• Dagospia

    SPRAY-AHI-AHI - IL “FATTO” CASTIGA LO SPRAY AL PEPERONCINO E  IL DUO SALVINI-FELTRI CHE LA DIFENDONO: “DIFFONDERE UN'ARMA TRA LA POPOLAZIONE, BENEDIRLA, ESALTARLA, VENDERLA INSIEME A UN GIORNALE, FARNE PROGRAMMA POLITICO, È UN CALCOLO CINICO, UN ESPLICITO E INTERESSATO DISEGNO DI IMBARBARIMENTO CHE PAGHERÀ IN TERMINI DI CONSENSO. POI, AL COMPIERSI DEL DISASTRO, SI DARÀ LA COLPA AL CANTANTE E PIÙ IN GENERALE AI "GIOVANI". FACILE, NO?”


     
    Guarda la fotogallery

    Alessandro Robecchi per il “Fatto quotidiano”

     

    LA PISTOLA AL PEPERONCINO LA PISTOLA AL PEPERONCINO

    Dovendo fidarmi di qualcuno, poniamo tra Matteo Salvini, Vittorio Feltri e Anton Cechov sceglierei senza dubbio il grande scrittore russo: "Se c' è un fucile nel primo capitolo, prima o poi sparerà". È una specie di regola, purtroppo confermata dall' esperienza umana: basta guardare le cifre americane dei morti per arma da fuoco per capire che ci sono troppi fucili nel primo capitolo, e che negli altri capitoli si raccoglieranno i cadaveri.

    vittorio feltri vittorio feltri

     

    Ma si sa, gli Stati Uniti esistono là come tragedia e qui come farsa: lo spray al peperoncino che ha scatenato l' inferno nella discoteca di Corinaldo è solo una caricatura delle armi da fuoco in tasca a tutti, ma come si è visto è in grado di provocare spaventose tragedie.

    I più ridicoli tifosi delle armi libere e della difesa fai-da-te suonano la solita solfa: non sono le armi che uccidono, sono gli uomini che le usano. Bello. Vale anche per la bomba atomica: non è cattiva lei, poverina, ma lo stronzo che schiaccia il bottone.

     

    È la stessa cosa, papale papale, che ha detto Matteo Salvini, che nei ritagli di tempo tra l'attivismo in politica economica e la militanza nel Ku Klux Klan sarebbe addirittura ministro dell' Interno: "Se qualcuno abusa del mattarello o delle forbici non posso vietare i mattarelli o le forbici".

    pistola al peperoncino pistola al peperoncino

     

    Ecco fatto. Assolta l'arma, non resta che insultare tutti gli altri: se c'è la strage è colpa dei ragazzi, anzi dei genitori che ce li mandano, anzi dell'ora tarda, anzi del cantante cattivo, anzi dei suoi testi, anzi La pioggia dei luoghi comuni si fa diluvio, con lampi, fulmini e qualche tuono che rimbomba: "Noi da giovani eravamo meglio dei giovani di adesso", dicono gli anziani, in un tripudio di vecchi tromboni.

     

    E così a Corinaldo, come sempre succede, è andata in onda la colpevolizzazione delle vittime, in perfetta continuità con quello che si sente dire spesso nei casi di violenza sessuale: se la sono cercata. Vittorio Feltri, il patron del giornale che ha venduto in allegato pistole al peperoncino, usa la stessa logica, potrebbe allegare un bazooka e non ci sarebbe niente di male: basta non abusarne.

     

    SALVINI CON LO SPRAY AL PEPERONCINO SALVINI CON LO SPRAY AL PEPERONCINO

    Il ministro dell'Interno di cui sopra, peraltro, distribuiva spray al peperoncino nei suoi banchetti e quindi non stupisce la linea, rafforzata anche dal fatto che chi spara gli piace tanto, vedi legge sulla legittima difesa. Intanto, dopo la tragedia di Corinaldo, emergono dettagli su dettagli da tutto il regno: si spara il peperoncino nelle discoteche per rubare portafogli e cellulari, si spara nelle scuole per vedere l'effetto che fa (in settimana già due o tre casi), ai concerti la cosa era già successa decine di volte.

     

    Insomma, tolto il tappo al vaso di Pandora viene fuori che lo spray al peperoncino è un'arma di difesa, ma che se volete derubare o tramortire qualcuno per la strada o in discoteca è un ottimo metodo: dopotutto non esiste arma di difesa che non sia anche arma d'attacco. E, per la cronaca, è vietato o venduto con grandi restrizioni nella maggior parte dei Paesi europei.

     

    discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo (Ancona) discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo (Ancona)

    Ciò che si cerca di replicare, insomma, è la tradizione americana dell' essere tutti cowboy, una specie di privatizzazione della difesa: ognuno con i suoi mezzi, e di questo passo il problema non è "se", ma "quando" avremo una Columbine italiana, a cui dovremo un giorno chiedere conto ai Salvini, ai Feltri e a tutti gli altri piccoli armigeri del Paese che soffiano sulla questione sicurezza. Diffondere massicciamente un'arma tra la popolazione, benedirla, esaltarla, venderla insieme a un giornale, farne programma politico, anche da persone che hanno ruoli istituzionali, è un calcolo cinico, un esplicito e interessato disegno di imbarbarimento che pagherà in termini di consenso. Poi, all' apparir del vero e al compiersi del disastro, si darà la colpa al cantante e più in generale ai "giovani". Facile, no?

    discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport