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    TUTTE LE BUFALE CHE VI HANNO RACCONTATO SULLA FERTILITA' FEMMINILE - IL CROLLO DOPO I 35 ANNI? FALSO - SE SI FANNO FIGLI A 40 ANNI RADDOPPIANO LE CHANCE DI MALATTIE CONGENITE? SI', DALLO 0,5% ALL'1%! - IL CONGELAMENTO DEGLI OVULI? E' SOPRATTUTTO UN BUSINESS - E OCCHIO: SOLO IL 30% DEI GIOVANI MASCHI EUROPEI HA SPERMATOZOI DI QUALITA' - PIU' DELL'ETA' CONTA LO STILE DI VITA: DIETA, FUMO, ALCOL, DROGHE


     
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    VIDEO - ADAMS RUINS EVERYTHING: TUTTE LE BUFALE SULLA FERTILITA' FEMMINILE
    Una donna sana di 27 anni ha l'86% di possibilita' di rimanere incinta senza problemi. Una di 37 anni? 82%! Non conta (troppo) l'eta', quanto lo stile di vita e problemi specifici che possono esistere anche a 20 anni - Il congelamento degli ovuli? E soprattutto business: solo tra il 2 e il 12% di quegli ovuli ha la possibilita' di diventare un bambino, e la stragrande maggioranza delle donne finirà per non usarli mai - Il raddoppio delle possibilita' di avere un figlio con malattie congenite a 40 anni? Si', passano dallo 0,5% all'1%!
     

     

     

     

    1. FERTILITÀ OVER 35, “ALLARMISMI INGIUSTIFICATI SULLA POSSIBILITÀ DI RIMANERE INCINTE”

    Stefania Prandi per www.ilfattoquotidiano.it del 3 ottobre 2013

     

    Sulla fertilità femminile vengono raccontate inesattezze che creano ansie e allarmismi. A lanciare la provocazione è Jean M. Twenge, docente di psicologia alla San Diego State University e autrice del bestseller dal titolo “Guida per donne impazienti di restare incinte”. In un articolo pubblicato sull’Atlantic, Twenge sfata i miti che circolano in ambiente medico e mediatico riguardo alle donne, l’età e la fertilità. Le statistiche più diffuse, infatti, dicono che una donna su tre, tra i 35 e i 39 anni, dopo più di un anno di tentativi non riesce a restare incinta.

    Il climax aiuta la fertilita Il climax aiuta la fertilita

     

    “Si tratta di dati basati su un articolo pubblicato nel 2004 dalla rivista “Human reproduction” che fanno riferimento ai registri delle nascite francesi tra il 1670 e il 1830 – spiega la studiosa – Quindi a milioni di donne è stata detto che devono restare incinta prima dei 35 anni sulla base di statistiche realizzate in un tempo in cui non esistevano l’elettricità, gli antibiotici e i trattamenti per la fertilità”.

     

    Nonostante gli studi condotti su donne nate negli anni 2000 siano relativamente pochi, forniscono, secondo Twenge, una rappresentazione più ottimistica della situazione. La ricerca pubblicata in Obstetrics&Gynecology nel 2004, realizzata da David Dunson (della Duke University), ha esaminato le possibilità di restare incinta di 770 donne europee. E’ emerso che, avendo rapporti almeno due volte la settimana, l’82% delle donne tra i 35 e i 39 anni hanno concepito nell’arco di un anno contro l’86% delle donne tra i 27 e i 34 anni (la fertilità tra la fine dei 20 e l’inizio dei 30 è praticamente simile).

    COPPIA FERTILITY ROOM COPPIA FERTILITY ROOM

     

    Un altro studio, pubblicato lo scorso marzo su “Fertility and sterility“, coordinato da Kenneth Rothman della Boston University, ha esaminato 2.820 donne danesi che hanno avute tutte rapporti nei loro periodi più fertili per avere una gravidanza. Il 78% delle donne tra i 35 e i 40 anni è restata incinta nell’arco di un anno contro l’84% delle donnetra i 20 e i 34 anni.

