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    VOLETE RIDURRE LA PANZA? MANGIATE LENTAMENTE! - MASTICARE CON CALMA RIDUCE COLESTEROLO, GLICEMIA, IPERTENSIONE - DAL MOMENTO IN CUI SI INIZIA IL PASTO, IL CERVELLO IMPIEGA 20 MINUTI PER MANDARE IL SEGNALE DI “STOMACO PIENO”: SE SIAMO TROPPO VELOCI, LO STOP NON ARRIVA IN TEMPO UTILE E FINIAMO PER INTRODURRE PIÙ CIBO PRIMA DI FERMARCI


     
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    Alice Vigna per “il Corriere della Sera - Salute”

     

    MASTICARE LENTAMENTE MASTICARE LENTAMENTE

    Chi va piano va sano e va lontano, recita il detto. E anche in questo caso un vecchio proverbio ha molte ragioni, messe nero su bianco dalla scienza: uno studio del cardiologo Takayuki Yamaji dell' università di Hiroshima ha da poco dimostrato che la velocità con cui «spazzoliamo» un pranzo è direttamente proporzionale al rischio di sviluppare la sindrome metabolica, una condizione in cui sono presenti almeno tre fattori di rischio fra trigliceridi, colesterolo, glicemia o pressione fuori dai limiti, obesità o girovita abbondante.

     

    Il ricercatore giapponese ha valutato la velocità con cui abitualmente mangiano circa mille suoi connazionali, seguendoli per cinque anni così da monitorarne lo stato di salute; l' incidenza di sindrome metabolica è risultata pari al 6,5% in chi mangia a ritmo «normale», salendo fino all' 11,6 % nei «velocisti» e scendendo attorno al 2% in chi si prende tutto il tempo necessario per finire i pasti.

     

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    Gli ultra-rapidi sono mediamente più grassi, hanno un girovita molto abbondante e una glicemia più alta rispetto a tutti gli altri: un dato che conferma un' indagine pubblicata sul Journal of Epidemiology su quasi novemila persone, secondo la quale i pasti rapidi potrebbero aumentare il rischio di sindrome metabolica addirittura fino al 35%. Yamaji ha spiegato che «l' effetto potrebbe dipendere dalla mancata sensazione di sazietà, che porta a mangiare più del necessario e quindi a ingrassare».

     

    Dal momento in cui si inizia il pasto, infatti, il cervello impiega circa 20 minuti per mandare il segnale di «stomaco pieno»: se siamo troppo veloci, lo stop non arriva in tempo utile e finiamo per introdurre più cibo prima di fermarci.

     

    Masticare al rallentatore invece riduce la densità energetica del pasto, come ha dimostrato un' indagine dell' università del Texas su una settantina di volontari: il risultato è un' azione dimagrante, inconsapevole ma efficace.

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    «Per mangiare al giusto ritmo, servirebbe almeno mezz' ora - ha commentato Nieca Goldberg, cardiologa dell' American Heart Association al cui congresso sono stati presentati i nuovi dati -. L' errore che porta tanti ad accelerare? Pranzare di fronte al computer, mentre si lavora: bisogna invece mangiare in un luogo preposto, da una cucina a una sala da pranzo, da una mensa al ristorante». Il risultato, altrimenti, è che non ci rilassiamo, la pausa sembra ancora più breve e dopo poco torna pure la fame perché non ci sentiamo sazi.

     

    I trucchi da adottare? Oltre a masticare a lungo, mangiare in compagnia, ma anche appoggiare le posate o fare un respiro profondo fra un boccone e l' altro, o, ancora, tagliare il cibo a pezzetti piccoli. «L' essenziale è allungare i tempi - dice il ricercatore giapponese - . I nostri dati mostrano che i pasti veloci aumentano anche le oscillazioni della glicemia, a loro volta causa di un maggior rischio di resistenza all' insulina e quindi di diabete: provare a mangiare con più calma può davvero essere un metodo semplice, ma utilissimo per migliorare lo stato di salute generale».

     

     

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