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    TIM PUM PAM! - VOLANO SCHIAFFONI DOPO IL CDA: IL FONDO ELLIOTT DÀ LA COLPA A VIVENDI PER LO STALLO, ''LASCIATE LAVORARE L'AD, IN FONDO L'AVETE SCELTO VOI. COME PUÒ VIVENDI FUGGIRE DALLE SUE RESPONSABILITÀ PER L' ATTUALE SITUAZIONE DI TIM, QUANDO HA GESTITO LA SOCIETÀ COSÌ A LUNGO? IL CDA NON HA ADOTTATO NESSUNO DEI SUGGERIMENTI PROPOSTI DA ELLIOTT'' E HA SEGUITO IL PIANO TRACCIATO DAI FRANCESI - SPARKLE, SEPARAZIONE RETE E CONVERSIONE DELLE AZIONI: CHE SUCCEDERÀ


     
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    1. ELLIOTT ATTACCA VIVENDI "PARIGI È RESPONSABILE DELLO STALLO DI TIM"

    Francesco Spini per la Stampa

     

    Le tensioni accumulate negli ultimi giorni dentro Tim si sfogano in un nuovo attacco di Elliott a Vivendi. E riaffiorano anche in coda alla riunione del cda che ieri - come da previsioni - ha confermato «ampio mandato al management per la presentazione di offerte e la partecipazione all' asta» per le frequenze dedicate al 5G, l' ultima frontiera in fatto di telefonia mobile. A fine riunione ci sarebbe stato un duro confronto sulla gestione della società, in cui sarebbero emersi i malumori di chi, tra i consiglieri di nomina Elliott, imputano all' ad Amos Genish un rallentamento del piano industriale e un ritardo nel raggiungimento degli obiettivi.

    singer fondatore fondo elliott singer fondatore fondo elliott

     

    Nervosismo alle stelle anche tra gli azionisti, in vista dell' assemblea che - con ogni probabilità a novembre - servirà a nominare la società di revisione e offrirà a Vivendi l' opportunità di tornare al comando. Lo dimostra l' impegno dell' ad del gruppo francese Arnaud de Puyfontaine anche nel cercare (con difficoltà, a quanto risulta) appoggi nel governo gialloverde che guarda invece la partita con crescente sconcerto.

     

    bollore de puyfontaine bollore de puyfontaine

    Tanto attivismo non piace al fondo attivista. E in un comunicato di risposta ai francesi, Elliott «esorta gli azionisti di Tim a dare al nuovo consiglio il tempo di dimostrare di essere in grado di creare valore per gli azionisti in quello che è certamente un momento difficile per il mercato azionario italiano e, in generale, per le società di telecomunicazioni», dicendosi pronta ad accogliere «nuove idee» da Parigi. Un invito alla pazienza, curioso per un fondo come Elliott.

     

    Di fronte alle critiche di Vivendi, che ha definito «disastrosa» la gestione del nuovo corso, il fondo butta la palla nel campo di Parigi: «Vale la pena notare che il nuovo consiglio di Tim non ha apportato cambiamenti significativi nel management: l' attuale amministratore delegato è stato infatti portato nel consiglio da Vivendi e sia quest' ultimo (Amos Genish, ndr) sia il direttore finanziario (Piergiorgio Peluso, ndr), sono ancora in carica».

     

    L' accusa che il fondo di Paul Singer rivolge a Vivendi è quella di avere una visione «di breve termine». «Come può fuggire dalle sue responsabilità per l' attuale situazione di Tim, quando ha gestito la società così a lungo mentre il nuovo consiglio è in carica da così breve tempo?», si chiedono da Londra. Dopotutto, spiegano, il consiglio «non ha adottato nessuno dei suggerimenti proposti» da Elliott «seguendo invece il piano tracciato proprio da Vivendi».

     

    paul singer fondo elliott paul singer fondo elliott

    Genish, su cui non si allenta la pressione, ha cercato di smuovere le acque anticipando l' avvio delle operazioni per vendere la controllata Sparkle, che gestisce la rete dati internazionale, causando però malumori tra quei consiglieri che si attendevano un passaggio ulteriore al cda del 24 settembre. Fonti autorevoli sostengono come un dossier Sparkle sia già stato aperto in Cdp, forse l' unico possibile acquirente oltre al fondo F2i. Ma la notizia non trova per ora riscontro. Senza contare che Sparkle è divenuto un business rischioso anche per la Cassa mentre a Tim porta in dote un valore (attorno a 850 milioni) più che dimezzato rispetto a un anno fa.