     

    Un’altra ricerca pubblicata lo scorso giugno da Anne Steiner, professoressa associata della Scuola di medicina dell’Università del Nord Carolina, ha rilevato che l’80% delle donnetra i 38 e i 39 anni (normopeso e caucasiche) che avevano già avuto un figlio, restavano incinta naturalmente entro i 6 mesi da quando ci provavano.

     

    fertility preservation fertility preservation

    Certamente la fertilità cala con l’età ma non in maniera così drastica da impedire alle donne che hanno superato i 35 di restare incinte, scrive Twenge. Il discorso è diverso per le donne che a causa di problemi fisici, malattie o infertilità del partner devono ricorrere alla fecondazione in vitro. In questo caso, infatti, l’età fa la differenza: il 42% delle donne che hanno meno di 35 anni riesce a dare alla luce un figlio dopo un solo ciclo di trattamento. La percentuale si riduce al 27% per le donne tra i 35 e i 40 e cala al 12% tra quelle tra i 41 e i 42 anni. Questo tenendo presente che soltanto l’1% dei bambini che ogni anno nascono negli Usa sono il risultato della fecondazione in vitro.

    INFERTILIT MASCHILE INFERTILIT MASCHILE

     

    “Se avessi conosciuto questi dati anni fa mi sarei stressata molto meno”, racconta Twenge che a 30 anni, dopo avere divorziato dal primo marito, ha iniziato a temere di non potere avere figli a causa della pressione mediatica sul tema. Poi dopo qualche tempo si è risposata e dopo i 35 ha avuto 3 bimbi, l’ultimo dei quali nato quando ne aveva 40. Riassumendo, scrive Twenge, secondo gli autori delle ricerche consultate la fertilità è relativamente stabile fino a poco dopo i 35 anni, con un declino che inizia intorno ai 38 o 39. Quindi le trentenni hanno davanti a loro anni per pensare alla gravidanza mentre le quasi quarantenni soltanto mesi. E le donne over 35 che nell’arco di 6 mesi, nonostante i tentativi, non riescono a concepire? E’ bene che si rivolgano a uno specialista.

     

     

    2. MILLENNIALS: MENO SESSO, MENO FIGLI, PIU' PROBLEMI

    Elvira Naselli per La Repubblica

     

    neonato neonato

    Provate a fare questa domanda a una giovane coppia. Non è mai il momento giusto. La casa è troppo piccola, il lavoro è precario, il futuro incerto, i nonni sono lontani, gli asili costano troppo. Tutte motivazioni sacrosante, per carità. Perché è tutto vero: il nostro non è un Paese per bambini. Non ci sono quegli aiuti costanti di cui avrebbero bisogno le famiglie per pianificare un bambino, non c' è l' importante detassazione francese. Men che meno il welfare dei paesi nordici, dove le donne lavorano di più, ma fanno anche più figli. E non bastano certo le campagne ministeriali, né quelle - random in verità - di alcune società scientifiche. Fare un figlio dovrebbe far parte della progettualità di una società, non di una singola coppia.

    neonato neonato

     

    Il punto è però che, a parte le esitazioni, quando poi si decide di avere un figlio spesso non ci si riesce. Ed è una doccia fredda, perché quasi mai una coppia di trent' anni pensa che non riuscirà a fare un figlio. E invece la fertilità non è infinita, e anzi in questi anni è diminuita costantemente. Per tutta una serie di motivi, alcuni dipendenti dai nostri stili di vita, altri dall' ambiente: i famosi interferenti endocrini, una infinità di molecole e sostanze in grado di influenzare il nostro sistema endocrino e quindi la riproduzione. Ma c' entrano anche i comportamenti individuali, come diete scriteriate, uso di droghe, fumo, alcolici.

