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    COCOMERI GRANDI (SERENA): “DOPO ‘MIRANDA’, UN GIORNO TROVAI SOTTO CASA UNA FERRARI BIANCA TUTTA INFIOCCHETTATA. ERA IL REGALO DI UN IMPRENDITORE, MA NON POTEVO ACCETTARE, NON SAPEVO BENE CHI FOSSE. LA RESTITUII. TINTO BRASS MI SCELSE PER IL SUO FILM PERCHE’ UN GIORNO, SULLA SPIAGGIA, VIDE…” - IL VIDEO INTEGRALE DI "MIRANDA"


     
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    Piero Degli Antoni per “il Giorno”

     

    serena grandi serena grandi

    «Quando mi sono trasferita a Rimini pensavo di chiudere con trent' anni di carriera e con una Roma che non era più quella degli anni '80. Volevo tornare in mezzo agli ombrelloni e ai miei ricordi, ricominciare una nuova vita, lontana da tutti. Poi è arrivata La grande bellezza e adesso lavoro più di prima».

     

    Serena Grandi è più impegnata che mai tra cinema e teatro. Il 18 maggio esce My Italy, film di Bruno Colella. Tra poco sarà in sala anche Como Estrella fugace, di Anna Di Francisca, mentre lei è impegnata in una tournée teatrale con Molto rumore per nulla.

     

    serena grandi in lingerie serena grandi in lingerie

    Nel film My Italy, lei interpreta una ex attrice di film erotici che si chiama, guarda un po', Serena Dear: è un caso?

    «Ma io in fondo ho fatto soltanto due film erotici, Miranda e Monella, poi sono passata ad altro».

     

    Come avvenne il suo incontro con Tinto Brass?

    «Un giorno mi telefonò e mi disse 'La parte è tua'. Io tremavo di emozione, gli risposi 'Dimmi tutto', e lui mi raccontò come era andata. Stava passeggiando lungo la riva quando ha dato un calcio a un sasso. Sotto il sasso c' era il pezzo strappato di un giornale, e in quel brandello c' era una mia foto. Tinto si piegò a prenderlo, lo guardò, e decise che sarei stata la protagonista. Fu davvero uno scherzo del destino».

     

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    Anche sua mamma fu corteggiata da un grande regista come Pietro Germi.

    «È vero. Lei faceva la gelataia, e un giorno si accorse di un uomo in macchina con un cappello che la seguiva ovunque. E così anche il giorno seguente. Era anche un po' spaventata, quando lui si fermò e si presentò. Era Pietro Germi e voleva farle un provino per il film Il ferroviere, per il ruolo della moglie. Mia madre rispose 'Chiedo a mio padre', ma il nonno rispose di no. Così dovette rinunciare. Poi incontrò mio padre e rimase incinta di me.

     

    Quando nacqui andò alla stazione di Rimini, dove stavano girando il film, salutò Germi: «Mi dispiace non aver potuto fare il film, ho preferito fare lei», e mi mostrò.

    SERENA GRANDI LA GRANDE BELLEZZA SERENA GRANDI LA GRANDE BELLEZZA

    Ma un po' di rimpianto deve esserle rimasto dentro, altrimenti non mi spiegherei perché io avessi fin da piccola il fuoco sacro della recitazione. A vent' anni me ne sono andata a Roma per i primi lavori. Pensi che mia madre ogni giorno andava a nuotare al porto di Rimini - allora era ancora possibile - con una sua cara amica, che era Scilla Gabel. Scilla poi andò a Roma a fare il cinema, faceva la 'double' di Sophia Loren».

     

    Roma come la accolse?

    «Dopo Miranda, un giorno trovai sotto casa una Ferrari bianca tutta infiocchettata. Era il regalo di un imprenditore, ma non potevo accettare, non sapevo bene chi fosse, se era compromesso in qualche modo. La restituii. E poi ero giovanissima, dovevo ancora capire chi ero e cosa volevo».

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    C'è qualche suo film che ha ripudiato, o di cui si è vergognata?

    «Ogni film è una pagina di vita. Non mi pento di niente. Per me sono tutti belli allo stesso modo. I film sono come i figli».

     

    Avete vinto l' Oscar con «La grande bellezza», eppure un pizzico di amarezza c'è stata...

    «Ci siamo dispiaciuti perché erano state tagliate delle scene, qualcuno l'ha detto e qualcun altro no. Il fatto è che, senza quelle scene, alcuni ruoli non si capiscono bene. Io per esempio ne avevo girate alcune molto belle con Servillo, peccato. D'altronde Sorrentino è stato fantastico: ha scritto la parte proprio per me, prima nel copione non c' era».

     

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    Come mai decise di acquistare un ristorante a Rimini, al ponte di Tiberio, che poi ha gestito con suo figlio Edoardo?

    «Lo comprai con i soldi dello Stato: era il risarcimento per la mia ingiusta detenzione (157 giorni agli arresti domiciliari per l'accusa di detenzione e spaccio di droga, accusa per la quale la stessa Procura chiese l' archiviazione, ndr)».

     

    Non prova rabbia per quella ingiustizia di cui fu vittima?

    Serena Grandi Serena Grandi

    «La rabbia c'è ma il tempo fa passare ogni cosa. Sono tornata qui a Rimini, che io chiamo la mia piccola Miami. Apro la finestra, respiro il profumo della salsedine e mi sento rinascere. Qui passeggio, vedo gli amici di un tempo, mangio il pesce... meraviglioso. Il cinema è importante, ma adesso la mia vera passione è il teatro, spero di riuscire a debuttare a Bologna perché era il grande sogno di mia madre, che continuava a chiedermi: 'Quando reciti a Bologna?' Sa quale è la mia grande aspirazione? Essere la prosecuzione di Valeria Moriconi, un' attrice che ho sempre ammirato»

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    La scomparsa di sua madre l'ha segnata profondamente?

    «Non sono ancora riuscita a elaborare il lutto. Non pensavo che il legame di sangue fosse così forte. Amavo anche mio padre ma il rapporto con mia madre era qualcosa di unico. Se n'è andata in punta di piedi come ha sempre vissuto. Le dovevo ancora chiedere tante cose cose della vita, anche se non sono più una ragazzina. Conservo le ceneri dei genitori in camera mia, sopra il letto. Ogni tanto ci parlo e li saluto».

     

    Come affronta il tempo che passa?

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    «Sono fortunata: non ho la cognizione del tempo. Sono come i cani, che ti fanno le stesse feste sia che tu sia stata lontana sei mesi oppure tu sia semplicemente scesa a prendere il pane. Vivo nel presente. A volte dico 'l' altro giorno' e invece magari è passato un mese».

     

    Posso chiederle se è single o sentimentalmente impegnata?

    «Diciamo che sono in una relazione complicata. In una trasmissione tv un paio d'anni fa avevo annunciato che mi sarei sposata (con Luca Iacomoni, ndr), ma sono quelle cose che bisogna fare subito, d'istinto. Più aspetti e più ti viene da dire 'No, non lo faccio'».

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