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    I CINESI PAZZI PER LE FICHES - UNA SOCIETÀ ASIATICA RISTRUTTURA UNA PALAZZINA COMUNALE A CAMPIONE D'ITALIA E ASSUME 74 PERSONE, TUTTE ORIENTALI, PER APRIRE UN CASINO’ ESCLUSIVAMENTE DEDICATO ALLA COMUNITA’ CINESE - IL SINDACO: “NON AMANO MESCOLARSI AGLI ALTRI”. LA STORICA SALA DA GIOCO ORA E’ A RISCHIO: “CI FANNO CHIUDERE”


     
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    Fabio Poletti per “la Stampa”

     

    Rien ne va plus. I giochi sono fatti. Se tutto va bene, o male dipende dai punti di vista, questa bella villa rosa di inizio '900 in riva al Ceresio sarà presto Dragon Casino, il primo casinò interamente dedicato alla clientela cinese. Abbandonata da anni - oggi la si definisce eufemisticamente un magazzino - porte sprangate, persiane serrate, Villa Mimosa potrebbe fare concorrenza al monumentale casinò tutto spigoli disegnato dall' architetto Mario Botta dall' altro lato della strada. L' obiettivo è aprire il primo gennaio 2019 con tavoli dedicati alla clientela cinese e personale madrelingua.

     

    «Più che una concorrenza sleale si prospetta un suicidio, quello del sistema casinò. E un omicidio, quello di noi dipendenti di cui faranno strage», sibila uno dei 492 dipendenti rigorosamente anonimo in smoking e farfallino, mentre scivola sulla moquette blu davanti ai tornelli di ingresso, dove gli habitué sventolano la black card per entrare in faccia alla reception dedicata ai cinesi.

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    La storia è nota. A Campione d' Italia, provincia di Como, enclave italiana in territorio svizzero, buona parte dei quasi 2000 abitanti vive di gioco d' azzardo legalizzato. Ma i numeri oramai sono quelli che sono. Negli anni, invece di venire fino a qui pure in pullman, molti preferiscono giocare on line o alle macchinette sotto casa. Nell' ultimo anno si sono registrati 40 mila ingressi in meno. Nel 2016 a fatica si è arrivati a 672 mila e il trend è in discesa.

     

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    Vanno giù pure gli introiti che al lordo arrivano nel 2017 a malapena a 92 milioni. Per compensare le oscillazioni del cambio lo Stato italiano ci mette 10 milioni teorici che l' anno prossimo non arriveranno a 7, visto il rapporto tra euro e franco svizzero. A pagare la crisi sempre i soliti. Tanto per capire l' aria che tira: i dipendenti del Comune proprietario unico del Casinò prenderanno gli stipendi degli ultimi 3 mesi in 2 tranche questo gennaio. La tredicesima verrà spalmata in 5 mesi.

     

    Il sindaco di centrodestra di Campione Roberto Salmoiraghi che ha fortemente voluto la delibera comunale, rivendica l' operazione che porterà alle casse del Comune 5 milioni e 20 mila euro solo con il conferimento della struttura al Casinò: «La clientela cinese è molto particolare. Preferisce non mescolarsi con gli altri. I giocatori tradizionali pensano che siano troppo rumorosi. Fa parte della loro cultura.

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    Ma è impensabile che si parli di concorrenza, visti i volumi delle due strutture. Escludo che per questo si perdano posti di lavoro. Viviamola come un' opportunità in più per la casa da gioco, per i dipendenti e pure per il Comune». Artefice dell' operazione Dragon Casino dovrebbe essere la società austriaca Novomatic, azienda leader nel gaming. Si prevedono investimenti per 6 milioni di euro. Si pensa ad un organico di 74 addetti di origine asiatica. Si prevedono 4 milioni e 360 mila euro di profitto, il 60% al Comune e il 40% a Novomatic. Ma soprattutto si punta a raddoppiare i giocatori cinesi, a fatica 60 mila nel 2016.

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    Il custode del parcheggio davanti al Casinò fa lo scettico blu: «Sì ma dove li mettiamo?

    Non si può pensare solo a giocatori giornalieri e per il resto non ci sono strutture». I pullman vanno e vengono soprattutto nel week end. Da Milano ci vuole un' ora. Giovanni Fagone segretario della Cgil di Como vede nero all' orizzonte: «Il casinò ha resistito perchè negli ultimi 5 anni i lavoratori hanno rinunciato a 60 milioni di euro del loro stipendio. Ci sono piani vuoti qua dentro.

     

    Perchè non attrezzarli solo per i giocatori cinesi?». Il signor Hu in giubbottino assai casual - finiti i bei tempi del jet set e dello champagne, oggi vanno forte pensionati e soprattutto pensionate che vengono qui come se timbrassero il cartellino - non sa nulla di nulla: «Mi piace venire a giocare almeno due volte la settimana. Conosco tanta gente. Se fanno un casinò privato solo per noi siamo solo contenti».

     

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    Poi si infila al terzo piano dove ci sono i tavoli francesi. In attesa che dal primo gennaio dell' anno prossimo a Villa Mimosa dall' altro lato della strada potrà finalmente scommettere ai quattro tavoli da roulette apparecchiati dalla Novomatic, altrettanti di carte dove giocare ai soliti poker, baccarat, chemin de fer o black jack. O alla cinquantina di slot machine previste e pure a Sic Bo, un gioco di carte cinese che va fortissimo al Casinò di Macao.

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