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    Tanto che l' Eshre, la società europea di embriologia e riproduzione umana ha deciso di istituire da quest' anno - presentandolo all' appena concluso congresso annuale a Ginevra - un gruppo di interesse specifico, dedicato appunto alla preservazione della fertilità. Perché - spiega il suo coordinatore, Richard Anderson, professore di Medicina riproduttiva all' università di Edinburgo sono indispensabili strategie comuni e sforzi educativi. La preservazione della fertilità dunque, sottolinea Luca Gianaroli, direttore scientifico di Sismer, sia per motivi medici che sociali, è ormai parte integrante della medicina della riproduzione e i programmi di preservazione possono essere una risorsa molto preziosa per salvaguardare le possibilità riproduttive dei giovani.

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    Secondo recenti dati Eshre, infatti, solo il 30% dei giovani maschi europei ha spermatozoi di alta qualità. Gli altri arrancano. Anche l' età - al contrario di quello che comunemente si crede gioca un ruolo importante. «L' invecchiamento dell' uomo - premette Aldo Franco De Rose, urologo e andrologo all' ospedale San Martino di Genova si riflette particolarmente a livello delle vescicole seminali e della prostata. La riduzione più importante della concentrazione di spermatozoi e di quelli normali si ha raggiunti i 40 anni». E non va meglio con le ragazze, per un fattore legato soprattutto all' età. Perché si decide di far figli quando la fertilità individuale è in caduta libera, dopo i 35 anni.

     

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    Del resto, sebbene stiano migliorando, non è che le conoscenze dei giovani siano poi così accurate. Da una recente indagine Sifes (società italiana di fertilità e sterilità) su 1500 ragazzi tra i 14 e i 26 anni è venuto fuori che l' 87% conosce la relazione tra invecchiamento della donna e diminuzione della fertilità. Ma per quasi la metà (il 47%) quel limite è la menopausa, oltre i 50 anni. E inoltre il 73% non ha mai pensato di fare un controllo per verificare la propria salute riproduttiva.

     

    E così si arriva tardi, spesso non si riesce ad avere un figlio, e si ricorre alla medicina della riproduzione. Ma, anche lì, si arriva a 40. A 42 anni. Le donne italiane sono le più anziane. E a quel punto le chance sono minori. E spesso si deve ricorrere alla donazione di gameti, che però ha un impatto psicologico considerevole sulle donne tanto che anche se le possibilità di rimanere gravide con i propri ovociti sono zero, le donne vogliono comunque tentare almeno una volta, prima di ricorrere ad ovociti di donatrici.

    corpi in gravidanza corpi in gravidanza

     

    Secondo l' ultima relazione del ministero della Salute al Parlamento, in Italia i cicli di trattamento con fecondazione eterologa - i primi sono stati effettuati nel 2015, dopo la modifica della legge 40 che li vietava - sono stati 2800 e hanno portato alla nascita di 601 bambini, il 4,7% di tutti i nati con la Pma. Ma ci sono poi le coppie che continuano ad andare all' estero, dove l' offerta di ovociti è infinita, soprattutto in Spagna, regina europea con oltre centomila cicli di riproduzione assistita (dati Eshre).

     

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    E allora che fare, oltre a lanciare i soliti allarmi o affrontare la cosa con giornate come il fertility day dello scorso settembre che tante polemiche ha sollevato per le immagini scelte e la modalità del messaggio? «Il punto è che la fertilità ha un limite biologico, che bisogna conoscere - premette Francesca Gioia Klinger, ricercatrice di Istologia ed Embriologia dell' università romana di Tor Vergata - e non è un caso che all' estero il fenomeno del social freezing sia così in voga che molte banche di ovociti hanno la maggior parte di gameti congelati da ragazze per posporre la maternità». Una speranza in congelatore, nell' attesa di trovare quel lavoro e quella casa che a trent' anni ancora appaiono lontani.

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