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    LO ZIBALDONE DI VASCO: 40 ANNI DI CANZONI IN UN LIBRO"VADO AL MASSIMO? QUANDO L’HO SCRITTA ERO NELLA MERDA FINO AL COLLO - BOLLICINE? CON QUELLA PAUSA DOPO “COCA” MI DIVERTIVO A SPAVENTARE I BENPENSANTI" – "MI DIVERTO MOLTO A PRENDERMI IN GIRO. SIAMO ESSERE INUTILI E IMPERFETTI TRAVESTITI DA SAGGI E ARROGANTI ARTEFICI DEL NOSTRO DESTINO. CI RACCONTIAMO BALLE TUTTO IL GIORNO” - VIDEO


     
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    Francesco Persili per Dagospia

    VASCO VASCO

     

    “Dovevo accompagnare a casa una tipa ma mentre perdevo tempo nel locale con un amico, lei aveva incontrato uno più svelto e se ne era andata con lui: si chiamava Santino, era molto carino, e non era nero”. Fu così che Vasco trasformò “un’occasione persa” in “Colpa d’Alfredo”, la sua “Febbre del Sabato sera” in versione emiliana.

     

    Per situarsi sulla latitudine rock del Blasco, alla vigilia del concertone di Modena Park, non c’è niente di meglio di questo zibaldone, “Vasco XL, 40 anni di canzoni (con i miei commenti)”. Una raccolta di 176 brani arricchita da una lectio magistralis su “Siamo solo noi” e dal suo primo “editoriale” scritto a mano sulla copertina del suo primo album che si intitola “Ma cosa vuoi che sia una canzone”, come si legge nella prefazione griffata Tania Sachs, storica portavoce del rocker.

     

    VASCO VASCO

    “Che cos’è una canzone? Qualche parola e una melodia…? Uno strumento di lotta. O una masturbazione psichica?”. Ironia e provocazione si tengono insieme nelle note a margine dei brani. “Vado al Massimo è figlia del cazzeggio con un amico: “Scherzavamo su chi era andato in vacanza in Messico mentre noi eravamo rimasti a Zocca…Ero nella merda fino al collo”. “Bollicine? Con quella pausa dopo “coca” mi divertivo a spaventare i benpensanti. Ma mi divertiva anche prendere in giro gli stereotipi della pubblicità” (“Chi non vespa più e si fa le pere”). Nonsense a gogò e “Vita Spericolata” per esorcizzare la paura di un’esistenza “priva di emozioni”.

     

    "C’è chi dice no" è “un urlo per affermare la propria individualità" mentre “Siamo solo noi”, nasce sugli stessi accordi di “Colpa d’Alfredo” per dimostrare ai "critici, che ai tempi sostenevano che io non avevo uno stile, che con gli stessi 3 accordi si possono scrivere tante canzoni diverse. Ma questo non significa avere uno stile…”. Albachiara, dal 1984 il pezzo conclusivo di ogni suo concerto, ha sfumature leopardiane: "Dalla finestra di casa mia, durante le lunghe e noiose ore di studio, vedevo una ragazzina scendere dalla corriera e coi libri di scuola avviarsi verso casa”.

     

    VASCO ROSSI VASCO ROSSI

    Tra notti ruggenti alla Gigi Rizzi e la scoperta malinconica dell’alba si colloca “Sally” nata in barca a Saint-Tropez. “Ero andato in un locale, mi ero innamorato di tutte ma all’uscita ero di nuovo solo. Con quell’eccitazione, tornai in barca mi sfogai sulla chitarra mentre l’amante del mio amico se ne andava. Sembrava il prototipo della donna sconfitta che però se la cava sempre con la sua intelligenza. A dire il vero stavo parlando di me…”.

     

    Si scopre che “Blasco” è frutto della "storpiatura del suo nome ad opera della nonna di una sua amica" e che “Valium” a quel tempo lo prendeva solo la zia prima di arrivare alla dedica a quella generazione “che diceva di voler cambiare il mondo e di volere l’immaginazione al potere ed è poi finita a lavorare per lo stesso potere che criticava”. Sì!! Stupendo.

     

    VASCO ROSSI VASCO ROSSI

    Ma non si può spingere solo l’acceleratore. “Il mondo che vorrei” sembra quasi un invito ad accontentarsi “…ma l’artista non accetta, non accetterà mai di non poter volare”. Tra ricordi amari, paure, fragilità c’è spazio anche per l’autoironia: “Mi diverto molto a prendermi in giro, a denudarmi davanti a tutti e a confessare le mie debolezze e i miei errori. Trovo una solidarietà che mi entusiasma e mi consola”. Sembra di sentire Jep Gambardella-Toni Servillo, il protagonista de “La Grande Bellezza”. “Siamo essere inutili e imperfetti travestiti da saggi e arroganti artefici del nostro destino. Ci raccontiamo balle tutto il giorno”. Fare della propria vita un'opera rock e nonostante tutto mantenere la capacità di non prendersi mai troppo sul serio: è la Grande Bellezza di Vasco.

     

    VASCO ROSSI A CASA PANNELLA VASCO ROSSI A CASA PANNELLA VASCO ROSSI VASCO ROSSI VASCO ROSSI VASCO ROSSI VASCO ROSSI ASSANTE CASTALDO VASCO ROSSI ASSANTE CASTALDO VASCO ROSSI 1 VASCO ROSSI 1 VASCO ROSSI 2 VASCO ROSSI 2 VASCO ROSSI VASCO ROSSI VASCO ROSSI PANNELLA VASCO ROSSI PANNELLA

     

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