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    IL “GATTOLICO” FELTRI IN LODE DEL SUO MICIONE: “HA UN INNATO SENSO DELLA GERARCHIA. LUI È IL CAPO. IL SUO BRACCIO DESTRO È CHI SI OCCUPA DI FARGLI TROVARE LA CIOTOLA SEMPRE PIENA DI CROCCANTINI E LA SABBIETTA PULITA. NON È DEMOCRATICO. È UN MONARCA GENEROSO" - MATTIOLI: "DOMANI E' LA FESTA DEL GATTO MA FESTEGGIAMO LA NOSTRA CANINA FEDELTA' PERCHE'..."


     
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    Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”

     

    vittorio feltri vittorio feltri

    Confesso: sono più gattolico che cattolico. Molti gatti, nel corso della vita, mi hanno seguito. Ma mi rendo conto di aver commesso un errore. In realtà sono io ad aver fatto compagnia a loro perché il gatto, anche il più timido, è sempre il vero padrone di casa (tua). Il gatto ha il dono dell' ubiquità.

     

    È nella stanza in cui sei appena entrato, non si capisce come faccia. Ti alzi trafelato ed entri in bagno. Il micio è lì che ti aspetta. Passi velocemente in cucina. Lui è sul tavolo che ti osserva. Dopo aver bevuto il caffè raggiungi la cabina armadio. Il gatto ti sta aspettando.

    ravioli gatti ravioli gatti

     

    Prese le chiavi della macchina, vai all' ingresso. Il gatto è davanti alla porta per l' ultimo saluto prima della tua giornata di lavoro. Come fa? Impossibile sapere. Tu comunque non lo vedi mai correre da una stanza all' altra e ogni volta hai la sensazione che sia lì da un' eternità, tranquillo e composto.

     

    Il gatto predilige i libri e la scrittura. D'altronde è ben ricambiato, essendo finito in una miriade di opere d' arte e letterarie. Se stai lavorando, cerca di salire sulla macchina per scrivere. Giudica inconcepibile che tu possa essere completamente assorbito da qualcosa di diverso da lui. Quindi tenta di pigiare qualche tasto per farti capire che devi lasciar perdere. Se appoggi un giornale, un libro, un tablet sul tavolo da dodici completamente sgombro sai dove sceglierà di accucciarsi in vista di una buona dormita. Proprio sulla mazzetta dei quotidiani che ti apprestavi a leggere.

     

    arredamento per gatti arredamento per gatti

    Il felino abituato a vivere in casa talvolta può mostrare un pizzico di goffaggine, dovuta allo scarso esercizio. Un salto fuori misura, una caduta rovinosa. Se accade, recupera all' istante il suo portamento dignitoso, e ti osserva con fare interrogativo, come se chiedesse: «Beh? Cosa c' è da guardare? Fatti gli affari tuoi». Il gatto non sbaglia mai allorché si tratta di balzare sulla tavola apparecchiata dove si sdraia ben attento a cosa succede.

    Arriva sempre al momento giusto, dove c' è una pietanza gradita. Ogni gatto ha le sue preferenze: il cioccolato, il salame, il gelato. Ne ho viste di tutti i colori. Ho avuto un gatto che prediligeva il formaggio caprino con una spolverata di peperoncino.

    gatto girella gatto girella

     

    ODIA LE TRASFERTE

    Il gatto casalingo è abitudinario. Da un lato adora le piccole novità che non interrompono il suo tran tran. Ad esempio gradisce infilarsi nei grossi sacchetti o negli zaini. Dall' altro detesta gli imprevisti: non è detto che voglia ospiti a cena. Senz' altro è messo in fuga dai bambini che urlano e non sanno godersi il tepore di un pomeriggio di coccole feline sul divano. Il vero spauracchio però è un altro: la terribile gabbietta in cui sarà rinchiuso in caso di viaggio.

     

    Già è intollerabile andare via di casa, se poi tocca spostarsi in una specie di prigione, è la fine del mondo. La "tigre" è dunque messa in fuga dallo strumento di tortura e si rifugia nel luogo più sicuro e irraggiungibile dell' appartamento: sotto il letto a due piazze. Durante i trasferimenti il gatto protesta miagolando a tutto spiano.

     

    Arrivato poi in un nuovo ambiente, sembra in preda a sentimenti contrastanti. Spaesato, cerca subito un nascondiglio e fa l' offeso ma col passare delle ore emerge l' animo dell' esploratore. I giretti sono sempre più frequenti e interessanti. Il problema è che non appena il territorio comincia a essere famigliare, si torna a casa, ancora una volta rinchiuso nella maledetta gabbietta.

    gatto con punto esclamativo gatto con punto esclamativo

     

    Il gatto ha un innato senso della gerarchia. Lui è il capo. Il suo braccio destro è chi si occupa di fargli trovare la ciotola sempre piena di croccantini e la sabbietta ben pulita. Gli altri sono irrilevanti, simpatici coinquilini. Talvolta concede loro un po' di attenzione, lasciandosi accarezzare o partecipando tutto sommato volentieri agli stupidi giochi da umano tipo afferrare con gli artigli una pallina di gomma. Per lui è una scocciatura ma ci concede un po' di divertimento.

    gatto con sopracciglia gatto con sopracciglia

     

    Il gatto dunque non è democratico. È un monarca generoso e attento nei confronti del popolo. Se si ammala un suddito, il micio lo conforta con la sua rilassante presenza. Come faccia a capire chi è in difficoltà è uno dei suoi numerosi segreti.

     

    IL PRIMO A SALUTARE

    Molti scrittori hanno ritratto i gatti come esseri misteriosi, talvolta inquietanti e in comunicazione con l' aldilà. In effetti, ogni tanto, fissano con estrema attenzione qualcosa che noi non riusciamo a vedere. Tuttavia tra i poteri dei felini c' è anche la prodigiosa capacità di percepire l' arrivo di un subalterno fin da quando ha infilato le chiavi nel portone giù in strada. Il gatto scatta verso l'ingresso senza motivo apparente, e tu sai che qualcuno tra poco entrerà nell' appartamento.

    gatto con i baffi gatto con i baffi

     

    Ecco. Siamo arrivati al punto. Nel momento in cui torni dopo una difficile e faticosa giornata di lavoro, apri la porta di casa. Tua moglie sta spadellando. I figli, che sono venuti a trovarti, sono davanti al televisore. I nipoti sono incollati ai loro tablet. Il gatto è il primo a darti il benvenuto. Non ti delude mai, per questo ho fiducia in lui.

     

    2 - IL GATTO FA LA FESTA A NOI, SERVITORI UMANI

    Alberto Mattioli per www.lastampa.it

     

    La aspettiamo con la stessa gioiosa eccitazione con cui un bimbo attende il giorno di Natale o l’Agenzia delle entrate quello della dichiarazione dei redditi. Per noi gattolici credenti e praticanti è il momento culminante dell’anno. Almeno in Italia (la ricorrenza varia a seconda dei Paesi), domani, 17 febbraio, è la Festa del Gatto. Diciassette, perché in latino si scrive XVII, che anagrammato dà VIXI, ho vissuto, e in effetti ogni gatto di vite ne vive sette (almeno). Febbraio, perché è il mese dell’Aquario, segno libero e anticonformista, forse anche un po’ anarchico, esattamente come lui (diceva Cocteau, che li adorava, che la differenza con i cani è che non esistono gatti poliziotto). 

    gatto nero gatto nero

     

    Le iniziative sono moltissime in tutta Italia. Ci limitiamo a segnalare la vernice, alle 17 del 17, della mostra «Gatti neri gatti bianchi» al Museo del fumetto di Milano, che ricostruisce la lunga e fortunata carriera del Micio nel cartone animato. Lui, del resto, è naturalmente una star.

     

    Però l’impressione è che festeggiamo il gatto per festeggiare in realtà noi, la nostra inalterabile, canina fedeltà. Il rapporto con lui è completamente squilibrato, l’opposto di quello con il cane. Il gatto non è l’animale domestico dell’uomo: siamo noi a essere l’umano domestico del gatto. Micio non ha padroni. Tollera, al massimo, dei servitori, e soltanto se non sono troppo invadenti.

    gatto adolf hitler gatto adolf hitler

     

    Quando ci sveglia passeggiandoci sulla faccia alle quattro del mattino perché, poverino, ha fame (e poi naturalmente la scatoletta di tonno giapponese nutrito solo con alghe coreane dello stesso costo del foie gras verrà schifata perché il tonno non è stato pescato con una rete bio), il gatto non chiede un favore, esercita un diritto. Lui non è mai passato dal Medioevo all’epoca moderna. La sua concezione è ancora quella del feudatario con il suo vassallo, anzi con il servo della gleba. 

     

    gatto di marmo gatto di marmo

    Vista dalla parte del bipede, la relazione con il gatto nasconde una certa dose di masochismo. La vita in casa è una sindrome di Stoccolma dove il sequestrato, noi, cade infallibilmente innamorato del sequestratore, lui. Fino a forme di feticismo, sottomissione, schiavismo che chiunque abbia un gatto conosce e pratica pur deplorandole. Ammettiamolo: adoriamo le catene che noi stessi abbiamo forgiato. Facciamo la festa al gatto perché in realtà è lui che fa la festa a noi. E tutti i giorni, non una volta all’anno.

     

    Resta da chiedersi perché. E, anche qui, bisogna ammettere che non conosceremo né capiremo mai del tutto il nostro gatto. Resta il più enigmatico degli animali domestici. Parafrasando Churchill sulla Russia, è un rebus avvolto in un mistero (peloso, aggiungeremmo). Chi affonda nella contemplazione di quegli occhi indecifrabili, «prunelles pâles, / Clairs fanaux, vivantes opales», come scrive Baudelaire, si chiede cosa ci sia in fondo. Forse, perfino un’anima.  

    gatto a due facce gatto a due facce

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