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    IL CINEMA DEI GIUSTI - “A CASA NOSTRA” DI LUCAS BELVAUX E’ UN FILM DURO SUL “FRONT NATIONAL” E MARINE LE PEN, SULLA SUA POLITICA DI NUOVA DESTRA IN DOPPIO PETTO E SUL COME I PROPRI ELETTORI VENGANO FORMATI NELLA PROVINCIA PIÙ PROFONDA CON RAZZISMO E IGNORANZA - MA E’ UN PO’ SCHEMATICO ED E’ MAGGIORE L’INTERESSE POLITICO DI QUELLO CINEMATOGRAFICO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

    A CASA NOSTRA - CHEZ NOUS A CASA NOSTRA - CHEZ NOUS

     

    Beh, ci vuole coraggio a fare uscire un film così duro sul Front National, sulla figura di Marine Le Pen, sulla sua politica di nuova destra in doppio petto e sul come i propri elettori vengano formati nella provincia più profonda con razzismo e ignoranza proprio a pochi mesi dalle elezioni che vedono il Front e la Le Pen protagonisti della battaglia finale.

     

    Infatti se da noi questo A casa nostra – Chez Nous, film franco-belga diretto da Lucas Belvaux, che lo ha scritto assieme al giornalista Jerome Leroy, autore di un libro-saggio su Le Bloc, esce adesso, a ridosso dal ballottaggio finale Le Pen-Macron, in Francia è uscito a febbraio, con l’idea proprio di spiegare al pubblico cosa sia il Front National e da dove nasca il suo successo.

     

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    Provocando, ovviamente, un bel po’ di problemi e di reazioni. Anche se è un film un po’ schematico dove è maggiore l’interesse giornalistico-politico di quello cinematografico, diciamo che è un tipo di operazione che in Italia nessuno si sarebbe mai azzardato a fare. Chi si arrischierrebbe, oggi in Italia, di fare un film non tanto sulla destra, ma su Grillo o sul renzismo?

     

    Facile girare un film su Berlusconi ora, che non è più un problema, quando dieci anni fa era un’impresa quasi impossibile… Qui siamo nel Nord del paese, a Hénart, nel Pas-de-Calais, terra un tempo operaia e comunista, dove oggi, grazie alla crisi, al terrorismo, alla nuova immigrazione, la destra riesce a attecchire facilmente, coinvolgendo anche i figli della classe operaia.

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    La bella Pauline infatti, Emilie Dequenne, è una brava ragazza simpatizzante di sinistra, con vecchio padre comunista e operaio a carico, due figli ancora piccoli che ha cresciuto da sola. Infermiera, volenterosa e generosa, passa tutta la sua giornata con vecchi malati e giovani di ogni razza con problemi. Tutti nella città le vogliono bene. Soprattutto il vecchio dottor Berthier, André Dussolier, il medico del paese, qualcosa di più di un simpatizzante di destra, che la convince, poco a poco, a candidarsi nel Front National come sindaca di Hénart. Proprio lei, figlia di comunisti, andare con la destra?

     

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    Le spiega Berthier, che non è più il vecchio partito fascista, è qualcosa che va oltre la destra e la sinistra. Si tratta di patriottismo, di fare le cose, di lottare contro la globalizzazione delle banche. E le presenta la leader del partito, Agnes Dorgelle, interpretata da Catherine Jacob, che dice le stesse cose della Le Pen e è costruita come una sua fotocopia.

     

    Pauline ci casca, si fa pure bionda e si prepara a fare il sindaco. Ma poco prima ci è cascata anche con un vecchio ex, Stéphane, interpretato da Guillaume Gouix, neonazi che per gioco se la spassa coi camerati menando gli immigrati, vecchia conoscenza di Berthier. Ovviamente la nuova destra in doppiopetto non vuole mischiarsi con i vecchi fascisti, dopo averli sovvenzionati e usati per anni.

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    Pauline si ritrova così prima cacciata dal padre, che non vuole fascisti a casa sua, poi dalle amiche di sinistre, dalle ragazze maghrebine, da quella parte del paese che detesta il Front, poi in crisi col suo Stéphane, che pure ama. Lui le promette che non è più l’uomo che era prima. Intanto arrivano le randellate, la violenza. Da che parte stare?

     

    Anche se non è un capolavoro, ma è comunque un buon film, diciamo che va visto per capire più o meno a cosa stia andando incontro la Francia con il Front e come sia potuto diventare un partito così forte. Soprattutto è chiarissimo, nel film, la differenza fra una Francia parigina e di città, in mano al centro e alla sinistra, e una provincia abbondanata a se stessa che solo la destra ha saputo avvicinare. Segue dibattito. In sala.

     

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