multato almeno tre persone che si svuotavano la vescica nei caratteristici vicoli del centro storico, quei carruggi che in effetti sono così stretti e intimi da poter suggerire, specie a chi abbia bevuto un po' troppo, la privatezza di una toilette.

     

    PIPI' PER STRADA PIPI' PER STRADA

    Ora, che si tratti di un annuncio un po' pubblicitario da parte della nuova sindacatura, o di una seria minaccia ecologica, l'assessore Garissino annuncia di voler stroncare il fenomeno, ricorrendo all' equivalente contemporaneo dell' antica lapide ammonitrice: telecamere accompagnate da cartelli nei quali si avvisano gli orinatori incontinenti che la loro evacuazione sarà ripresa e diffusa su un apposito canale di YouTube.

     

    In una nostra recente sortita genovese, dobbiamo dire di aver attraversato con particolare piacere i vicoli senza mai percepire l' ombra di un cattivo odore, tantomeno quello acido, dell' urina. Eppure non eravamo raffreddati. Sarà che venendo dai fetori di Roma, siamo immunizzati? E un po' ci fa sorridere che il provvedimento rientri nel quadro di un contenimento degli eccessi e dei disordini della "movida" genovese, perché di nuovo, pur con l' esperienza limitata di passanti, edotti solo ascoltando testimonianze di amici residenti, non ci risulta che esista una vera e propria "movida", a Genova.

    PIPI' PER STRADA PIPI' PER STRADA

     

    Ma ammettendo pure che Genova, la sera, si trasformi nella Barcellona al tempo dei primi film di Almodóvar, si può dubitare della bontà dell' annunciato provvedimento.

    Siamo tutti scandalizzati, infatti, dall' uso vergognoso che talvolta si fa dei canali di YouTube, o altri più estremi ritrovi di guardoni, da parte di gente che venuta in possesso di video "compromettenti", li pubblica per umiliare o distruggere la vita di chi, spesso senza fare nulla di grave, è stato filmato come un bersaglio da abbattere.

     

    Francamente non ci pare molto educativo, da parte di un assessore, voler ricorrere all' esposizione al ludibrio. Tanto più che gli esposti nella cineteca della vergogna saranno perlopiù ragazzini spacconi di notte e fragili di giorno. Vogliono davvero, a Genova, fabbricare zimbelli con le pisciatine notturne dei ventenni?

     

    D' altro canto, giureremmo che qualcuno tra questi giovani, ubriaco, si lancerebbe molto volentieri sotto la telecamera gareggiando nel getto con altri che subito si uniranno a lui.

    Non vogliamo passare per struzzi: che nelle nostre città ci siano episodi di degrado è evidente e bisogna porci rimedio.

     

    GARASSINO GARASSINO

    Ma adottare questi metodi orwelliani - a dire il vero anche più inquietanti di quelli prefigurati da Orwell, perché non colpiscono un comportamento politico o ideologico, ma una ineluttabile necessità fisiologica - che finiranno probabilmente per colpire troppo duramente i più fragili, e non fare un graffio ai più teppistucoli, ci sembra errato e controproducente.

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