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    IL DIBATTITO SÌ! - UNA SERA AL CINEFORUM DI NANNI MORETTI, DOVE SI RITROVA LA ROMA GERONTO-RADICAL - IL DIBATTITO FINALE ORMAI È CON UNA SOLA ‘B’: SIAMO TRA LA POST-IDEOLOGIA E LE CARINERIE BUONISTE. CON ‘MARIA PER ROMA’ ADDIRITTURA SI SFONDA NEL VANZINISMO. LE POCHE CATTIVERIE SI SENTONO TRA IL PUBBLICO: "IL CANE È L' UNICO CHE HA RECITATO BENE"


     
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    NANNI MORETTI 5 NANNI MORETTI 5

     

    Fabrizio d'Esposito per il Fatto Quotidiano

     

    Vogliamo i colonnelli. Al Nuovo Sacher, il tempio del culto morettiano lungo la strada tra Testaccio e Trastevere, a Roma. Morettiano nel senso di Nanni, ovviamente.

     

    Il film termina alle 23 e 38. Il dibattito comincia subito dopo. Nessuno si muove dal suo posto. Ci sono 600 persone nell' arena del cinema. Conduce lo stesso Moretti. Al suo fianco la regista e attrice principale di Maria per Roma, Karen Di Porto. Moretti: "Senti, voglio subito sapere chi è quel signore cattivissimo che vi dice masochisti". Di Porto: "È il colonnello Samoggia, l' ho incontrato nella Roma delle feste. È un ex colonnello del Sisde".

     

    arena nuovo sacher nanni moretti arena nuovo sacher nanni moretti

    Moretti: "Cioè è un ex colonnello dei Servizi? Ah!". Per la precisione, l' attore è un ex del Sismi ai tempi di Andreotti. Il riferimento è a una scena di Roma di notte, davanti al Campidoglio. Maria, la protagonista del film, è con un anziano viveur che l' ha rimorchiata a una festa. Si fermano per comprare le sigarette e lei scende dall' auto e incontra Cesare, che la corteggia da sempre. Il viveur ritorna e i due declinano l' invito ad andare con lui, per un bagno notturno in piscina. Replica cinico-esistenziale dell' anziano signore: "Masochisti".

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    Nuovo Sacher, martedì sera, intorno alle venti e trenta. La fila ha già una sua consistenza.

    In primissima linea ci sono gli adepti cinefili. Come la pensionata Tina, che non si perde un titolo. E come Ugo, funzionario statale dal barbone bianco. Ugo incontra un amico e dice: "Oh, ci sei anche tu, meno male, in queste sere i dibattiti sono stati un po' fiacchi".

     

    Il cinefilo del Nuovo Sacher segue una liturgia consolidata: il biglietto alla cassa da Giulio; la consumazione al bar da Simona; il cuscino per la sedia da Armando; infine l' ingresso nell' arena e la ricerca del posto più ambito, centrale e a metà gradinata. La proiezione è prevista alle ventuno e trenta.

     

    bea la protagonista morale di maria per roma bea la protagonista morale di maria per roma

    Ma la fila è enorme e per smaltirla ci vogliono novanta minuti. È un' altra regola dell' inflessibilità morettiana: si comincia solo quando gli spettatori sono tutti dentro.

    Alle ventidue, il pubblico batte le mani spazientito e rumoreggia. In alto a destra c' è una folta colonia di accademici attempati.

     

    Uno di loro grida: "Moretti questo da te non me l' aspettavo. Ma vaffanculo". Il pubblico è di mezza età, perlopiù. C' è pure una sorpresa non proprio corrispondente alla sacralità del posto. Un signore calvo in bermuda sfila un piede dal sandalo, se lo massaggia a lungo e dice alla compagna: "Aò, me faccio 'na pennica". Chiude gli occhi.

     

    Poi la svolta. Il proiezionista, Luca, avanza come Mosè attraverso il mar Rosso. Inizia il film. La storia di una quarantenne che gira a vuoto per la Capitale: Maria per Roma è un popolare detto romanesco.

     

    karen di porto e l ex agente del sisde karen di porto e l ex agente del sisde

    Maria porta le chiavi ai turisti che affittano case nel centro e spera di fare l' attrice. Il film è prodotto da Galliano Juso ed è stato presentato al Festival di Roma. Ma stasera è la consacrazione, perché è nella rassegna Bimbi Belli, ideata da Moretti nel 2002, con tanto di dibattito finale, per gli "esordi nel cinema italiano".

     

    A mezzanotte meno venti si riaccendono le luci. Sempre in alto a destra, c' è un tizio che sbraita e indica Bea, la cagnolina che accompagna Maria per Roma. Bea è accucciata vicino alla cabina di proiezione.

    Il signore è crudelmente incazzato: "Il cane è l' unico che ha recitato bene". Sul palco salgono Moretti e Karen Di Porto, attrice principale e regista. Moretti fa cinque, sei domande di fila.

    Sempre con lo stesso intercalare iniziale, "Senti".

     

    Nella pellicola, il fatidico contesto è il dramma di una generazione: la crisi economica e il precariato.

    nuovo sacher nuovo sacher

    Ma il dibattito resta con una sola "b". Tenue, intimista, legato ai personaggi. Non c' è critica sociale o politica. Siamo tra la post-ideologia e le carinerie buoniste. E si va anche oltre, superando confini impensabili. Il dibattito, sempre con una sola "b", registra un pericoloso cedimento al deleterio vanzinismo.

     

    Accade quando Di Porto ammette: "Alcuni personaggi sono vanziniani".

    Il microfono passa al pubblico. Nel film c' è la sporcizia di Roma. Si potrebbe stroncare la sindaca Raggi. Neanche. "Che vuoi che siano due broccoli per terra a Campo de' Fiori", dice l' attrice. Maria va in Vespa e l' omaggio al Maestro è nei fatti: "Ero a Parigi per l' Erasmus quando ho visto Aprile e mi sono emozionata".

     

    karen di porto karen di porto

    Ma l' emozione confonde: per antonomasia l' eternità morettiana in Vespa è quella di Caro Diario. Per fortuna ci pensa Bea a dare una scossa: la cagnolina raggiunge la padrona sul palco e vuole bere. Si avvicina al bicchiere del Maestro, poggiato per terra, ma lui è lesto a sottrarglielo: "No, questo no". Finalmente un po' di cattiveria.

     

    A mezzanotte e un quarto, altro fuoriprogramma: Moretti si alza e prende un bebè dal pubblico. Lo stringe al petto e spiega: "Mi lamento sempre che non c' è ricambio generazionale, qui l' età media è di 85 anni".

     

    L' ultima domanda dalla platea è una recensione sentimentale. Il film si chiude su Maria e Cesare che dormono sotto un ponte, abbracciati.

     

    "Una scena senza sesso che è celestiale". La gente sfolla. Ugo, il funzionario dalla barba bianca, ritrova l' amico: "Che bello il dibattito stasera". Buonanotte. È quasi l' una.

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