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    SI RICICLA TUTTO ANCHE LUCA CASARINI - NO GLOBAL, NO TAV, NO NATO E ORA SOCCORRITORE DI NAUFRAGHI: L'ETERNO RITORNO DI CASARINI - ANNI FA FU PIZZICATO DA UNA TELECAMERA, DURANTE UNA MARCIA UMANITARIA, MENTRE DICEVA A UN SUO COMPAGNO: “METTI STI CA*ZO DI MIGRANTI IN PRIMA FILA” - IL RITRATTO BY FILIPPO FACCI: “DOVE C’E’ CASARINI, C'È CASINO, SFIDA ALLA LEGGE, VITTIMISMO DA DESAPARECIDO, DISOBBEDIENZA DA RIPETENTE E…”


     
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    1 - IL RITORNO DI CASARINI «LA MIA EVOLUZIONE DALLE PIAZZE ALLE ONG»

    Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

     

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    «L' unica cosa che mi interessava - dice Luca Casarini - era che queste persone arrivassero a toccare terra in un luogo sicuro. E ce l' abbiamo fatta. Quello che succederà dopo, per adesso non conta. E ancora meno contano certe parole che ho sentito».

     

    Si riferisce a quelle di Salvini?

    «Ma che importanza possono avere le cose che dice uno come lui di fronte alla vita di quarantanove persone. A me del suo pensiero non interessa».

    luca casarini luca casarini

     

    Complicato fare il capo-missione?

    «Complicato è vedere le persone con addosso i segni delle torture che hanno subito, sentirne i racconti, leggere nei loro occhi la paura di essere riportati in Libia».

     

    Ha temuto di fallire?

    «Nemmeno per un attimo. Le convenzioni internazionali stabiliscono che i naufraghi debbano essere accompagnati verso un porto sicuro, e noi lo abbiamo fatto».

     

    Dalle piazze alle Ong è un percorso obbligato?

    «Posso parlare per me, e direi che si tratta di una evoluzione abbastanza naturale. Però non personalizziamo. Io qui faccio la mia parte con umiltà, come uno dei tanti.

    Nelle esperienze che ho fatto in mare ho incontrato persone che vengono da mille storie diverse ma hanno tutte uno scopo comune: salvare vite umane, soccorrere chi rischia di morire».

    luca casarini luca casarini

     

    Quante volte le è capitato?

    «Prima di lunedì avevo partecipato al salvataggio di circa cinquecento persone, ma sempre su navi intervenute in appoggio ad altre che già stavano operando. Mi è capitato anche di vedere centonovanta migranti essere rispediti in Libia. Un ricordo tristissimo».

     

    È da molto tempo collabora con le Ong?

    «La piattaforma Mediterranea Saving Humans esiste da giugno scorso, e la prima missione risale al 3 ottobre, nel quinto anniversario della strage di Lampedusa. Non dobbiamo mai dimenticare quante persone sono morte e muoiono in questo mare».

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    Sembra emozionato.

    «Lo sono. Salvare la vita di qualcuno è un'emozione fortissima».

     

    C'entra anche l'età, che ormai non è più quella del giovane ribelle?

    «Immagino di sì. E sicuramente c'entra essere padre. Io ho due figli, e a loro non ho certo insegnato che bisogna girarsi dall'altro lato, che si può far finta di non vedere. Bisogna impegnarsi per ciò in cui si crede: questo gli ho insegnato. E per trasmettere cose come queste non c' è niente di più efficace e giusto dell' esempio».

     

    Quindi andrà avanti? Comunque dovesse andare a finire qui.

    fausto bertinotti e luca casarini fausto bertinotti e luca casarini

    «Su questo non c' è il minimo dubbio: sì».

     

    2 - CASARINI, DA CATTIVO DI PIAZZA A PSEUDO BUONISTA IN MARE

    Mario Ajello per “il Messaggero”

     

    Lui è No global, No Tav, No Nato, No Usa, No Tutto. Ma no, il ritorno di Luca Casarini proprio no. E invece, sì. In Italia si ricicla l' irriciclabile. E lui s' è trasformato da leader della violenza pseudo-rivoluzionaria a improbabile salvatore di vita umane e santo protettore di migranti. Un' impostura, naturalmente. Da parte di uno che fu pizzicato anni fa da una telecamera mentre diceva, durante una presunta marcia umanitaria, a un suo compagno: «Metti sti c... di migranti in prima fila».

     

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    Poi prende il megafono e i «c... di migranti» diventano i «fratelli migranti». E via così: Casarini usa i ragazzi neri come testimonial del suo Ego da subcomandante delle cause perse. Ed è anche quello che, con Nicola Fratoianni, allora liderino di Rifondazione Comunista, incendiò il G8 di Genova. Organizzò un raduno allo stadio per gasare le sue Tute Bianche e gli altri antagonisti con caschi e scudi e per prepararli agli scontri di piazza che avrebbero distrutto la città ligure in cui lui aveva dichiarato «guerra ai potenti del mondo!». Si atteggiava un po' alla Burt Reynolds in Quella sporca ultima meta, ma si trattava di guerriglia urbana e non di football americano.

