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    BERGOGLIO FA CENTRO: FIRMA UNO STORICO ACCORDO CON LA CINA - DOPO DECENNI DI TRATTATIVE, VATICANO E PECHINO TROVANO UN’INTESA SULLA NOMINA DEI VESCOVI CATTOLICI FINORA SCELTI ESCLUSIVAMENTE DAL REGIME CINESE - ORA LA CURIA VALUTERA’ UNA ROSA DI NOMI E IL PONTEFICE AVRA’ POTERE DI VETO


     
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    Fabio Marchese Ragona per “il Giornale”

     

    vescovi cinesi vescovi cinesi

    Prima di partire per i Paesi baltici, Papa Francesco, ricevendoli in udienza, aveva raccomandato ai suoi più stretti collaboratori: «Sia chiaro che quello che firmeremo è un accordo pastorale e non politico. Per la politica c' è tempo: iniziamo col pensare ai cattolici cinesi».

     

    E così ieri, dopo decenni di trattative e di incontri riservati tra le due potenze, c' è la stata la storica firma tra Vaticano e Cina per la nomina dei vescovi cinesi. Nonostante il testo dell' accordo non sia stato reso pubblico, dai sacri palazzi filtrano alcuni dettagli: per la scelta dei nuovi pastori, il governo di Pechino avrà voce in capitolo.

    papa bergoglio e la bandiera cinese papa bergoglio e la bandiera cinese

     

    Al Papa arriverà, di volta in volta, una proposta sul nome del candidato all' episcopato e il Pontefice avrà potere di veto. Al partito comunista cinese viene quindi concesso un ruolo nella nomina dei nuovi vescovi i cui profili verranno però preventivamente studiati dalla Segreteria di Stato vaticana.

     

    Obiettivo principale è l'unita dei cattolici cinesi; sono state infatti riunificate le due chiese esistenti nell' impero celeste: quella «patriottica», nata 60 anni fa dopo la rottura delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede e che vedeva al suo interno vescovi non nominati e non riconosciuti dal Papa, e quella clandestina in comunione con Roma. La prima mossa, subito dopo la firma dell' accordo, è stata di Bergoglio, che ha eretto una nuova diocesi e riammesso nella Chiesa cattolica romana otto vescovi patriottici.

     

    vescovi cinesi vescovi cinesi

    Quello siglato tra Vaticano e Cina è comunque un accordo «provvisorio»: ieri monsignor Antoine Camilleri, «viceministro degli Esteri» della Santa Sede, ha incontrato a Pechino il suo omologo cinese per la firma dei documenti. Tutto è avvenuto però in gran segreto tanto che fino alla vigilia del vertice, il Global Times, organo semi-ufficiale del partito comunista cinese, negava che una delegazione vaticana fosse giunta in Cina per imminenti novità. Segno questo che l' accordo non piace a tutti: voci contrarie si sono levate tra i vertici del governo cinese ma anche tra le gerarchie cattoliche.

    cattolici in cina cattolici in cina

     

    Tra queste quella del cardinale Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong, che da anni critica i negoziati tra Santa Sede e Cina, tuonando: «Il Vaticano ha svenduto la Chiesa cinese, Francesco è troppo indulgente perché non conosce la situazione». In realtà l' autore dell' accordo con l'impero celeste è il cardinale Pietro Parolin, che già sotto il pontificato di Benedetto XVI, da «viceministro degli Esteri» si era occupato del «dossier Cina» conoscendo a fondo i meccanismi della chiesa «patriottica» e dell' influenza del partito comunista.

     

    cattolici in cina cattolici in cina

    «Con questo accordo riusciremo ad aiutare le Chiese locali affinché godano di maggiore libertà, autonomia e organizzazione» spiega Parolin, che sta lavorando con i suoi collaboratori anche alla realizzazione di un viaggio di Papa Francesco in Cina. «Si fanno passi in avanti», fanno sapere dal Vaticano.

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