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    TIM, L’ULTIMA TRINCEA DI GENISH - VACILLA L’IPOTESI DI DIMISSIONI IN BLOCCO DEL CDA PER FERMARE IL FONDO ELLIOTT, CHE SAREBBE GIÀ IN ZONA 10%. MEDIAZIONE PER TENERE L’AD ANCHE IN CASO DI RIBALTONE - STARACE (ENEL): ‘NESSUN CONTATTO CON ELLIOTT’ -  SUI 6500 ESUBERI I SINDACATI MINACCIANO LO SCIOPERO - IN TUTTO QUESTO, TIM È PRIMA IN EUROPA PER REDDITIVITÀ INDUSTRIALE E INVESTIMENTI


     
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    francesco starace francesco starace

    1. TIM: STARACE, NON CONTATTATI DAL FONDO ELLIOTT

     (ANSA) - Con un semplice "no" l'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, ha risposto ai cronisti che, a margine di un convegno, gli chiedevano se il colosso elettrico, azionista di Open Fiber, fosse stato contattato dal fondo Elliott. Tra le ipotesi sul tappeto, infatti, c'è anche quella di uno scorporo della rete Tim, società nel cui azionariato è recentemente entrato Elliott, e di una fusione con quella di Open Fiber.

     

    1. TIM:PRIMA IN EUROPA PER REDDITIVITÀ INDUSTRIALE,INVESTIMENTI

     (ANSA) - Tim, nel confronto europeo 2016, è sul podio per redditività industriale, produttività procapite e investimenti in rapporto al fatturato. E' la fotografia che emerge dall'indagine annuale di Mediobanca sulle tlc. Il margine operativo netto è pari al 20,1% del fatturato, lo stesso di Telenor, seguite da Orange (17,5%) mentre Vodafone riporta l'incidenza minore (5,1%). Per investimenti Tim (26,1%) batte Deutsche Telekom (22,3%) e Telenor (21,5%), superata però da Vodafone se si guarda il tasso medio del biennio 2015-16 (26,3% per la telco italiana, contro il 26,9% di Vodafone). Per produttività pro capite (valore aggiunto per addetto) Tim è invece sul gradino basso del podio con 118 mila euro, preceduta da Telenor (121 mila) e Swisscom (222 mila).

     

    AMOS GENISH AMOS GENISH

    In termini di Clup (costo del lavoro su valore aggiunto netto, entrambi pro-capite), un'indice che rappresenta la competitività, a Tim spetta il secondo migliore valore nel 2016, con un'incidenza pari al 43,2%, dopo il 33,1% di Telenor e davanti al 44,2% di Altice. Sotto il profilo patrimoniale, Vodafone ha di gran lunga la maggiore solidità finanziaria, con debiti finanziari sul patrimonio netto pari al 63,2%. Per Tim (al quarto posto dietro a Orange con il 101,5% e Swisscom con il 129,3%) la stessa incidenza è ben più elevata, attestandosi al 138,2% (in diminuzione dal 161,6% del 2015) ma comunque migliore a quella di Telefónica (212,7%), Deutsche Telekom (166,4%) e Telenor (155,9%).

     

     

    1. TIM, ULTIMA MEDIAZIONE SU GENISH VACILLA LA DIFESA DI VIVENDI

    Francesco Spini per la Stampa

     

    fulvio conti fulvio conti

    Entro la settimana - al massimo a cavallo della prossima - il fondo Elliott, che in molti accreditano ormai in zona 10%, calerà le sue carte su Tim. Presenterà la domanda di integrazione all' ordine del giorno dell' assemblea del 24 aprile e svelerà la sua lista per rendere il cda dell' ex monopolista compatibile con una vera società ad azionariato diffuso, una «public company».

     

    Saranno così sostituiti tra 5 e 7 consiglieri: sull' assetto finale la situazione appare ancora piuttosto fluida. Per la presidenza, sembra ci siano pochi dubbi: l' uomo in prima fila è l' ex ad dell' Enel, Fulvio Conti. Per la poltrona dell' amministratore delegato, invece, le indiscrezioni in prevalenza continuano a indicare l' ex numero uno di Wind, Paolo Dal Pino.

     

    Ma la situazione è più liquida: qualcuno sussurra anche di un' ultima mediazione in corso su Amos Genish, l' ad di Tim indicato dai francesi di Vivendi, che di certo non è l' obiettivo contro cui il fondo si sta scagliando. Il manager sta illustrando il suo piano agli investitori tra New York, Chicago e Boston. Il fondo vuole però che il cda sia composto da soli amministratori indipendenti, per poi scorporare la rete in una scissione proporzionale.

     

    Inoltre chiede la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie e il ritorno al dividendo.

    vincent bollore vincent bollore

    Per Genish significherebbe sconfessare il proprio piano, impostato su canoni più prudenti. Si fa via via meno probabile anche l' ingresso in cda di Luigi Gubitosi, che il governo reclama in Alitalia.

     

    Per Vivendi, intanto, la difesa si complica. La strada delle dimissioni in blocco dei consiglieri espressi da Parigi, e far decadere il cda, vacilla. Sui dieci di indicazione francese, c' è chi scommette che almeno due consiglieri non sarebbero disposti a seguire il diktat. Vivendi proverebbe così a convincere quattro indipendenti (si parla di Félicité Herzog, sulla cui indipendenza - messa in dubbio da ricche consulenze prestate a Bolloré - la Consob sta indagando, Marella Moretti, Anna Jones e Camilla Antonini) ma vorrebbe dire provocare seri dubbi sulla loro reale indipendenza, alimentando le accuse di conflitto di interessi, da cui muove Elliott.

     

    Oltretutto col rischio, anche con le dimissioni, di trascinare avanti l' agonia, ottenendo però il risultato di ritrovarsi in 5: l' ultima assemblea è stata vinta da Vivendi con appena lo 0,3% di distacco.

     

    PAOLO DAL PINO PAOLO DAL PINO

    Ultima ma non ultima, ieri si è aperta una nuova grana, stavolta sindacale. L' azienda, rappresentata da Agostino Nuzzolo - manager che lunedì lascerà le risorse umane alla responsabilità di Riccardo Meloni, ex Leonardo - ha instaurato un braccio di ferro con le sigle sui 6.500 esuberi previsti dal piano. Ha detto stop alle trattative e dato ai sindacati pochi giorni, al limite qualche settimana per un ripensamento. In mancanza ricorrerà unilateralmente alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione.

     

    «Se l' azienda parte da sola, è chiaro che ci opporremo con lo strumento di mobilitazione di cui il sindacato dispone: lo sciopero», avverte Marco Del Cimmuto della Slc Cgil. Tim nel mezzo della battaglia, alla vigilia di un' assemblea infuocata, apre un nuovo fronte, con uno sprezzo del pericolo che impressionerebbe pure Sun Tzu, l' autore de «L' arte della guerra».

     

     

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