     

    Ora con la brava della Mare Jonio sui social non si fa che parlare di lui. Pochi inneggiano al «compagno Luca»: «Stavolta Salvini ha trovato un osso duro» (così duro che s' è dovuto arrendere all' istante). E i più invocano: «Arrestatelo subito!». Agli arresti domiciliari già è stato, per tre mesi, a Palermo, dove ora risiede anche se è veneto, per un' occupazione di case che aveva fatto a Mestre. E un' informativa della Questura di Palermo convinse il tribunale a non concedere una misura alternativa ai domiciliari con questa notazione: «Non si escludono contatti con la mafia».

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    Magari un' esagerazione, ma tant'è. E quando fondò, nel nord-est, l'Osteria allo Sbirro Morto? Qualche tempo dopo, e a seguito dell' indignazione generale e delle proteste del sindacato di polizia, si decise nel gennaio del 2004 a cambiare quel nome tremendissimo ma senza minimamente pentirsi dell' infamia: «Mettiamo un' altra etichetta ma la nostra lotta contro la sbirraglia continua».

     

    E gli è costata, tra l'altro, un rinvio a giudizio con 40 compagni che nel 2007 bloccarono la stazione di Mestre con un corteo anti-americano. A un certo punto, s'è infilato una fascia tricolare e ha celebrato le nozze di Marco e Nina: lei è la figlia di Toni Negri, cattivo maestro pluricondannato. E in un' altra fase, eccolo addirittura - pur restando «marxista critico» - nei panni da piccolo imprenditore: «Marketing e pubblicità».

    luca casarini candidato con tsipras luca casarini candidato con tsipras

     

    Lo Zelig capelluto, e non lavatissimo, comincia così a parlare da padroncino venetista: «Il fisco è iniquo e vessatore», «Capisco gli evasori», «Serve il federalismo vero, anzi l'autonomia. I soldi non devono più finire a Roma e laggiù sparire nel nulla». Quasi quasi diventa salvinista? No, per carità. Anzi la sua ultima trovata mediatica è proprio quella dell' Anti-Salvini sono Io.

     

    IL PECCATUCCIO

    Quando si è candidato nel 1999 a sindaco di Padova, dopo essersi fatto le ossa nei centri sociali più duri, il Pedro e il Rivolta, ha preso l'1 per cento ma poi s'è piazzato come consulente per la solidarietà sociale con la ministra Livia Turco. Quando il suo amico Nichi Vendola l' ha candidato nella L'Altra Europa con Tsipras per l' Europarlamento ha fatto cilecca. Nel frattempo, compie un peccatuccio. Pubblica con Mondadori, cioé con l'odiato Berlusconi, un libro noir: Gabbie.

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    E si giustifica così: «Compagni, l'ho fatto soltanto perché mi servono i soldi per pagarmi gli avvocati». Quelli che lo devono difendere proprio da Berlusconi nella causa intentata dall' allora premier per aver danneggiato l' immagine dell' Italia durante il G8 genovese. Luca il Camaleonte non si dà per vinto. Si piazza a Palermo. Trasforma un rimorchiatore del 71 in una nave di soccorso. «Noi non siamo - proclama - una Ong. Ma una piattaforma sociale». Ormai affondata però.

     

    3 - CAPITAN BARCONE

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    Filippo Facci per “Libero quotidiano”

     

    Mancava Luca Casarini, e questo il giorno prima - oggi - del voto del Senato sul caso Diciotti, previsto dalle 13 a Palazzo Madama. A vederci un legame si passa per complottardi, a non vederlo si passa per scemi. In ogni caso c' è da decidere sull' autorizzazione a procedere per Matteo Salvini qualcuno ha cercato di ricreare un «diciottino» proprio il giorno prima: costui si chiama Luca Casarini e dove c' è lui c' è casino, c'è sfida alla legge, sberleffo all' autorità, vittimismo da desaparecido, disobbedienza da ripetente, postura da missionario, compiacimento da occupazione, soprattutto l' occhio eccitato di chi non conosce dubbio.

     

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    Lo sanno tutti, ma ogni tanto una parte della comunità giornalistica decide che il semplice deve sembrare complicato, e allora inscena un garbuglio procedurale che nasconde solo una banale violazione di legge: succede, in Italia, quando applicazione e applicatore della legge piacciono poco.

     

    Sintesi: lunedì sera una nave di una ong italiana ha raccolto una cinquantina di immigrati clandestini al largo delle acque libiche (erano a bordo di un gommone) e poi ha spontaneamente deciso che doveva sbarcarli illegalmente a Lampedusa, anche se i porti della Penisola sono chiusi a questi sconfinamenti ribattezzati «soccorso».

     

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    La direttiva di legge è semplice, appunto: dice che gli interventi nei tratti marini stranieri cosiddetti Sar (zone di ricerca e salvataggio come per esempio le acque libiche) non potranno concludersi in Italia perché sarebbe una violazione delle leggi sull' immigrazione. A bordo della nave però c' è Luca Casarini, disobbediente professionista che a nome della Ong «Mediterranea Saving Humans» (basti il nome) ha ripreso i canoni della della consueta commedia. Il gommone coi migranti? «Era in avaria», «imbarcava acqua».

