Jacopo Iacoboni per ''La stampa''
Quattordici tra ministri e junior ministri del governo britannico, e due membri conservatori della Intelligence Committee, hanno accettato finanziamenti da donatori collegati alla Russia. La notizia, in prima sul Times, arriva due giorni dopo la pubblicazione del "Russia report" da parte del Parlamento.
ministri e sottosegretari inglesi finanziati da fondi russi
Il Rapporto accusava esplicitamente il governo britannico - allora guidato da Theresa May, con Boris Johnson ministro degli esteri - di aver «girato gli occhi dall'altra parte» e aver agito «tardivamente», nonostante ripetute segnalazioni, contro la minaccia di interferenza russa nel referendum per la Brexit. Boris Johnson ha fatto di tutto per non pubblicarlo mesi fa, sotto elezioni. Il testo non faceva nomi nuovi, benché diverse evidenze portino ad alcuni episodi e figure ormai precise.
Adesso però cominciano a uscire dei leaks su precise donazioni. Secondo documenti della Commissione elettorale esaminati dal Times, sei ministri (tra loro il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, il ministro dell'economia Alok Sharma, e della giustizia Robert Buckland, il ministro per l'Irlanda del Nord Brandon Lewis, e quello per lo Sviluppo, Anne-Marie Trevelyan) e otto ministri junior, hanno accettato decine di migliaia di euro da businessmen (che oggi hanno cittadinanza britannica) fortemente legati alla Russia. Non si tratta di figure qualunque: Lubov Chernukin, banchiere, è la moglie dell'ex vice ministro delle finanze di Putin, Vladimir Chernukin.
brandon lewis
E Alexander Temerko, uomo d'affari nato nell'Ucraina sovietica, è l'ex capo di una società di armamenti russa. Temerko fu l'unico grande manager di Yukos a salvarsi quando l'azienda petrolifera di Mikhail Khodorkovsky subì un esproprio di stato da parte del regime putiniano. Anche se lui rivendica di essere un sostenitore aperto dei conservatori, ma di essere un avversario di Putin. Un portavoce di Temerko ha dichiarato: «Temerko, come uomo d'affari, sostiene il Partito conservatore perché è un partito pro business.
La sua patria è l'Ucraina, e è grato ai conservatori per aver sostenuto il paese contro l'aggressione della Russia». Tuttavia la reporter Catherine Belton, autrice di un saggio fondamentale appena uscito, "Putin's Peopole", ha parlato diverse volte con lui in questi anni, e ha raccontato un quadro diverso: «Temerko elogiò alti funzionari di sicurezza russi, compresi gli attuali ed ex capi del Servizio di sicurezza federale (l'FSB, successore del KGB), tra cui Nikolaj Patrushev. E ha ricordato con orgoglio il suo passato lavoro con il ministero della Difesa russo». In seguito, Temerko precisò che i suoi rapporti con gli apparati di sicurezza russi erano solo «formali», non «personali».
alexander temerko
In questi anni ha finanziato con almeno un milione i conservatori. Lubov Chernukin ha dato ai conservatori 1,7 milioni di sterline dal 2012. Le donazioni vengono spesso diluite in piccole somme: come quelle a due membri della Commissione intelligence, Theresa Villers e Mark Pritchard: esistono le ricevute di duemila sterline accettate da Villers, e 5000 da Pritchard. Entrambi la notte scorsa hanno avuto telefonate per restituire quei soldi, o dimettersi dalla Commissione intelligence. Le donazioni sono legali e dichiarate, sia chiaro.
Il ministro per l'Irlanda del Nord Lewis, per esempio, ha ricevuto personalmente 25mila sterline da Lubov Chernukhin, e 23mila da Temerko, ma dice: «Sono cittadini britannici, non stranieri. E sono soldi dichiarati. Difendiamo il diritto di ogni cittadino britannico a partecipare ala nostra democrazia del Regno Unito». Tuttavia il problema politico è enorme. Temerko e Johnson sono così legati da chiamarsi col diminuitivo Sasha (il nome di Johnson è Alexander Boris).
Il premier è poi grande amico dei Lebedev, il padre, Alexander (ex del Kgb), e il figlio, Evgeny, editore dell'Evening Standard. Nell'aprile 2018 fece discutere un viaggio di Boris, allora ministro degli esteri, solo e senza scorta, in Umbria. Era stato a un party nel castello dei Lebedev, a venti chilometri da Perugia, e vicino alla tenuta del figlio di un altro potentissimo oligarca putiniano, Vladimir Yakunin. Non sarebbe, secondo fonti della Stampa, l'unica visita in Umbria. -