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    FEDEZ ALL'ATTACCO DELLA SIAE, 4MILA EURO PER VOLTA - IL RAPPER VINCE LA CAUSA: LA SOCIETA’ CHE ORGANIZZO’ IL SUO CONCERTO A BOLOGNA DOVRA’ PAGARE 4MILA EURO A SOUNDREEF, A CUI IL TATUATO HA AFFIDATO LA RACCOLTA DEL DIRITTO D’AUTORE - QUEI SOLDI ANDARONO ALLA SIAE


     
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    Marco Molendini per Il Messaggero

     

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    «Al borghese viene rabbia quando il proletario sbanca» cantano Fedez e J.Ax nella loro Comunisti col Rolex. Per ora quella canzone e il tour che da quella canzone è nato la rabbia l'ha fatta venire alla Siae e, sicuramente, ha reso più calda la guerra intrapresa da qualche tempo da Soundreef, l'arrembante start up italiana con sede a Londra che vuol fare concorrenza a quel monolite del diritto d'autore che è, appunto, la Siae.

     

    Succede che il Tribunale di Milano ha inviato un decreto ingiuntivo nei confronti della Show Bees srl, che ha organizzato la data del 13 marzo all'Unipol Arena di Bologna del tour dei due rapper (Fedez, un anno fa ha affidato la raccolta dei propri copyright a Soundreef).

     

    Secondo il giudice Silvia Giani i 3849 euro (più interessi e spese legali), maturati dal cantante in quella serata, e che la società ha corrisposto alla Siae, devono invece andare «entro 40 giorni» a Soundreef. Il provvedimento, che sarà ovviamente impugnato (e quindi non diventa automaticamente esecutivo) va molto al di là dei tremila e passa euro di cui si discute, perché tocca uno dei nodi della riscossione del diritto d'autore, ovvero il compito della Siae ad avere l'esclusiva del collecting per tutte le opere che ha in tutela e che viene contrastata da Soundreef, start up fondata da Davide D'Atri con l'ok delle autorità inglesi a operare sul mercato della raccolta dei diritti d'autore in ambito musicale, sulla base della direttiva europea Barnier.

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    Questo provvedimento può valere come precedente? Mette in discussione il ruolo della Siae sancendo che, chi utilizza i diritti d'autore di un artista o di un editore non può pagare sempre e comunque la Società degli autori e degli editori? «Bisognerà attendere gli esiti dell'eventuale ricorso», ammette l'avvocato di D'Atri Guido Scorza.

     

    La Siae ha reagito indubbiamente con rudezza: «Soundreef è campione di disinformazione», ha sintetizzato il dg Gaetano Blandini. Mentre in un comunicato ufficiale si risponde: «Non conosciamo il provvedimento, prendiamo atto che la stessa Soundreef lo definisce sommario e cioè emesso sulla base della sola rappresentazione dei fatti da parte di Soundreef. Riteniamo utile segnalare che la normativa sul diritto d'autore in Italia a oggi non è in alcun modo cambiata. L'esclusiva di Siae è saldissima e col tempo si chiarirà ogni equivoco, o peggio strumentalizzazione, attorno a essa».

     

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    Non c'è dubbio, però, che questo è il primo provvedimento di un'autorità giudiziaria che mette in discussione un quadro stabile del settore e, quindi, in qualche modo il provvedimento che riguarda Comunisti col Rolex ha in sé qualcosa di storico.

     

    «Questa decisione, per quanto pronunciata in sede sommaria, potrebbe contribuire a chiarire ciò che dovrebbe essere ovvio: nessuno, Siae inclusa, può gestire diritti d'autore e incassare compensi in assenza di un mandato da parte del titolare di quei diritti sostiene l'avvocato di Soundreef - La volontà di un autore deve essere sempre e comunque rispettata». Lo stesso Fedez aveva denunciato: «La Siae continua a incassare in modo indebito i diritti su miei concerti».

     

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    E D'Atri, ieri, ne ha approfittato per rilanciare, allargando il discorso a un altro campo: «Continuiamo a confidare nell'Antitrust che ha appena aperto un'istruttoria per abuso di posizione dominante nei confronti di Siae». Riferimento, questo, all'accusa secondo cui «alcuni organizzatori di concerti non versano a Soundreef quanto dovuto perché sviati e confusi da pratiche commerciali della Siae». Secondo l'ad di Soundreef, inoltre, «la Commissione europea starebbe per avviare una procedura di infrazione contro il governo italiano in merito all'esigenza di garantire libertà nel mercato dell'intermediazione dei diritti d'autore».

     

    DAVIDE D'ATRI DI SOUNDREEF DAVIDE D'ATRI DI SOUNDREEF

    Sulla questione ieri è intervenuto anche il responsabile della società Show Bees Gianmario Longoni: «La Siae non ha nulla a che vedere con il decreto ingiuntivo. Riguarda il rapporto diretto tra la mia società e Soundreef, della cui validità peraltro discuteranno i miei avvocati in Tribunale. È, del resto, evidente che Soundreef opera in condizione di voluto equivoco e al di fuori delle previsioni di legge, chiedendo compensi a essa non dovuti». La start up di D'Atri oltre a Fedez fra i suoi iscritti ha Gigi D'Alessio, Fabio Rovazzi, Nesli, Maurizio Fabrizio, il direttore d'orchestra Adriano Pennino e Tommaso Pini.

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