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    “NELLA MIA VITA NON HO NULLA, TRANNE LO PSICHIATRA” – SINEAD O'CONNOR APPARE IN UN VIDEO PER RACCONTARE IL SUO DRAMMA: “LA MALATTIA MENTALE MI HA LASCIATO SOLA. SONO 2 ANNI CHE PENSO AL SUICIDIO” – DA JANIS JOPLIN A WHITNEY HOUSTON FINO A AMY WINEHOUSE: LA SPIRALE AUTODISTRUTTIVA DELLE "MALEDETTE" DEL ROCK  - VIDEO


     
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    Marco Molendini per Il Messaggero

    SINEAD O'CONNOR SINEAD O'CONNOR

     

    Il rock sa essere spavaldo, ma anche terribilmente fragile.

    Elettrico e elettrizzante, deprimente e devastante. Lo racconta la sua storia segnata dai drammi vissuti sulla falsa idea che la vita vada bevuta tutta in un sorso, senza fermarsi. Tanti anni fa, un genio come David Bowie aveva scritto una canzone che si intitolava Rock' n'roll suicide dove cantava:

     

    «Sei troppo vecchio per perdere/Troppo giovane per scegliere/E l' orologio attende pazientemente la tua canzone». Viene da ripensare a quel pezzo guardando il drammatico video di Sinead O' Connor che grida la propria disperata solitudine in dieci minuti di soliloquio.

     

    SINEAD O'CONNOR SINEAD O'CONNOR

    Un pianto in cerca d' aiuto e non è il primo nella sua travagliata storia. Come Sinead non è l' unica vittima di un mondo che ti spedisce sulle stelle e ti lascia precipitare da solo. Il successo è un accessorio, spesso non conta neppure e, quando conta, può essere un macigno insormontabile. Altrimenti non si potrebbero spiegare i suicidi recenti di Chris Cornell e Chester Bennington e, neppure, quello più lontano di Amy Winehouse, nel pieno della sua ascesa ma incapace di gestirla scegliendo l' autoeliminazione, o il viaggio autodistruttivo nella spirale delle droghe finito in una vasca da bagno di Whitney Houston che aveva tutto e anche di più, compresa la bellezza o le crisi di quella star precoce che è stata Britney Spears (fra ricoveri per rehab e la crisi che la portò a rasarsi a zero, proprio come Sinead, rubando il rasoio a una parrucchiera).

     

    sinead oconnor sinead oconnor

    Questo senza dimenticare, nel vasto campo dell' autolesionismo al femminile, la vita spezzata di Janis Joplin, la depressione di Dalida suicida coi barbiturici a 54 anni (dopo un altro tentativo negli anni 60, che seguiva la morte di Tenco), la vita segnata da crack e eroina di Natalie Cole.

     

    O senza divagare sul caso di Adele, superstar che rinuncia ad affrontare il pubblico dopo il primo tour della vita probabilmente per timor panico. Sinead, quando apparve, era graziosa, non bella come Whitney, ma sul viso spiccavano quei grandi occhi neri quando cantava la magnifica Nothing compares 2 U, scritta da un' altra vittima di se stesso come Prince: la sua voce vibrante, capace di ogni escursione, rivelava l' intensità degli interpreti di classe.

     

    Ha ventisette anni quel successo folgorante. Ma non è bastato, perché da allora la cinquantenne dubliner divisa fra talento e autodistruzione, ha provato a soffocare i propri mali esistenziali (la depressione bipolare) chimicamente nel modo più facile e, probabilmente, circondata dall' idea che chi fa la carriera artistica può lasciare la briglia sciolta a quel tipo di malesseri (secondo cui il genio va a braccetto con la sregolatezza).

     

    amy winehouse1 amy winehouse1

    Ma il successo è a scadenza breve: e, nel caso di Sinead, il passato è riaffiorato rapidamente, l' infanzia difficile, la madre alcolizzata e violenta, il padre severissimo, il riformatorio, gestito da suore durissime, in seguito a un furto, e si è mescolato all' infelicità del presente.

     

    Il video registrato nel motel Travelodge nel New Jersey è il suo ultimo grido in cerca d' aiuto e segue un altro appello di qualche mese (allora raccontò: «Sono dovuta andare al pronto soccorso. Il fegato è andato e mi sta uccidendo»). Difficile dire se questo sia il più drammatico (con simili eccessi è arduo fare classifiche). Certo che il suo viso, la sua voce, la gestualità, quel corpo segnato da tatuaggi disperati, come quel Cristo che emerge dal petto, indicano una situazione estrema come quando, piangendo, dice: «Nella mia vita non ho nulla, tranne il medico e lo psichiatra, l' uomo più dolce del mondo che dice che io sono come un' eroina per lui». La consolazione del medico non riesce a spegnere le esplosioni di Sinead che ce l' ha con i suoi familiari che la rifiutano.

    SINEAD O CONNOR SINEAD O CONNOR

     

    Si sente avvolta dalla solitudine e sembra avvertire un senso di soffocamento come quello di chi sta per annegare: «Le malattie mentali sono come le droghe, tutti quelli che dovrebbero prendersi cura di te ti mandano all' inferno».

     

    E, ancora: «Sono due anni che penso al suicidio».E sono proprio due anni da quando Sinead ha mollato l' ultimo tour (che aveva anche toccato l' Italia) e tre dall' uscita dell' ultimo disco, I' m Not Bossy, I' m the Boss (peraltro buono). «Sono esaurita» dichiarò, spiegando la rinuncia ai concerti, allarmata dalla situazione del figlio malato.

     

    janis joplin janis joplin

    Abbandonata dai mariti, ma anche dai manager, la situazione non poteva che peggiorare. Ecco, allora, un altro allarme su Facebook: un messaggio in cui raccontava di aver assunto una gran quantità di droga. Venne salvata.

     

    A un certo punto, stanca della vita da suora, lanciò un altro tipo di appello: «Voglio un uomo, non deve avere meno di 44 anni, deve essere affamato di sesso, preferibile se indossa pantaloni di pelle. Astenersi depilati o glabri». Disperazione di una vita privata confusa come la sua testa fra aborti e matrimoni falliti (ha avuto quattro figli da quattro padri diversi).

     

    whitney houston whitney houston

    Qualche anno fa la incontrammo al festival Poiesis a Fabriano: ingrassata, timidissima, silenziosa, parlava solo di religione, sesso e della sua vita che aveva rinunciato a ogni rapporto con la civiltà consumistica (nel 99 aveva preso i voti per una comunità religiosa). Poi fece il suo show, dove ancora una volta il talento sicuro e instabile prese il sopravvento con quella voce ancora capace di graffiare e accarezzare allo stesso tempo. Il suo appello di ieri, è stato raccolto da Annie Lennox: «Possibile che non ci siano amici o familiari che possano dare un supporto affettivo?».

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