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    VOGLIO FARE COME PAPA’. MICHAEL DOUGLAS RACCONTA IL PADRE KIRK: “HA QUASI 101 ANNI ED HA FINITO IL SUO UNDICESIMO ROMANZO” – SVELA COME HA CONQUISTATO CATHERINE ZETA-JONES: "NON HO MAI LAVORATO CON MIA MOGLIE" - NELL’ULTIMO FILM RINGIOVANITO DI 30 ANNI


     
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    Silvia Bizio per la Repubblica

     

    kirk douglas e brigitte bardot a cannes kirk douglas e brigitte bardot a cannes

    «Kirk, mio padre, ha appena finito il suo 11° romanzo e ha quasi 101 anni. E io ho tutte le intenzioni di seguire il suo esempio». Nella famiglia Douglas non si scherza, e se il padre Kirk è una delle più grandi star della storia, il figlio Michael - Oscar al miglior attore nel 1988 per l' iconico ruolo di Gordon Gekko in Wall Street di Oliver Stone, il secondo, dopo quello del 1976 al miglior film per Qualcuno volò sul nido del cuculo, da lui prodotto - è decisamente sulla buona strada.

     

    Lo incontriamo a Los Angeles per parlare della sua ultima fatica, Codice Unlocked- Londra sotto attacco, in anteprima nazionale al Bari International film Festival e in sala dal 4 maggio. La conversazione diventa lo spunto per spaziare dal mondo della televisione (da cui era emerso nei primi anni 70 con Le strade di San Francisco), al leggendario padre e, suo argomento favorito, alla moglie Catherine Zeta- Jones. Codice Unlocked è una spy story incentrata sulla battaglia al terrorismo a Londra. Con un cast d' eccezione: da Orlando Bloom, a John Malkovich, Noomi Rapace e Toni Collette.

     

    kirk douglas kirk douglas

    Racconta la storia dell' agente Cia Alice (Rapace), esperta in interrogatori, che passa informazioni al collega sbagliato, ritrovandosi a dover agire per impedire un attacco di armi biologiche su Londra.

     

    Michael, cosa l' ha attratta di "Codice Unlocked"?

    «Il fatto che sia un film vecchio stile, alla Il terzo uomo di Carol Reed per intenderci, di quelli che non sai mai di chi fidarti e cosa si nasconda dietro l' apparenza. Ma parla anche di guerra biologica, che è una minaccia reale ai giorni nostri. Era da tempo che non prendevo parte a una storia che ti tiene incollato alla sedia».

     

    Vede un filo rosso nelle scelte in quarant' anni di carriera?

    «I film che faccio in genere sono guidati dai personaggi, ma oggi di storie così ce ne sono sempre meno, siamo sommersi dai filmoni di genere. Per tanto tempo ho guardato con disprezzo a tutte queste saghe di supereroi, ma poi mi sono ritrovato a prendere parte a un paio di film delle Marvel e devo ammettere che mi sto divertendo molto. Siamo in preproduzione con il prossimo Ant Man che uscirà nel 2018, sono affascinato dalla magia di questi effetti speciali.

    michael douglas michael douglas

     

    <Nel primo Ant Man c' era un flashback di quando avevo 30 anni di meno: mi hanno riempito la faccia di puntini e mi sono visto com' ero 30 anni fa! Incredibile, anche questa è magia del cinema. Sarà che non avevo mai fatto cose col green screen, ma è davvero fantastico».

     

    Farà film fino alla fine dei suoi giorni?

    «Ci proverò, ma sia chiaro, senza rendermi ridicolo. Solo veri film. E magari qualcuno di supereroi: la gioia di vedersi ringiovanito è impagabile».

     

    Quattro anni fa è tornato alla televisione con "Dietro i candelabri". Cosa pensa della tv di oggi?

    «Nel 1970 c' erano solo tre stazioni, CBS, NBC e ABC, e non c' era la tv via cavo. Un altro mondo rispetto a oggi. I nostri episodi avevano 27 milioni di spettatori ogni settimana, ed erano distribuiti in tutto il mondo, quindi la gente davvero conosceva te, il tuo show, i rapporti fra i personaggi. Oggi siamo fortunati se abbiamo tre milioni di spettatori per show. Ma la tv funziona e offre più possibilità anche a noi attori. Detto questo, sarà che sono vecchio stampo, personalmente continuo a preferire il cinema».

    catherine zeta jones e michael douglas 18 anni insieme catherine zeta jones e michael douglas 18 anni insieme

     

    Sua moglie non ha mai nascosto la sua passione per il calcio. Lo seguite insieme?

    «Sì. E Catherine mi ha passato la passione per la sua squadra del cuore, lo Swansea City (il club gallese, ndr). Ora che viviamo a New York ci svegliamo presto nei giorni della partita apposta per guardarla».

     

    Ha progetti professionali con lei?

    «Finora non è capitato, tranne che in Traffic, ma non ci siamo mai incontrati sul set. Forse è destino che sia così, ci sono tanti aspetti della nostra relazione che credo siano governati da qualche cosa che chiamerei fato...».

     

    In che senso?

    MICHAEL DOUGLAS E CATHERINE ZETA JONES MICHAEL DOUGLAS E CATHERINE ZETA JONES

    «Lei è stata la seconda donna per cui ho preso una cotta vedendola sullo schermo. La prima fu Julie Christie ai tempi del Dottor Zivago. Ma quando ho visto Catherine a Deauville in Zorro, mi son detto "Dio mio". Accanto a me c' era il mio socio e gli ho detto: "Allen, chiedi a Ms. Jones se vuole prendere un drink con me». È andata così. Quella sera ero seduto al bar ed è stato come in Lawrence d' Arabia: guardo la porta e come un' apparizione, eccola! Parlando abbiamo scoperto di essere nati nello stesso giorno, una cosa tira l' altra e alla fine l' ho guardata e seriamente le ho detto: "Sarò il padre dei tuoi figli!" e lei ridendo ha risposto: "Ho letto parecchio su di te!". E poi c' è il fioraio, il mio Cupido, il nostro rapporto è decollato anche grazie a lui. Quando stava partendo per un' isola della Scozia per girare Traffic le ho mandato un enorme bouquet di rose rosse, quando è arrivata ha trovato le mie rose e una nota di scuse. Ho sempre pensato di averla conquistata in quel modo».

    Catherine Zeta Jones con Michael Douglas Catherine Zeta Jones con Michael Douglas

     

    Che rapporto ha con i social?

    «Fa parte del nostro lavoro promuovere i film anche sui social, ma c' è un nuovo fenomeno che riguarda i casting: spesso un attore viene scelto a seconda di quanti follower ha su Facebook e Instagram. E tutto questo mi sembra molto strano. Anche io ho una pagina Facebook fatta dai miei fan, e da lì so quanto attenzione c' è su un mio nuovo film. Ma non vivo di questo. Kevin Hart è un comico molto bravo. Se viene ingaggiato in un film e la produzione per promuoverlo vuole usare la sua pagina Facebook che ha 20 milioni di seguaci, deve pagarlo. Mica scemo il ragazzo! Forse è arrivato il momento che io faccia la stessa cosa».

     

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