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    VITTORIO FELTRI: “LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVREBBE INDAGARE SULLE BANCHE ROTTE HA TUTTI I REQUISITI PER PRENDERE PER IL CULO GLI ITALIANI, I QUALI HANNO SBORSATO UNA CATERVA DI MILIARDI PER APPIANARE LE PERDITE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO E NON SARANNO INFORMATI SUI MOTIVI DEL DISASTRO E NON VERRANNO FUORI I NOMI DEI LADRI NÉ SARANNO CASTIGATI I COMPLICI”


     
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    Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”

     

    vittorio feltri vittorio feltri

    La commissione parlamentare che teoricamente dovrebbe indagare sulle banche rotte, cioè quelle che sono andate in malora (venete e Monte dei Paschi di Siena, per citarne alcune) a causa di una gestione da furfanti, in realtà è un bidone vuoto e combinerà poco. Non solo perché presto scadrà la legislatura, quindi non ci sarà il tempo materiale per fare i dovuti accertamenti: ma è anche composta da gente sprovveduta in materia di credito e non sappiamo come si comporterà. Probabilmente procederà a tentoni in attesa dell'imminente scioglimento delle Camere.

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    La nostra è una ipotesi basata sulla esperienza: nessun caso da almeno mezzo secolo è stato risolto dai senatori e dagli onorevoli incaricati di investigare. Al punto che è in voga il detto: se vuoi affossare una grana grossa, il modo più efficace è quello di affidare l'inchiesta ai poltronisti di Montecitorio e di Palazzo Madama.

     

    La commissione banche ha tutti i requisiti onde prendere per il culo gli italiani, i quali hanno sborsato una caterva di miliardi per appianare le perdite degli istituti di credito e non saranno informati sui motivi del disastro finanziario. Non verranno fuori i nomi degli insolventi ossia dei ladri, né saranno opportunamente castigati i funzionari e gli amministratori complici dei debitori.

     

    pierferdinando casini (2) pierferdinando casini (2)

    Cosicché il suddetto organismo invece di impegnarsi a svelare le segrete ragioni degli imbrogli, per un paio di trimestri si gingillerà con la stesura di regolamenti, calendari, fissazioni di udienze senza concludere un accidenti eccetto la riscossione dei previsti gettoni. Il presidente della congrega è Pier Ferdinando Casini, una garanzia di inefficienza perfettamente in sintonia con lo spirito dell' inquisizione. Questo: non disturbare i manovratori delle porcherie, nel timore che si irritino.

     

    Casini è persona ammodo, educato al punto che preferisce l'ipocrisia all'aggressività. È completamente a digiuno di nozioni bancarie non avendo mai lavorato dietro a uno sportello né in altro luogo. Ma ripeto è gentile, pertanto non farà mancare ai commissari generi di conforto: caffè, bibite, aperitivi e piccola pasticceria. D' altronde per ammazzare le lunghe ore delle sedute bisogna inventarsi qualcosa.

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    Trasformare la sede delle discussioni finanziarie in una caffetteria è il minimo sindacale. Serve spirito di iniziativa allo scopo di tirare sera evitando la trappola della noia. Le nostre istituzioni sono come club della caccia: si chiacchiera, si ride, si raccontano barzellette e si parla di calcio. I rappresentanti del popolo sono instancabili divulgatori di enormi cazzate.

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