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    1. SELVAGGIA LUCARELLI NON SERVE, APPARECCHIA LA SESTA EDIZIONE DI ''MASTERCHEF'' 2. ''QUEST’ANNO ACCADONO DUE COSE IMPORTANTI: DA UN PARTE, TRA GLI CHEF, C’È IL TRIONFO DI JOE BASTIANICH CHE POI È L’UNICO CHE NON È UNO CHEF ED E' CAPACE DI CAZZIARE PURE CRACCO. DALL’ALTRA, OVVERO TRA I CONCORRENTI, C’È IL TRIONFO DELLA RIVALITÀ FEMMINILE, CON LE DONNE L’UNA CONTRO L’ALTRA COME NON SI VEDEVA DAI TEMPI DI ''NON È LA RAI''"


     
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    ESTRATTO - Selvaggia Lucarelli per Il Fatto quotidiano

     

    A Masterchef quest’anno accadono due cose importanti: da un parte, tra gli chef, c’è il trionfo di Bastianich che poi è l’unico che non è uno chef. Dall’altra, ovvero tra i concorrenti, c’è il trionfo della rivalità femminile, con le donne l’una contro l’altra come non si vedeva dai tempi di Non è la Rai.

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    Che Joe fosse destinato a svettare lo si era capito ormai da qualche edizione: è lui l’unico showman, quello che mentre gli altri discutono di impiattamenti e croccantezza, cazzeggia con il maestro shaolin e gli spiega che lui apprezza la meditazione, sì, ma che preferisce meditare con un fiasco di bianco in mano. E’ lui che cazzia Cracco perché Cracco ha messo poco sale nel chilli, roba che l’ultima persona ad aver cazziato Cracco per un errore in cucina è stata servita flambé al tavolo otto del suo ristorante. 

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    I concorrenti in compenso, sono in balia di un paio di donne arpie che se potessero convertirebbero le esterne a carattere culinario con quelle di Hunger Games nei boschi con arco e frecce. Ma vediamo insieme i sei concorrenti rimasti in gara:

     

    1) Margherita. 28 anni, palermitana, è una che studia giurisprudenza ma vorrebbe lavorare in cucina. Considerato che ha la personalità di un leone, sì, ma di Leone il Cane fifone e che piange se le dicono che la fiamma del fornello è troppo alta, è bene che si dia alla cucina piuttosto che alla giurisprudenza. Uno che ha rubato un pacco di Gocciole al supermercato, con l’arringa di un avvocato dalla tempra di Margherita, si fa 25 anni di galera col 41 bis. 

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    2) Cristina è giovane, brava e di San Marino, e questo è importante perchè è a sua volta l’unica concorrente ‘a statuto speciale’: ha una famiglia solida, è avviata a una professione importante, è simpatica, non litiga, non schiamazza, è carina, non è imbruttita dall’ambizione e non ha drammi personali o familiari che la esaltino agli occhi degli autori ed al pubblico di Barbara D’Urso, non fuma e non beve, torna a casa presto ed è costante nel proporre sempre ottimi piatti, senza difetti, praticamente impassibili di rimprovero. Insomma, se non le crepa almeno il cane entro una settimana, non vincerà mai.

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    3) Gloria. L’ambiziosa del gruppo. Quella a cui c’è solo una cosa che interessa di più di un suo risotto perfetto: un tuo risotto di merda. Prepara la maionese e intanto si augura che quella di Cristina esploda al grido di Allah Akbar. Gli altri cucinano, lei cucina gufando. (...)

     Sui social il suo livello di gradimento si assesta esattamente tra quello di Icardi e quello dell’olio di palma. 

     

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    4) Valerio è evidentemente un cane, ma non nel solito senso dispregiativo. E’ un cane perchè sembra aver acquisito 7 anni di esperienza ogni anno della sua vita. Ha diciotto anni ma ha il talento di uno chef con catetere e badante e un’abilità rara nel creare qualcosa di bellissimo e appetibile partendo dalle mistery box più assurde: pare che in una sfida a due muniti solo di ghiaia, forbici dalla punta arrotondata e olio dei freni, Mac Gyver abbia dato forfait, mentre Valerio sia riuscito a servire un’ottima ribollita. La sua straripante simpatia travestita da inguaribile ottimismo, confrontata con la sottile perfidia di Gloria, scardina un antico concetto: non è il talento a stare antipatico, è l’antipatia a stare antipatica. Inoltre, con le sue movenze esuberanti ed esilaranti, sarebbe un perfetto sostituto di Mauro Repetto in un’eventuale reunion degli 883.

     

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    4) L’altro imberbe del gruppo, Michele Ghedini, è la rappresentazione vivente del capro espiatorio. Cazziato dai professori del liceo artistico che lo bocciano quattro volte, cazziato dai giudici di Masterchef in ogni momento e anche senza pretesto, Michele ha su di sé aspettative più basse di Berlusconi senza tacchi. Ma proprio come il cavaliere, ad un certo punto, tira fuori una vena umoristica fatta di ‘milf, figa e allusioni all’autoerotismo’ che fa dimenticare la sua flemmatica vitalità prodiana e lo rende il personaggio più amato dal pubblico. Ormai nessuno lo considera un rivale, se non in una ‘caccia alla tedesca’ sul lungomare di Riccione, e allora zitto zitto si porta a casa pure l’invention test e la prova in esterna alla Congregazione del Gran Bollito (nome che, tra l’altro, è perfetto per descriverne i membri, tutti bolliti da qualche lustro). Un trionfo così improbabile da far ben sperare i repubblicani americani per le prossime elezioni presidenziali.

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    Loredana, con il suo algido pragmatismo, è la persona a cui affideresti la tua vita in frantumi. E’ granitica, efficace nel prendere in mano qualsiasi situazione, robotica nel calcolo del rischio e del tempo di cottura, autorevole come un marchio leader del settore, antipatica ai giudici e a tutti quelli che nella cucina cercano anima, cuore ed estro. Se vincesse lei, sarebbe la prima edizione di Masterchef in cui non vince un concorrente. Vince un Bimby. Gli autori del programma, ovviamente, sanno che se Loredana dovesse vincere, il quesito sarà più o meno quello che si sono posti gli autori di X Factor dopo la vittoria dei Soul System: “Bene, ora con questa che cazzo ci facciamo?”.  

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