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    EFFETTO WEINSTEIN: IL DIO DELLA GINNASTICA ACCUSATO DI STUPRO! TATIANA GUTSU, EX ATLETA URSS, DENUNCIA SU FACEBOOK VITALY SCHERBO: "MI HA VIOLENTATA QUANDO AVEVO 15 ANNI. QUEL MOSTRO MI HA IMPRIGIONATA NELLA PAURA PER TANTO TEMPO” – POI CHIAMA IN CORREITA’ MEZZA SQUADRA CHE HA COPERTO IL PRESUNTO STUPRATORE


     
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    gutsu scherbo gutsu scherbo

    Giulia Zonca per La Stampa

     

    Quattro medaglie a un' Olimpiade in cui non doveva gareggiare poi il buio: la ginnasta Tatiana Gutsu ci ha impiegato 26 anni a elaborare il dolore, però ieri si è messa davanti a una tastiera e ha denunciato via Facebook «il mostro che mi ha imprigionata nella paura per tanto tempo». Il mostro è un eroe nazionale considerato uno dei migliore ginnasti di sempre: Vitaly Scherbo. E l' accusa è stupro.

     

    La denuncia non arriva oggi per caso, è l' onda lunga e angosciosa della campagna «me too», anche io, nata dopo il caso Weinstein. Anche se suona assurdo, magari un magnate di Hollywood maiale è considerato un personaggio scontato sulla strada delle future star, ma un compagno di squadra che sottomette una collega di 15 anni potrebbe essere più destabilizzante.

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    Effetto Weinstein Gutsu sa che dovrà provare quanto afferma, ma dopo una vita di ansia si sente pronta: «Scherbo mi ha stuprata. So che cercherai di difenderti ma i miei precisi dettagli sono più forti delle tue parole. Io sono più forte che mai».

     

    All' epoca della presunta violenza, che non è ancora stata contestata all' accusato, era una bambina: 1991 europei di Stoccarda, un incubo. Gutsu non si limita a nominare il violentatore coinvolge mezza squadra con cinica ironia: «Grazie a Tatyana Toropova che credevo un' amica e non ha avuto il coraggio di difendermi, grazie a Rustam Sharipov che è stato una copertura per il suo amico invece che un aiuto per me che ero una ragazzina indifesa». I grazie continuano, la sofferenza pure.

     

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    Gutsu non si era qualificata per i Giochi del 1992, ma l' ex Unione Sovietica sapeva ancora come muoversi anche se non si chiamava più così. Hanno inventato un infortunio per Roza Galieva, che aveva ottenuto il pass, e piazzato la sostituta: Tatiana. A Barcellona lei ha vinto 2 gare, Vitaly Scherbo 4 ori nella stessa sera, sei in tutto, un record che gli è valso l' apoteosi. Lui ha continuato a essere il dio della ginnastica, lei si è ritirata due anni dopo. Il sistema ha dato la colpa alla dispersione delle forze dopo la caduta del Muro. Lei è diventata ucraina, lui bielorusso.

     

    VITALY SCHERBO VITALY SCHERBO

    «Mi fa male il cuore» Emigrata in America, ha prima sposato un ex allenatore e poi si è separata, da sempre insegna ginnastica. A ogni nuova Olimpiade qualcuno la chiama e chiede: «Come mai non è più tornata neanche a vedere una competizione? Non ha mai pensato di lavorare in una nazionale?». La risposta è sempre la stessa: «Mi fa male il cuore». E tutti pensano alla nostalgia, ai rimpianti, ai successi durati troppo poco, ai ricordi di una fatica estenuante. Invece no, pare ci sia dell' altro.

     

    Quando volava sulle travi la chiamavano «l' uccello colorato di Odessa»: un fascio di muscoli tirati su un corpo scarnissimo, ancora bambola dell' est in anni in cui quella tipologia di ginnasta non era più l' unica. Tra i motivi del suo ritiro precoce si elenca anche questo, un fisico provato. Ma non si sapeva da che.

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