     

    Oltre alla mossa su Sparkle, Genish ha schierato la società nella gara per le frequenze utili al 5G. Le offerte sono state recapitate ieri: oltre a Tim ci sono in gara Iliad (che si è già aggiudicata il lotto riservato da 700 Mhz per 676,4 milioni di euro), Vodafone, Fastweb, Wind 3. Nessuna offerta, invece da Linkem e Open Fiber. L' ammontare delle offerte iniziali è pari a 2,48 miliardi di euro.

     

    Non ci sono offerte per la banda 700 Sdl né per il blocco di banda da 3.600-3.800 Mhz.

    Giovedì partirà una nuova fase, quella dei miglioramenti competitivi.

     

     

    2. TIM: ELLIOT A VIVENDI, PORTATE IDEE O FATE LAVORARE CDA

    AMOS GENISH1 AMOS GENISH1

    Sara Bonifazio per l'ANSA

     

    La tensione tra i soci Tim cresce, con Elliott che risponde a Vivendi di fare proposte oppure di lasciare al cda il tempo di realizzare il piano DigiTim. Da parte suo alcuni suggerimenti per estrarre valore, ricorda, li aveva dati ma il cda "non ne ha adottato nessuno, seguendo invece il piano tracciato proprio da Vivendi". Intanto invece entra nel vivo l'asta per il 5G. In gioco ci sono oltre a Tim, Vodafone, Wind3, Fastweb e Iliad. Open Fiber che non ha presentato l'offerta iniziale (anche Linkem è rimasta alla finestra) potrebbe rientrare in gioco il 13 settembre quando cominceranno i rilanci, partendo da una base d'asta che lo Stato rappresenta già un incasso di quasi 2,5 miliardi (2.481.002.804 euro).

     

    Oggi il Mise pubblicherà nel dettaglio delle offerte presentate dagli operatori ma già è noto che Iliad si è aggiudicata per circa 676 mila euro il lotto riservato in banda 700 MHz mentre non c'è stata nessuna offerta iniziale per la banda 700 SDL, nonché per il blocco specifico in banda 3600 -3800 Mhz. Open Fiber è interessata alle frequenze della banda 26, le consentirebbero di portare avanti il piano Ftth nelle aree più periferiche più velocemente, ritiene di non avere grande concorrenza ma non trattandosi di un bisogno potrebbe anche decidere di subaffittarle successivamente.

    GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE

     

    Tornando a Tim Elliott contrattacca: "Vivendi mantiene una significativa rappresentanza nel Consiglio. Se ritiene che ci sia bisogno di nuove idee, Elliott ben accoglierebbe il suo aiuto nella promozione di soluzioni volte alla creazione di valore", perchè la prospettiva di un raddoppio della quotazione in Borsa, puntualizza il fondo rimandando la 'palla' nel campo francese, era stata data "in una prospettiva di medio periodo laddove un nuovo Cda indipendente avesse portato avanti i suggerimenti di Elliott. Ad oggi, il Consiglio non ha adottato nessuno dei suggerimenti proposti, seguendo invece il piano tracciato proprio da Vivendi".

     

    TIM BRASIL TIM BRASIL

    Vale quindi la pena rispolverare la presentazione 'Tranforming Tim' dove come prima mossa per liberare valore veniva indicata la conversione delle azioni di risparmio e in secondo luogo la separazione della Rete. Questa è un percorso avviato, nelle more delle autorizzazioni, anche se nella visione del fondo con la 'netco' si doveva osare di più fin da subito e prevedere la cessione di una quota tra il 25 e il 75 per cento. Ma Elliott non si era fermata lì, aveva già immaginato la dismissione di Sparkle (per la quale ora Tim sta cercando un'advisor) e nel riassetto aveva inserito anche la cessione di una quota tra il 40 e il 100% di Inwit e la discesa al 67% nel controllo di Tim Brasil.

     

    "Pensiamo che Sparkle possa avere valutazioni intorno a 700-900 milioni - commenta un analista di Equita - in funzione della durata e visibilità dei contratti in essere e dei vincoli che possono essere posti dal governo sui potenziali compratori vista l'esistenza del Golden Power.

     

     

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