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    ARTE, MI MANDI AI PAZZI! – DALLE “INSANE PASSIONI” DI DE SADE ALLA SINDROME MANIACO DEPRESSIVA DI MICHELANGELO: TUTTI GLI ARTISTI AVEVANO TURBE PSICOLOGICHE – LA CULTURA PSICANALIZZATA AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO CON IL METODO DELLA “PATOGRAFIA”: SI PARTE DALL’OPERA E SI RISALE AL DISTURBO DI CHI L’HA CREATA – LEONARDO AVEVA UN CONFLITTO EDIPICO E ''L'URLO'' DI MUNCH...


     
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    michelangelo michelangelo

    Gianluca Veneziani per Libero Quotidiano

     

    Il sonno della ragione genera mostri, ma a volte può generare artisti e politici. Anche nelle menti che dovrebbero più lucide e creative, dovendo dar vita a cose nuove o gestire le cose esistenti, si inserisce spesso il germe della follia. Che, beninteso, non ne limita ma spesso ne accresce la grandezza.

     

    Nel quarantesimo anniversario della legge Basaglia, un doppio evento al Salone del Libro di Torino prova a mettere sul lettino dello psicanalista, a sottoporre a perizia psichiatrica o a richiesta (tardiva) di internamento, scrittori, pittori, pensatori e leader carismatici.

     

    Adottando un metodo interessante, la cosiddetta «patografia»: partire dall' opera per risalire alla loro presunta follia. Si tratta perlopiù di insospettabili, autori e personaggi considerati sinonimo di equilibrio o unanimemente reputati cultori della Ragione.

     

    michelangelo profeta geremia michelangelo profeta geremia

    Gente come Michelangelo Buonarroti, esponente della perfezione rinascimentale, i cui capolavori tradiscono tuttavia i disturbi di cui soffriva. «Come aveva già intuito Freud», ci dice l' antropologo Massimo Centini, autore dell' affascinante Arte folle. Pazzi, sociopatici e geni (Yume, pp. 256, euro 15), «la rappresentazione del profeta Geremia nella Cappella Sistina, con la testa china verso il basso e appoggiata su una mano, postura tipica dell' uomo malinconico, alluderebbe alla sindrome maniaco-depressiva da cui Michelangelo era affetto».

     

    TURBE MENTALI

    leonardo sant' anna, la vergine e il bambino con l' agnellino leonardo sant' anna, la vergine e il bambino con l' agnellino

    Seguendo lo stesso metodo, è lecito ipotizzare che anche Leonardo soffrisse di turbe psicologiche, a cominciare da un conflitto edipico irrisolto, che emergerebbe nel quadro Sant' Anna, la Vergine e il Bambino con l' agnellino, per arrivare a un' insana, quasi sadica passione per i criminali, che il genio rinascimentale era solito seguire fino all' esecuzione, per poi riprodurne i lineamenti deformati dalla paura.

     

    Anche il pessimismo di Leopardi potrebbe essere riletto alla luce non delle sue convinzioni intellettuali ma delle sue fragilità psichiche. Un viaggio nell' inconscio del poeta, come quello compiuto a fine '800 da Mariano Luigi Patrizi e ora ripubblicato (Nella mente e nel fisico del poeta, Yume, pp. 80, euro 9), aiuta a ricondurre il suo nichilismo a cause non filosofiche ma psicologiche, ossia alle fragilità del sistema nervoso tipiche di uno «psicopatico e paranoico», ai suoi «timori di persecuzioni e allucinazioni» oltreché a un' eccessiva sensibilità, molto «sviluppata negli alienati e nei geni».

    leopardi leopardi

     

    Ripartire dall' opera può aiutare a comprendere meglio la personalità, geniale e disturbata, di pittori come Edvard Munch, il cui celebre Urlo è prodotto anche di «fenomeni paranoidi»; o di autori dalle «insane passioni» come il marchese de Sade e Lewis Carroll. Impossibile pensare a libri trasgressivi come Justine o le disavventure della virtù senza aver presente lo stato di «demenza libertina» e di «costante pazzia licenziosa» dell' autore.

     

    edvard munch edvard munch

    E pare impossibile leggere Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e guardare le foto ambigue scattate da Lewis Carroll a modelle ragazzine, senza risalire ai suoi disturbi neurologici simili all' epilessia e al suo perverso desiderio sessuale, figlio di molestie subite da bambino. In altri casi, tuttavia, l' opera può ingannare.

     

    «Guardando un quadro qualsiasi di Hieronymus Bosch», fa notare Centini, «si potrebbe pensare che il pittore fosse uno squilibrato. E invece aveva una normale vita borghese». Un discorso simile potrebbe farsi per Van Gogh. «Certo, il pittore era vittima di disturbi mentali», continua Centini. «Ma il colore giallo dei suoi quadri, che molti hanno attribuito alla sua cronica malinconia, probabilmente derivava dal suo daltonismo, causato dall' eccessivo uso di assenzio».

     

    urlo di munch urlo di munch

    PRAGMATISMO

    Viceversa, tracce di sana follia sono rintracciabili in pensatori politici, finora considerati interpreti di una razionalismo pragmatico, come Niccolò Machiavelli. «La chiave per intendere adeguatamente l' autore de Il Principe», ci assicura lo storico della filosofia Michele Ciliberto, autore dell' Introduzione a Tutte le opere di Machiavelli (Bompiani, pp. 3.008, euro 75), «è la sua continua tensione tra ragione e pazzia».

     

    D' altronde, scrive Ciliberto nell' Introduzione, «per mettere ordine in un mondo disordinato, dominato dalla Fortuna, la politica deve avere in sé elementi di "pazzia"; se vuole riuscire ad avere risultati, deve essere una forza "estrema", lontana dall' equilibrio della saggezza o della mediazione».

     

    lewis carroll lewis carroll

    A seguire il dettato machiavellico ci hanno pensato nel tempo, continua Ciliberto, «uomini di Stato come Robespierre», il cui culto della Dea Ragione è sfociato nel delirio ideologico, «ma anche visionari come Mandela o Martin Luther King, capaci di abbinare il realismo a un pizzico di follia».

     

    MACHIAVELLI MACHIAVELLI

    Al contrario, «gli uomini oggi al potere, compresi i Di Maio e i Salvini, sono machiavellici nel senso classico del termine, cioè devoti solo alla ragion di Stato». Che sia il tempo di riscoprire la lucida follia di Erasmo da Rotterdam, tanto amata da Berlusconi?

    ROBESPIERRE ROBESPIERRE

     

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