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    UN 'LEAK' AL GIORNO TOGLIE IL PUZZONE DI TORNO - 'L'FBI VUOLE ASCOLTARE (E INDAGARE?) IL GENERO DI TRUMP, JARED KUSHNER'. IL PRESIDENTE È PARTITO DA 5 MINUTI PER L'ARABIA SAUDITA E IL 'WASHINGTON POST' SGANCIA IL NUOVO SOSPETTO - JAMES COMEY SARÀ ASCOLTATO IN UDIENZA PUBBLICA - I FUNZIONARI DELLA CASA BIANCA PASSANO AI GIORNALISTI TUTTI I VERBALI DEGLI INCONTRI DEL PRESIDENTE


     
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    Da www.lastampa.it

     

    donald trump jared kushner donald trump jared kushner

    Un alto funzionario della Casa Bianca molto vicino al presidente Donald Trump sarebbe coinvolto nelle indagini in corso sul Russiagate. Lo rivela il Washington Post, sottolineando come il caso stia oramai raggiungendo i più alti livelli del governo. Secondo media americani e britannici gli uomini dell’Fbi che indagano sul Russiagate ritengono una «persona di interesse» e che vorrebbero ascoltare potrebbe essere il genero del presidente Jared Kushner. 

     

     Dopo il Washington Post, pochi minuti dopo la partenza del presidente Usa Donald Trump per la sua prima missione all’estero, anche il New York Times sgancia una nuova bomba mediatica sull’inquilino della casa Bianca. Trump avrebbe personalmente detto al ministro degli Esteri russo Serghei Lavorv e all’ambasciatore Serghey Kislyak, ricevuti nello Studio Ovale il 10 maggio, che il giorno prima, l’aver licenziato il direttore dell’Fbi, James Comey, che indagava sul Russiagate (le presunte ingerenze di Mosca nelle presidenziali 2016 e i contatti tra il suo staff e funzionari di Mosca) gli aveva allentato «la grande pressione» che lo stava schiacciando.

     

    donald melania ivanka trump e jared kushner donald melania ivanka trump e jared kushner

    È quanto emerge da un testo che sintetizza il contenuto dell’incontro: «Ho appena licenziato il capo dell’Fbi. Era pazzo un vero fanatico» avrebbe detto Trump in base ad un documento letto al Nyt da un funzionario americano. Il presidente aggiunse conversando con i russi, «ero sotto una grande pressione a causa della Russia ma ora me ne sono liberato» e concluse, con i suoi interlocutori: «Non sono sotto inchiesta». 

     

     Fu lo stesso incontro in cui Trump rivelò ai russi l’informazione segreta, ottenuta da Israele o dalla Giordania, che Isis era riuscita a celare esplosivo dentro i pc ed i tablet per far esplodere gli aerei in volo. Notizia prima smentita dal suo staff ma poi rivendicata dallo stesso Trump come suo diritto.

     

    Il documento citato oggi dal Times è «basato su appunti presi all’interno dello Studio Ovale ed è circolato come resoconto ufficiale dell’incontro. Un funzionario lo ha letto al Nyt ed un altro ne ha confermato il contenuto», fornendo così ulteriore elementi non solo contro le decisioni di Trump ma sulla convinzione del presidente di essere circondato da spie che rivelano ai media particolari più riservati del suo operato. 

    ROBERT MUELLER JAMES COMEY ROBERT MUELLER JAMES COMEY

     

    L’ex direttore dell’Fbi Comey ha accettato di testimoniare davanti alla commissione Intelligence del Senato sul Russiagate. La testimonianza sarà a porte aperte ed è prevista subito dopo il Memorial Day che è in calendario il prossimo 29 maggio. 

     

    I legali della Casa Bianca avrebbero iniziato a studiare le procedure di impeachment per essere pronti nel caso in cui Donald Trump dovesse essere messo in stato di accusa. Lo rivela la Cnn, citando fonti dell’amministrazione che comunque sottolineano come al momento questo scenario resti un’ipotesi remota. Nel corso dell’ultima settimana - riporta in particolare la Cnn - gli avvocati della Casa Bianca avrebbe consultato alcuni esperti in impeachment per raccogliere più informazioni possibili.

    DONALD TRUMP JAMES COMEY DONALD TRUMP JAMES COMEY

     

    Intanto Trump perde un altro pezzo importantissimo della sua amministrazione, già peraltro contraddistinta dalla difficoltà a riempire tutte le caselle chiave. Il numero 2 del ministero del Tesoro, Jim Donovan, ha ritirato la sua disponibilità ad accettare l’incarico, ufficialmente «per dedicare più tempo alla famiglia» proprio quando le carte per la ratifica della sua nomina era state inviate al Senato. Donovan ha detto di voler restare a Godman Sachs, il colosso di Wall Street da cui proviene l’attuale ministro, Steve Munichin, cui senza Donovan mancherà un importante aiuto per far passare il piano di tagli fiscali `monstre´ promesso dal presidente.

     

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