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Claudia Guasco per "il Messaggero"
C'è chi racconta che, nei giorni scorsi, la puzza di gas si sentisse in tutto il quartiere. «Macché, non c'è stato nulla di strano», smentisce Rosa Carmina, la prima donna estratta dalle macerie. Eppure la fuga di metano dalla rete di distribuzione cittadina di Ravanusa ha fatto crollare quattro edifici, sventrandone altri tre.
Un intero isolato raso al suolo e mentre i soccorritori continuano a scavare tra le macerie la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta per disastro e omicidio colposi a carico di ignoti.
SEQUESTRO
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Ieri mattina il capo dei pm Luigi Patronaggio era sul luogo del disastro, per un vertice operativo con il responsabile della protezione civile Fabrizio Curcio, il sindaco Carmelo D'Angelo e le forze dell'ordine. Primo passo dell'inchiesta sarà accertare l'origine dell'esplosione.
I magistrati hanno sequestrato i diecimila metri quadrati dell'area e incaricato un consulente dei primi accertamenti, ora provvederanno ad acquisire tutta la documentazione della rete: nelle prossime ore, anticipa Patronaggio, ci saranno le prime iscrizione al registro degli indagati di tecnici e amministratori che, a vario titolo, abbiano profili di responsabilità, anche per permettere loro di partecipare a tutti gli accertamenti irripetibili.
LUIGI PATRONAGGIO A RAVANUSA
La prima ipotesi, fatta dalla protezione civile e dai vigili del fuoco, è che il gas fuoriuscito da una tubatura cittadina - forse a seguito di uno smottamento determinato da una frana o dal maltempo - si sia incanalato nel sottosuolo creando un'enorme sacca di metano che a un debole innesco, come l'avvio di un ascensore, si è trasformata in una bomba.
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«Raramente ho visto cose simili», afferma il comandante provinciale dei vigili del fuco di Agrigento, Giuseppe Merendino. Una scintilla, spiega, può partire ovunque: da un frigorifero che si è attivato, una luce accesa o una sigaretta.
«Questa sacca di gas risalendo ha trovato un innesco accidentale: un'automobile, un elettrodomestico. Un evento che ha dimensioni eccezionali». Ciò che al momento si sa, rilevano gli investigatori, è che l'esplosione ha provocato fessurazioni nel terreno, nella rete fognaria e nei palazzi, spazi nei quali si è insinuato il gas generando incendi che si sono protratti per ore.
carmela scibetta
Le indagini devono chiarire cosa abbia determinato la rottura della tubatura, le condizioni della rete installata nel 1984, la manutenzione ordinaria e straordinaria e se davvero ci siano state perdite. Ieri Italgas ha bloccato l'erogazione del metano a monte e a valle del quartiere, i carabinieri riferiscono che i cittadini non hanno segnalato alcuna anomalia.
Secondo gli investigatori l'accumulo di gas sottoterra è avvenuto almeno per tutta la giornata di sabato, ora si procederà a «una attenta mappatura dei luoghi», precisa Patronaggio: «Si parte da una fuga di metano ma non escludiamo alcuna pista». Il sindaco Carmelo D'Angelo è la memoria storica del paese: «La zona è stata interessata da una frana», ricorda. Ancora misteriosa la scintilla dell'esplosione. «Non ci sono certezze - conferma il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Vittorio Stingo - Quando saranno terminate le operazioni di ricerca e soccorso tra le macerie, potremmo individuare il punto in cui è iniziata la fuga di gas e da lì risalire all'innesco».
giuseppe carmina nella foto insieme a selene pagliarello
ISPEZIONI EFFETTUATE
Italgas, la concessionaria, da parte sua «esprime dolore e cordoglio alla comunità colpita, offre la propria assistenza alla cittadinanza nonché la massima collaborazione alle autorità per gli aspetti di propria competenza».
Il gruppo fa sapere inoltre che, «da una prima immediata analisi dell'evento», emergono due elementi rilevanti: «La rete di distribuzione di Ravanusa è stata ispezionata interamente sia nel 2020, sia nel 2021. E non risultano segnalazioni di alcun tipo giunte nell'ultima settimana al servizio di pronto intervento che lamentassero perdite di gas».
pietro carmina
Dopo l'esplosione, ricostruisce la concessionaria, la prima telefonata dalla caserma dei vigili del fuoco è arrivata alle ore 21.02 al Cis, il Centro integrato di supervisione di Italgas Reti. «L'intervento di primo sezionamento della rete, finalizzato alla messa in sicurezza della condotta, è iniziato alle ore 24.00 e terminato alle 2.05. La tubazione in bassa pressione è in acciaio, del diametro di 100 millimetri. Sul tratto di condotta interessato non vi erano cantieri di Italgas Reti».
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