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    WANDISSIMA! SELVAGGIA IN LODE DI LADY ICARDI, "LA PRIMA VERA ANTI-WAG DELLA STORIA": "TIENE PER LE PALLE TUTTI. È TRA LE FIGURE FEMMINILI PIÙ RIVOLUZIONARIE DEL SECOLO. ALTRO CHE ASIA ARGENTO, NOI DONNE LE DOVREMMO INTITOLARE UNA DI QUELLE RASSEGNE LETTERARIE IN CUI SI LEGGONO COSE DI SIMONE DE BEAUVOIR - WANDA CONSERVA LA PELLE DURA DI CHI COMANDA E LA PELLE LISCIA DI CHI SI PIACE, NELL' AMBIENTE PIÙ SESSISTA DELLA GALASSIA. A LEI, LA FASCIA DA CAPITANO, NON LA LEVA NESSUNO"


     
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    Selvaggia Lucarelli per il Fatto Quotidiano

     

    C’è qualcosa di estremamente godurioso nell’assistere al panico diffuso in quella galassia fallocratica che è il calcio per colpa di Wanda Nara. Perché non so se

    è chiaro a tutti, ma l’ar gent ina procuratore, i n f l u e ncer, mamma e arruffa-tifosi,

    tiene per le palle tutti. Calciatori, dirigenti, curve, giornalisti e marito.

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    E lo fa - qui risiede la sua grandezza - incarnando il ruolo della prima vera anti-wag della storia, senza rinunciare alla divisa classica della wag (Wives And Girlfriend). Wanda discute contratti, passaggi eventuali e rinnovi, con le sue extension, le sue ciglia finte, i suoi vestiti strizzati, le sue scollature.

     

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    Lo fa continuando a regalare selfie, perizomi e ammiccamenti dalla sua pagina instagram. Se ne frega di conquistare credibilità e rispetto a colpi di tinte castane e tailleur aziendali in un mondo in cui la donna, al massimo, può dire la sua su Ronaldo smutandato nei manifesti Yamamay.

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    È una delle figure più rivoluzionarie nel mondo femminile dell' ultimo secolo. Altro che Asia Argento. Wanda si prende tutto, non rinunciando a nulla. Non sparisce dalle cronache e dal gossip, non si nasconde, non obbedisce alle regole scolpite sul pallone secondo le quali la donna del calciatore deve fare un passo indietro e andare a fare la spesa con la borsa Chanel o prendersi pure uno schiaffo se ha un anelito di libertà (vedere alla voce "moglie di Insigne").

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    Lei nel calcio decide di comandare con quel piglio cazzuto che destabilizza tutti, perché se i capricci li fa Mendes è normale, ma se li fa una bionda argentina con la quinta di reggiseno i maschi restano destabilizzati che neanche un bambino di 10 anni quando scopre che il fratellino non l' ha portato la cicogna.

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    È così godurioso assistere ai suoi bracci di ferro con Marotta, vederla puntare i piedi perché il marito non guadagna abbastanza o scatenare le ire dei compagni di squadra del marito, dei tifosi che imprecano contro di lei mentre leggono la Gazzetta e dopo cinque minuti le mettono un like su Instagram. Il tutto mentre la si accusa di manipolare Icardi, perché lui è giovane, innamorato, sobillato.

     

    E invece non è solo Wanda ad avere più personalità del calciatore medio, ma pure Icardi. Fuori dal campo, è evidente, Icardi è così risolto da non ritenere castrante il ruolo decisionale della moglie, è così centrato e sicuro da non temere per la sua virilità, è così cazzuto da fregarsene dei commenti sessisti e dei colleghi che ridacchiano perché loro hanno la moglie a casa che li fa stare tranquilli.

     

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    Tristemente illuminante in tal senso, il commento di Costacurta alla battuta di Wanda sul fatto di preferire 5 palle buone per il marito dai compagni di squadra, che il rinnovo. Forse sfugge, al buon Costacurta, che in casa Icardi/Nara, se c' è qualche problema, è più facile che Icardi si ritrovi il borsone da calcio con due mutande e il dentifricio sullo zerbino, che il contrario.

     

    Noi donne, a Wanda Nara, dovremmo intitolare una di quelle rassegne letterarie in cui si leggono cose di Simone de Beauvoir, di Sibilla Aleramo e di tutte quelle donne simbolo della lotta al patriarcato.

     

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    Perché combattere il patriarcato nel mondo del calcio è combattere il razzismo infilandosi nel Ku Klux Klan, o Boko Haram in Nigeria, o l' analfabetismo a Uomini e donne. Basta leggere gli striscioni che le dedicano allo stadio i tifosi con la sindrome dell' evirato, perché c' è una donna e pure figa a decidere quanto deve guadagnare il loro attaccante più forte. Basti pensare a quanto ci si sia scoperti garantisti con Ronaldo in fatto di denunce di stupro: il maschio alfa, la macchina perfetta che smuove interessi milionari, è intoccabile, e poi chi sarà mai questa sciacquetta bugiarda che si permette di accusarlo.

     

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    Basti pensare a Fulvio Collovati che pochi giorni fa in tv zittisce Sara Peluso, moglie del calciatore Federico Peluso, dicendole: "Le donne non capiscono di tattica, al massimo possono dire come è stata una partita", come se la tattica calcistica fosse materia di accesso agli stage della Nasa. Basti pensare alla moglie di Collovati che difende pure il marito e twitta "Quando presentavo le trasmissioni di calcio non ho mai avuto la pretesa di spiegare il 4 4 2. La visione del mondo unisex non mi appartiene". Basti pensare, infine, all' inviato de Le iene che aspetta il calciatore diciannovenne Nicolò Zaniolo e la madre Francesca Costa sotto casa.

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    Da tempo la stampa, attraverso articoli deliranti, si occupa di questa madre definita "sexy", "wag", "milf", nonostante la signora sia normalmente carina e normalmente esposta su instagram, con foto che per gli standard attuali definirei da educanda. Siccome però la signora è la mamma di un calciatore e lo accompagna agli allenamenti o dove serve, l' inviato è autorizzato a trattarla come l' ultimo dei più beceri ultrà e, davanti al figlio, la tempesta di domande allusive su posizioni, preliminari, misure e idiozie varie, che innervosiscono il diciannovenne Zaniolo. Quest' ultimo, al confronto con l' ironia da caserma dell' inviato, finisce per sembrare un saggio cinese.

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    Insomma, dobbiamo essere grate a Wanda Nara perché conserva la pelle dura di chi comanda e la pelle liscia di chi si piace, nell' ambiente più sessista della galassia. "Chi vuoi che ti si prenda, con tre figli", le disse nel 2013 Maxi Lopez, quando divorziarono. Non avrebbe mai potuto immaginare, il bifolco, che Wanda si sarebbe presa tutto. Perché forse qualcuno può togliere la fascia a Icardi, ma a Wanda Nara, la fascia da capitano, non la leva nessuno.

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