Giorgio Ursicino per “il Messaggero”
L'iter del prestito di 6,3 miliardi che Intesa Sanpaolo concederà a Fiat Chrysler è ad un passo dal traguardo. Dopo il via libera da parte del consiglio d'amministrazione dell'istituto di credito guidato da Carlo Messina, c'è stato anche l'ok della Sace del gruppo Cassa Depositi e Prestiti che si è impegnata a dare la garanzia statale a l'80% della cifra erogata. Il dossier è approdato al ministero dell'Economia che, dopo aver fatto le dovute verifiche, emetterà il decreto necessario.
john elkann
Il testo dovrà avere la vidimazione della Corte dei Conti prima di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventare esecutivo. Si tratta di passaggi formali perché, con l'approvazione del dicastero di Roberto Gualtieri, la sostanza del provvedimento è ormai blindata. La cifra è di rilievo, ma lo sono ancora di più le condizioni per sbloccare un comparto fondamentale dell'economia italiana che dà lavoro a migliaia di persone e genera decisivi punti di Pil. Un meccanismo che necessita di un cospicuo flusso di denaro per alimentarsi evitando il rischio di uno stop.
Il mercato dell'auto in forte crisi soprattutto in Italia certo non aiuta, tanto che numerosi impianti Fca sono con linee ferme e i lavoratori in cassa per smaltire lo stock dei concessionari. Una situazione ancora più delicata perché l'azienda controllata da Exor è impegnata nel complesso percorso che porterà al closing dell'accordo di fusione con i francesi di Psa. Un'intesa i cui cardini sono già definiti e che non possono essere cambiati per non rimettere in ballo tutto lo scenario.
John Elkann
A parte le accese polemiche al momento dell'annuncio, alcune delle quali decisamente ingiustificate, il prestito è filato via liscio anche perché in linea con quanto previsto dal decreto Liquidità voluto dall'esecutivo per dare ossigeno alle aziende operanti in Italia. Soldi che, dopo il periodo previsto, devono rientrare alla base. Le garanzie che ha già dato Fca alla Sace sono legate all'uso del prestito e non parlano chiaramente del processo di fusione con Psa e, tanto meno, della sede dalla capogruppo dell'azienda italiana che usufruirà del prestito.
LA CRISI
Il Lingotto si è impegnato ad aumentare di 200 milioni l'investimento di 5 miliardi già annunciato in gran parte per garantire la transizione energetica e l'approdo progressivo alla mobilità elettrificata. Una svolta già in atto e sotto gli occhi di tutti con il lancio imminente della 500 a batterie e di ben due Maserati totalmente zero emission.
roberto gualtieri
La cifra aggiuntiva sarà indirizzata a Melfi dove è già partita la produzione di due Jeep plug-in (la Renegade e la Compass). C'è anche l'impegno a non delocalizzare la produzione dei modelli attuali e dei loro derivati riportando gli impianti alla piena occupazione nel 2023.
Almeno 800 milioni verranno utilizzati per retribuire la forza lavoro in Italia, un miliardo per la ricerca e sviluppo nel nostro paese, 4,5 miliardi per sostenere le diecimila aziende di componentistica tricolore e 1,2 miliardi destinati a pagare i fornitori esteri. Fca Italy non potrà erogare cedole alla controllante nel 2020 come previsto dal decreto, mentre non c'è alcun limite per la capogruppo di distribuire il dividendo straordinario di 5,5 miliardi previsto dalla fusione.
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