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    STREGATI –  COGNETTI GUIDA LA CINQUINA DEI FINALISTI DEL PREMIO, 2° LA CIABATTI MA L’EXPLOIT E’ QUELLO DI WANDA MARASCO (NERI POZZA) CHE RIAPRE LA CORSA VERSO LA FINALE: QUEST’ANNO SI RIUSCIRA’ A INTERROMPERE IL DUOPOLIO MONDADORI-RIZZOLI CHE HA COLLEZIONATO 15 VITTORIE DALL’INIZIO DEL MILLENNIO? POLEMICA SULLA RIFORMA DEL SISTEMA DEI VOTI


     
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    CINQUINA STREGA CINQUINA STREGA

    Raffaella De Santis per “la Repubblica”

     

    Lo Strega mite di un' edizione più timida delle altre ha fatto tremare ieri sera casa Bellonci, sede della Fondazione dove ogni anno si ripete il rito della semifinale. Primo in cinquina, come previsto, è Paolo Cognetti con "Le otto montagne" (Einaudi), che ha collezionato 281 voti. Al secondo posto, con un bel distacco, Teresa Ciabatti con "La più amata" (Mondadori, 177 voti). Ma il vero exploit è quello di Wanda Marasco, la rivelazione della serata: "La compagnia delle anime finte" Neri Pozza) conquista 175 preferenze. Il quarto posto è di Alberto Rollo, che porta per la prima volta il piccolo editore Manni in cinquina ( Un' educazione milanese ha ottenuto 160 voti).

     

    COGNETTI 1 COGNETTI 1

    Ultima postazione per Matteo Nucci che con È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie) ha preso 158 voti. Prima degli esclusi Chiara Marchelli ( Le notti blu, Perrone). Dei 200 lettori selezionati dagli Istituti italiani di cultura all' estero hanno votato in 156.

    Ieri casa Bellonci era affollatissima, più del solito. E a una certo punto è apparsa e poi subito scomparsa anche la sindaca Virginia Raggi.

     

     

    Non si può dire che fino alla vigilia sia stata però un' edizione frizzante. Perfino chi si è defilato, da Feltrinelli a Rizzoli a Bompiani, l' ha fatto senza rumore. Ma con lo Strega non è mai detto. I risultati di oggi sono spiazzanti: Marasco, romanziera e poetessa napoletana, è la vera sorpresa. Il romanzo parla di una madre, di una figlia e di Napoli, a partire dalle macerie del dopoguerra.

     

    Ora bisognerà vedere come si riposizioneranno i giurati per la finale del 6 luglio. Le otto montagne di Cognetti, storia di un' amicizia ad alta quota, rimane il super favorito. Per il momento è il libro acchiappatutto: Strega Giovani e ora pure la testa della cinquina. Ma una donna non vince dal 1999, quando toccò a Dacia Maraini con Buio, e questo potrebbe aiutare Ciabatti o Marasco. Entrambe raccontano complicate relazioni familiari, la Ciabatti quella con suo padre, un medico massone di Orbetello. Forse È giusto obbedire alla notte di Nucci, storia di un uomo in fuga che va a vivere su un' ansa del Tevere, ha scontato un respiro letterario meno immediato.

     

    STREGA STREGA

    È vero che i gossip sul premio vanno sempre ascoltati. L' altro ieri, durante la premiazione dello Strega Giovani a Montecitorio, circolava la voce di un vento a favore di Marasco. Marasco però si schermiva: «Non voglio farmi illusioni. L' altra volta ci ho creduto e poi è andata come è andata. Stavolta voglio essere cauta». Si riferiva alla sua precedente esperienza allo Strega: era il 2015 e il suo Il genio dell' abbandono (sempre Neri Pozza) non ce l' aveva fatta a entrare nella cinquina. Anche allora però la scrittrice aveva collezionato un centinaio di voti dimostrando di poter contare su uno zoccolo duro di supporter.

     

    E tanto per rimanere dietro le quinte, circola un' altra voce.

    PAOLO COGNETTI PAOLO COGNETTI

    La Fondazione Bellonci quest' anno gradirebbe sul podio un editore diverso dal solito duo Mondadori & Rizzoli che ha collezionato 15 vittorie dall' inizio del millennio. In questo modo si potrebbe dimostrare che allo Strega c' è ancora spazio per una sana competizione.

     

    Chi se ne avvantaggerà? Fino a due settimane fa il favorito sembrava Nucci, già candidato nel 2010 con il romanzo d' esordio Sono comuni le cose degli amici. Dopodiché tutti hanno iniziato a parlare di Marasco, a detta di molti sostenuta dalla stessa Fondazione. Ma Stefano Petrocchi, il direttore, nega: «Non ho nessun problema a dire che voto Marasco. Ma non ho detto mai a nessun giurato di votare per lei. Andrebbe oltre il mio ruolo».

     

    Di certo ieri non si respirava una bella atmosfera a Casa Bellonci. Per la prima volta i grandi editori e la Fondazione non sembravano remare nella stessa direzione. La riforma che quest' anno ha rivoluzionato il sistema dei voti non è andata giù.

    STREGA 2017 STREGA 2017

     

    Chi sono questi 200 votanti scelti dagli Istituti italiani di cultura all' estero? E qual è la lista dei 20 Istituti coinvolti? Erano queste le domande che giravano prima dello spoglio. Il fatto che la Fondazione non abbia voluto rendere noti i nuovi votanti ha mandato in tilt il sistema abituale dello Strega, da anni oliato da telefonate, promesse di voto, piccole alleanze. Qualche intoppo in realtà c' è stato. I voti degli Istituti sono arrivati tardi. Ed è strano che fino al giorno prima fossero fermi a un terzo di quelli previsti.

     

    MARASCO MARASCO

    Anche per gli Istituti vale, come per i 400 Amici della Domenica e per i 40 lettori forti scelti dalle librerie indipendenti, il sistema delle tre preferenze. Il che porta a una massa di voti consistente: moltiplicando i 660 totali per tre si ottengono 1980 preferenze, tra le quali diventa difficilissimo fare exit poll affidabili.

     

    E pensare che fino alla vigilia c' era bonaccia. Neanche la Rete ribolliva. Bastava un rapido giro sui social per capire che lo Strega non era tra gli argomenti trendy, anche se qualche nome circolava più degli altri. Tra i piccoli, ad esempio, Chiara Marchelli e poi Ferruccio Parazzoli ( Amici per paura, Sem), Marco Rossari ( Le cento vite di Nemesio, e/o) e Vanni Santoni ( La stanza profonda), con il quale Laterza ha fatto il suo primo ingresso allo Strega. Santoni prende l' esclusione dalla finale con fair play: «Il libro sta andando forte e lo Strega gli ha dato un' ulteriore spinta. L' ho già detto, ma ci tengo a ripeterlo anche oggi. Chi partecipa deve accettare le regole».

     

    CASA BELLONCI CASA BELLONCI

    Anche Rossari, autore di una saga eroicomica che attraversa il Novecento raccontando la vita di un pittore famoso e di un figlio privo di particolari talenti, non ha rimpianti: «Sono stanco morto, ma mi sono divertito». Comunque finisca, un piccolo bilancio di questa edizione numero 71, la prima senza Tullio De Mauro, si può fare. Petrocchi è soddisfatto: «Non si era mai vista un' annata piena di libri di qualità come quest' anno. Sono davvero soddisfatto. È decisamente una buona stagione, anche senza squilli di tromba». E invece qualche squillo c' è stato. Più di uno squillo, quasi un boato.

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