    Trasbordarli diventa «soccorrerli». I migranti non sono migranti, ma «scappati dai campi di concentramento» e inoltre - incredibile - «soffrono il mare» e sono «disidratati».

     

    LA LEGGE? CHE IMPORTA

    LUCA CASARINI LUCA CASARINI

    Curiosamente, le guardia costiera libica (chiamiamola così) non ha eccepito. Quindi la nave di Casarini è bellamente entrata nelle acque italiane (la nave è comunque italiana) e siccome c' erano «onde alte tre metri» e «i naufraghi a bordo continuano a vomitare», non ha rispettato l' alt della guardia di Finanza perché tutti erano «in pericolo di vita». E la legge? Non è un favoreggiamento dell' immigrazione clandestina? Chi se ne frega, ci sono le prescrizioni del diritto internazionale, il codice della navigazione, altre leggi di cui Luca Casarini è notoriamente esperto.

     

    Ma non bisognerebbe rivolgersi - domanda - ai luoghi di approdo più vicini in termini di miglia marine e sicurezza di navigazione, tipo Tunisia, Malta o la stessa Libia da cui gli immigrati provengono? No, perché l' unico posto che nei dintorni garantisca il rispetto dei diritti umani è l' Italia, imbuto di tutti i poveretti dei Mediterraneo.

    Parentesi: il fatto che la nave batta bandiera italiana non l' avvantaggia, anzi, complica parecchio le cose perché significa che il governo non potrà chiedere aiuto all' Europa né intimare al Paese di provenienza (la Libia) di riprendersi i suoi cittadini.

    LUCA CASARINI CON I MIGRANTI LUCA CASARINI CON I MIGRANTI

    Insomma: complicato?

     

    Un pasticcio procedurale? Per niente. I fatti sono che la nave ha disobbedito allo stop della Guardia di finanza, il mare non era mosso, il pericolo di affondamento non c' era, la nave era più vicina a Libia e Tunisia, la nave non ha avvisato Malta, pare abbia snobbato le motovedette libiche e ha puntato lo stesso verso l' Italia, sottoponendo gli immigrati, peraltro, a un viaggio più gravoso. Questo sostiene lo Stato italiano attraverso il tavolo tecnico del Viminale, mentre il signor Luca Casarini, come visto, sostiene tesi molto diverse. Decidete voi a chi credere.

     

    NESSUN DUBBIO

    luca casarini pietro grasso luca casarini pietro grasso

    Sappiate, però, che nel caso credeste a Luca Casarini dovreste probabilmente beccarvi il pacchetto completo. Casarini, infatti, non ha dubbi. Non ne ha mai avuti. Non ebbe dubbi quando s' iscrisse a Scienze politiche a Padova dando solo sei esami durante le occupazioni del 1990 e del 1993. Non ne ebbe quando s' intruppò negli ambienti cosiddetti antagonisti in cui spiccò il suo centro sociale «Rivolta» noto anche per la sua «Osteria allo sbirro morto» (1997-2004) che fu aperta anche coi soldi elargiti dal Comune. Non ne ebbe quando si candidò a sindaco di Padova (1999) beccando l' 1,4 per cento dei voti.

     

    luca casarini maurizio landini luca casarini maurizio landini

    Non ne ebbe da leader delle «Tute Bianche» noglobal che nel 2001 divennero i «Disobbedienti» e invasero tutte le manifestazioni del Paese con blitz e contestazioni di ogni genere: contro le agenzie di lavoro interinale, contro i centri di permanenza temporanea, contro la Costituzione Europea, contro le guerra in Afghanistan e Iraq, contro qualsiasi vertice internazionale, ovviamente contro il Tav, le basi Usa, soprattutto il G8 di Genova che lanciò Casarini in tv.

     

    AL MINISTERO

    Incredibile a dirsi, non ebbe dubbi nemmeno quando gli proposero di fare il consulente del ministro per la Solidarietà Sociale Livia Turco (governo Prodi) e quando divenne sodale di tutti i partiti di sinistra poi scomparsi, come i Verdi e Rifondazione Comunista.

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    In mezzo ci sta pure la scelta di pubblicare un romanzo nel 2008 con la Mondadori di Berlusconi (i dubbi li ebbero altri) e l'apertura di partita Iva per fare il consulente di marketing e design pubblicitario.

     

    Di dubbi ne ebbero anche gli elettori della lista «L'altra Europa con Tsipas» che non lo elessero al Parlamento Europeo, mentre non servirono voti per far parte (2015) della presidenza nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. Fedina penale? La pubblico lui nel 2016, menandone vanto: tre mesi per occupazione di casa sfitta, un anno per aver bloccato un treno, altro anno per una manifestazione alla fiera Biotech a Genova, un anno e mezzo per altre manifestazioni e occupazioni in centri di detenzione per migranti a Trieste, poi varie espulsioni da Israele e Colombia e Messico, perché l' Italia non gli bastava. Fatti i conti, non solo non è chiaro perchè sia su una nave ong, ma non è chiaro perché non sia in galera.

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